La partita l'ha fatta il Napoli, ma il Cagliari l'ha vinta e il risultato, come si dice spesso, è quello che conta. Conta soprattutto questa volta, per molti motivi. Innanzitutto perché i rossoblu hanno timbrato la terza vittoria consecutiva, dopo un inizio di campionato molto negativo, raggiungendo così le zone alte della classifica e regalando ai tifosi una soddisfazione che mancava da troppo tempo. Poi perché il Cagliari è tornato a battere il Napoli dopo molti anni, caratterizzati da sconfitte anche pesanti e, come quelle dello scorso campionato, ingiuste. Infine perché il Cagliari ha battuto, con merito, una squadra considerata da tutti fra le più forti in Europa e destinata ancora una volta a contendere lo scudetto alla Juventus.
La partita l'ha fatta il Napoli, è vero, ma i partenopei non hanno atterrito i rossoblu, come invece era accaduto in diverse altre occasioni. Nel primo tempo la pressione dei padroni di casa ha prodotto certamente un evidente dominio territoriale e ha costretto spesso il Cagliari a difendersi sulla propria trequarti e in area di rigore, ma non ha creato grandissime occasioni da gol. La difesa cagliaritana è stata attenta, concentrata e Pisacane, Klavan, Cacciatore e Lycogiannis, supportati da Ionita, Nandez e Oliva sono riusciti a controllare complessivamente bene gli attacchi avversari. Oliva merita una menzione speciale, perché anche se non si è visto molto in fase di impostazione della manovra, è stato però straordinario nell'aiutare i difensori, quasi come un grande "libero" dei tempi passati. Soltanto in due occasioni il fortino rossoblu ha scricchiolato: al 13', quando Ionita ha sbagliato un alleggerimento e ha permesso a Mertens di lanciare Lozano, fermato in extremis da Pisacane; e al 42', quando Insigne, ispirato ancora da Mertens, è stato fermato da un'uscita tempestiva di Olsen.
In mezzo a queste due scintille napoletane, abbiamo visto soprattutto i tentativi del Cagliari di ripartire velocemente appena recuperata palla. Joao Pedro, Simeone, Rog e soprattutto Nandez sono stati gli artefici di queste incursioni che hanno tenuto in apprensione la retroguardia dei padroni di casa. Soprattutto Maksimovic si è trovato in grande difficoltà contro lo sgusciante brasiliano, che è stato fermato spesso con azione fallosa. Nessuna delle azioni costruite nel primo tempo dal Cagliari può essere definita "pericolosa", ma con quelle azioni il Cagliari ha dimostrato di essere ben presente nella partita. L'atteggiamento dei rossoblu è stato difensivo, come è usuale per le squadre di Maran, ma all'impegno di retroguardia è sempre stata associata l'idea di provare a colpire prontamente ad ogni sbavatura dell'avversario.
Nel secondo tempo il tema generale della partita non è cambiato, ma il Napoli ha prodotto uno sforzo offensivo ancora maggiore. I partenopei hanno conquistato numerosi calci d'angolo e il Cagliari, specialmente tra il 10' e il 35' è sembrato vicino alla capitolazione. Manolas, Di Lorenzo, Callejon, Zielinski hanno impegnato duramente i difensori cagliaritani e Olsen ha messo in luce le sue innegabili capacità, prontezza di riflessi e senso del piazzamento. Ancelotti ad un certo punto ha deciso di mettere in campo quelle forze che inizialmente aveva pensato di potere risparmiare, Koulibaly, Llorente e Milik, ma nemmeno questi formidabili giocatori sono riusciti a scardinare la resistenza del Cagliari. La difesa rossoblu liberava l'area ma la squadra non riusciva più a recuperare palla per ripartire, sembrava un vero assedio. Mertens ha colpito due volte la parte esterna dei pali sardi - un po' di fortuna è d'obbligo per gli audaci - Llorente è stato fermato praticamente sulla linea di porta da Pisacane, quando ormai Olsen era stato superato dalla traiettoria di un pallone avvelenato, ma il fortino ha retto.
Quando Castro è entrato in campo al posto di Rog, le ripartenze del Cagliari, a lungo soffocate, hanno ripreso a brillare, anche se gli attacchi napoletani continuavano. Poi, improvviso, il fulmine rosso e blu sul San Paolo. Le teste pensanti di Joao e Nandez hanno letto e realizzato in pochi secondi quello che poteva essere il contropiede vincente. L'uruguaiano - grandissimo sia nella fase offensiva che nel contenimento del temibile Mario Rui - ha visto Castro in area e gli ha servito un cross ben calibrato. L'argentino ha scosso la rete di Meret e ha ammutolito lo stadio. Koulibaly ha provato con rabbia ad attaccarsi ad un inesistente fuori gioco ed è stato espulso. Questa volta nessun fantomatico VAR poteva cambiare le carte in tavola. Le ingiuste e immeritate sconfitte della scorsa serie A sono state vendicate.
La vittoria rossoblu è meritata, perché è il frutto di una difesa anche strenua e in certi momenti difficoltosa, ma che non è mai stata votata alla passività. Nelle teste dei giocatori di Maran il piano di battaglia è sempre stato ben chiaro e quando, infine, è arrivata l'occasione da non sbagliare, il piano si è compiuto.
1 commento:
Questo ė il Cagliari che vorremmo sempre. Che compatte senza paura e ci regala tante emozioni! Avanti così!Forza Cagliari!
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