Pre-partita. La partita con il Genoa arriva in un momento particolare, che potrebbe segnare una svolta importante nel campionato del centenario rossoblu. Le prove complessivamente opache fornite dagli uomini di Maran contro Brescia e Inter, sono state spazzate via dalla convincente prestazione di Parma. Il Cagliari sembra avere ritrovato la fiducia che aveva caratterizzato i momenti migliori della passata stagione e adesso la squadra può tornare alla Sardegna Arena per cogliere la prima vittoria interna di questo campionato. Al Genoa sono legati due momenti importanti dello scorso campionato, la vittoria casalinga nel girone di andata e, soprattutto, il pareggio guadagnato in trasferta, che premiò i cagliaritani con il punto della salvezza matematica.
Al momento la squadra genovese ha un punto in più in classifica e, nonostante la sconfitta interna con l'Atalanta, ha dimostrato di essere in buona forma battendo la Fiorentina e pareggiando a suon di gol sul campo della Roma. All'Arena ci sarà un pubblico numeroso e desideroso di vedere i rossoblu esprimersi, anche in casa, secondo quello che è il loro vero potenziale. Il Cagliari dovrà sentire la spinta dei suoi tifosi per ripetere la prova tecnica e caratteriale sfoggiata al Tardini e superare un avversario, a mio parere, più forte del Parma e certamente difficile da battere.
La partita. Ci si aspettava un Genoa propositivo, deciso a fare la partita, secondo lo stile calcistico di Andreazzoli e così è stato almeno per i primi venti-venticinque minuti della gara. Durante questo periodo - spezzato solo da un bel tiro di Pellegrini al 10', deviato in angolo da Radu - i grifoni hanno attaccato in prevalenza e messo sotto pressione la difesa cagliaritana, anche se Olsen non ha dovuto fare interventi particolarmente impegnativi. Cacciatore ha subito la velocità di Pajac, autore di diversi cross in area sarda, mentre Pisacane si è impegnato al massimo per contenere Kouamè, anche se in certi casi è riuscito a fermarlo solo con il fallo. Tra i difensori, buona la prova di Ceppitelli, che questa volta non ha fatto il bomber ma ha garantito la tenuta della difesa centrale con interventi precisi e puliti sugli attaccanti genoani, in particolare su Favilli.
Intorno alla mezz'ora di gioco si è cominciato a vedere in attacco anche il Cagliari. L'azione di Nandez a destra ha preso sempre più consistenza e i cross hanno cominciato a tagliare l'area genovese. Su uno di questi Joao ha colpito di testa ma il pallone è volato alto sulla porta di Radu. Anche Ionita a sinistra si è svegliato dal torpore e un suo tiro-cross è stato intercettato di testa da Simeone, ma il pallone è finito a lato. Subito dopo (33') il Genoa ha costruito la migliore occasione del primo tempo con Kouamè, ma Olsen ha risposto al suo tiro da grande portiere.
Il Cagliari ha ripreso nel secondo tempo come aveva terminato il primo e dopo pochi secondi di gioco è passato in vantaggio con Simeone, bravo a deviare di testa un altro bel cross di Ionita. A quel punto la partita è diventata più nervosa e le giocate genoane non sono state più ordinate e ficcanti come nel primo tempo, mentre il Cagliari è sembrato disporsi a controllare il gol del vantaggio. Forse ha pesato anche l'uscita dal campo per infortunio di Cigarini, sostituito da Oliva, il quale ha saputo fare una partita disciplinata e attenta, anche se il giovane uruguaiano non ha ancora la personalità dell'esperto numero otto rossoblu. In questa situazione, il Genoa è riuscito infine a trovare il guizzo vincente col suo giocatore migliore, Kouamè, che ha pareggiato con un bel tiro da poco dentro l'area di rigore (ma la difesa cagliaritana è sembrata un po' ferma).
Il secondo tempo, che dopo il gol del cholito non aveva mostrato grandi cose, si è improvvisamente acceso. Il caparbio Nandez ha lanciato un altro dei suoi palloni velenosi in area ligure e Zapata, intervenendo male, ha procurato l'autogol (40'). Il Genoa ha tentato di recuperare il pareggio ma, forse, ha portato troppo in avanti la linea arretrata e ha subito la micidiale ripartenza di Joao Pedro, autore del terzo gol cagliaritano (42'), che ha chiuso la partita.
Sul piano della continuità e dell'intensità del gioco, il Cagliari ha fato un passo indietro rispetto alla gara di Parma. La squadra di Maran si è accesa troppo in ritardo nel primo tempo e poi si è presa troppe pause, in particolare dopo essere passata in vantaggio con Simeone. La difesa ha sofferto le incursioni laterali di Pajac e Ankersen, mentre è riuscita a tenere abbastanza bene su Kouamè e Favilli. Sono state poche le folate sulla fascia di Pellegrini, mentre Cacciatore ormai fa solo il difensore. A centrocampo Ionita è stato instancabile e ha dato un apporto notevole alla vittoria, mentre Castro e Nandez, dopo l'impasse iniziale, hanno ripetuto la prova di grande dinamismo nelle due fasi del gioco, già messa in campo al Tardini. L'argentino è stato sostituito da Rog intorno alla mezz'ora del secondo tempo e il croato ancora una volta non ha deluso, per capacità di spinta, inserimento in attacco e aggressività sui portatori di palla genoani. Il filtro del centrocampo sardo ha disturbato non poco la costruzione della manovra dei vari Shoene, Saponara e Radovanovic. L'attacco cagliaritano ha vissuto di fiammate. Piuttosto spenti per gran parte del primo tempo e nella fase centrale della ripresa, Simeone e Joao hanno però confermato di essere pronti a cogliere l'attimo. E il brasiliano si è dimostrato ancora un rapinatore di palloni e un sorprendente contropiedista.
Nel complesso non è stata una prestazione brillantissima quella del Cagliari, anche se migliore di quelle mostrate contro Brescia e Inter. Però, a differenza della passata stagione, oggi la squadra ha uno spessore tecnico e agonistico maggiore che le permette di essere più solida in fase di contenimento e più concreta in attacco. Aspettando il ritorno del Ninja, è già una bella soddisfazione, ma spero sempre che la squadra migliori nell'espressione del gioco, mantenendolo sempre sui ritmi più alti, che poi sono quelli vincenti nel calcio di oggi.
La partita. Ci si aspettava un Genoa propositivo, deciso a fare la partita, secondo lo stile calcistico di Andreazzoli e così è stato almeno per i primi venti-venticinque minuti della gara. Durante questo periodo - spezzato solo da un bel tiro di Pellegrini al 10', deviato in angolo da Radu - i grifoni hanno attaccato in prevalenza e messo sotto pressione la difesa cagliaritana, anche se Olsen non ha dovuto fare interventi particolarmente impegnativi. Cacciatore ha subito la velocità di Pajac, autore di diversi cross in area sarda, mentre Pisacane si è impegnato al massimo per contenere Kouamè, anche se in certi casi è riuscito a fermarlo solo con il fallo. Tra i difensori, buona la prova di Ceppitelli, che questa volta non ha fatto il bomber ma ha garantito la tenuta della difesa centrale con interventi precisi e puliti sugli attaccanti genoani, in particolare su Favilli.
Intorno alla mezz'ora di gioco si è cominciato a vedere in attacco anche il Cagliari. L'azione di Nandez a destra ha preso sempre più consistenza e i cross hanno cominciato a tagliare l'area genovese. Su uno di questi Joao ha colpito di testa ma il pallone è volato alto sulla porta di Radu. Anche Ionita a sinistra si è svegliato dal torpore e un suo tiro-cross è stato intercettato di testa da Simeone, ma il pallone è finito a lato. Subito dopo (33') il Genoa ha costruito la migliore occasione del primo tempo con Kouamè, ma Olsen ha risposto al suo tiro da grande portiere.
Il Cagliari ha ripreso nel secondo tempo come aveva terminato il primo e dopo pochi secondi di gioco è passato in vantaggio con Simeone, bravo a deviare di testa un altro bel cross di Ionita. A quel punto la partita è diventata più nervosa e le giocate genoane non sono state più ordinate e ficcanti come nel primo tempo, mentre il Cagliari è sembrato disporsi a controllare il gol del vantaggio. Forse ha pesato anche l'uscita dal campo per infortunio di Cigarini, sostituito da Oliva, il quale ha saputo fare una partita disciplinata e attenta, anche se il giovane uruguaiano non ha ancora la personalità dell'esperto numero otto rossoblu. In questa situazione, il Genoa è riuscito infine a trovare il guizzo vincente col suo giocatore migliore, Kouamè, che ha pareggiato con un bel tiro da poco dentro l'area di rigore (ma la difesa cagliaritana è sembrata un po' ferma).
Il secondo tempo, che dopo il gol del cholito non aveva mostrato grandi cose, si è improvvisamente acceso. Il caparbio Nandez ha lanciato un altro dei suoi palloni velenosi in area ligure e Zapata, intervenendo male, ha procurato l'autogol (40'). Il Genoa ha tentato di recuperare il pareggio ma, forse, ha portato troppo in avanti la linea arretrata e ha subito la micidiale ripartenza di Joao Pedro, autore del terzo gol cagliaritano (42'), che ha chiuso la partita.
Sul piano della continuità e dell'intensità del gioco, il Cagliari ha fato un passo indietro rispetto alla gara di Parma. La squadra di Maran si è accesa troppo in ritardo nel primo tempo e poi si è presa troppe pause, in particolare dopo essere passata in vantaggio con Simeone. La difesa ha sofferto le incursioni laterali di Pajac e Ankersen, mentre è riuscita a tenere abbastanza bene su Kouamè e Favilli. Sono state poche le folate sulla fascia di Pellegrini, mentre Cacciatore ormai fa solo il difensore. A centrocampo Ionita è stato instancabile e ha dato un apporto notevole alla vittoria, mentre Castro e Nandez, dopo l'impasse iniziale, hanno ripetuto la prova di grande dinamismo nelle due fasi del gioco, già messa in campo al Tardini. L'argentino è stato sostituito da Rog intorno alla mezz'ora del secondo tempo e il croato ancora una volta non ha deluso, per capacità di spinta, inserimento in attacco e aggressività sui portatori di palla genoani. Il filtro del centrocampo sardo ha disturbato non poco la costruzione della manovra dei vari Shoene, Saponara e Radovanovic. L'attacco cagliaritano ha vissuto di fiammate. Piuttosto spenti per gran parte del primo tempo e nella fase centrale della ripresa, Simeone e Joao hanno però confermato di essere pronti a cogliere l'attimo. E il brasiliano si è dimostrato ancora un rapinatore di palloni e un sorprendente contropiedista.
Nel complesso non è stata una prestazione brillantissima quella del Cagliari, anche se migliore di quelle mostrate contro Brescia e Inter. Però, a differenza della passata stagione, oggi la squadra ha uno spessore tecnico e agonistico maggiore che le permette di essere più solida in fase di contenimento e più concreta in attacco. Aspettando il ritorno del Ninja, è già una bella soddisfazione, ma spero sempre che la squadra migliori nell'espressione del gioco, mantenendolo sempre sui ritmi più alti, che poi sono quelli vincenti nel calcio di oggi.
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