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24 maggio 2022

Il futuro del Cagliari dopo la retrocessione

9 giugno. La società rossublu ha dato l'annuncio ufficiale: Fabio Liverani è il nuovo allenatore del Cagliari.
Liverani, in fondo, è un po' uno di casa, è un ritorno, visto che tra il 1993 e il 1996 fu un calciatore del settore giovanile cagliaritano. La carriera da professionista la fece invece altrove (centrocampista dai pochi gol stagionali ma specialista negli assist) e oggi, da allenatore, torna da noi dopo diverse panchine in Italia (Genoa, Ternana, Lecce, Parma) e in Inghilterra (Leyton Orient). L'esperienza più importante, quella che lo ha messo in evidenza come uno degli allenatori emergenti più bravi, si è svolta nel biennio passato alla guida dell'undici leccese (2017-19). Prese la squadra salentina in serie C e con due promozioni consecutive la portò in A. Confermato alla guida tecnica anche in serie A, non riuscì a salvare il Lecce. Rimasto in serie A col passaggio sulla panchina del Parma, anche in Emilia non ha brillato, tanto da essere esonerato a metà campionato.
Le prove non positive come allenatore di serie A hanno spento la sua stella. Dal gennaio del 2021 è rimasto senza squadra. Ora abbraccia il Cagliari con la voglia di riscattarsi dagli ultimi insuccessi e Giulini gli dà la chance per farlo: avrà un anno di contratto più l'opzione per un altro anno in caso di promozione in serie A.
Come farà giocare il Cagliari? In tanti sono convinti che riproporrà l'"Albero di Natale", cioè il 4-3-3 modificato (una punta centrale sostenuta da due trequartisti), che gli portò fortuna nel 2017-19. Però la prossima rosa rossoblu è ancora lontana dall'essere definita, quindi non è escluso che Liverani sceglierà il modulo quando saprà su quali calciatori potrà contare. In passato infatti ha scelto soluzioni diverse a seconda della squadra a sua disposizione: a Genova utilizzò il 4-3-3 classico, in Inghilterra addirittura il 4-4-2.

6 giugno. La conferenza stampa congiunta dei due direttori rossoblu, generale e sportivo, ha messo ufficialmente la parola fine a una stagione calcistica che si può e si deve definire fallimentare. Lo stesso Passetti ha usato questo termine, quindi la società del presidente Giulini è consapevole di avere mancato non solo l'obiettivo minimo, cioè la salvezza (ce ne siamo accorti tutti purtroppo), ma anche quello della crescita e del consolidamento in serie A.
Invece siamo finiti in B. Come, perché, per colpa di chi? E' stato detto e ridetto, dalle diverse visuali. Per i tifosi il primo responsabile è il presidente o comunque la società, la società invece si ritiene corresponsabile con tutti coloro che hanno lavorato nel "mondo Cagliari", a cominciare dagli allenatori (escluso forse Agostini) e dai giocatori (quasi tutti). Ma questo è il passato, poco importa ormai. Importa invece come si vuole ripartire.
Primo: assetto societario. Non cambia per adesso. Giulini al timone, dg e ds confermati, nessun nuovo socio all'orizzonte. E spazzata via definitivamente dalle parole di Passetti l'immaginifica cessione del club al famigerato quanto impalpabile gruppo cino-americano Citic Holding.
Secondo: allenatore. Tra un paio di giorni, ha promesso Capozucca, il nome del prescelto sarà svelato.
Terzo: mercato. Sarà prioritariamente in uscita, poi si valuteranno i nuovi arrivi insieme al nuovo tecnico. Capozucca vuole un profondo ricambio e Giulini è d'accordo, quindi saranno pochi i giocatori confermati (si parla di Deiola, Carboni e Altare, più forse altri due o tre).
Con questa prospettiva rivoluzionaria il ds non ha avanzato alcun proposito per il prossimo campionato. Tutto dipenderà da quali elementi formeranno la nuova rosa e da chi la guiderà dalla panchina. Era auspicabile e opinabile che un club come il Cagliari ambisse senza mezzi termini al ritorno immediato in serie A, ma le parole titubanti e ultra-prudenti dei due direttori hanno gelato le aspettative dei tifosi.
L'impressione è che il Cagliari non voglia per sé il ruolo di favorita, forse per scaramanzia, ma forse anche perché la società non è sicura di potere programmare un campionato vincente già da quest'anno. E la delusione, tra gli appassionati, serpeggia sempre di più.

26 maggio. La storia del Cagliari è stata segnata anche da momenti molto difficili, causati dal dissesto finanziario della società. In alcuni casi il club ha rischiato seriamente di scomparire dal pianeta calcio, di bruciare in pochi giorni una storia lunga e gloriosa. Imprenditori senza scrupoli, mossi unicamente dal desiderio di fare soldi facili attraverso l'investimento nel lucroso mondo del pallone, hanno bussato più di una volta alla porta del Cagliari. In certi casi hanno trovato aperto e non è stato possibile evitare i danni che questi "affaristi" hanno causato alla società rossoblu. In altri casi la previdenza, l'oculatezza e l'amore sincero verso il Cagliari di certi presidenti, responsabili e leali verso la squadra e i suoi tifosi, hanno impedito agli "sciacalli" di fare razzia.
Oggi forse rischiamo di correre ancora il pericolo che un approfittatore cerchi di impossessarsi del club rossoblu. Citic Holding Group è il nome del gruppo statunitense con radici cinesi che nei giorni scorsi ha presentato a Tommaso Giulini una lettera d'interesse per l'acquisto dell'intero pacchetto azionario della Cagliari Calcio. Questa holding, che si presenta come un solido e strutturato colosso finanziario con interessi in tutto il mondo, in realtà ha sollevato da subito "rilevanti perplessità" (in termini di trasparenza e affidabilità), come si legge nel comunicato ufficiale con cui la società cagliaritana ha smentito l'intenzione di vendere.
Questa non è la sede per entrare nel merito delle ombre che inficiano l'immagine della Citic e che sono state bene individuate dalla testata Centotrentuno (https://www.centotrentuno.com/focus/cagliari-tutte-le-stranezze-di-citic-holding-group/). Quello che conta è che il pericolo di finire dentro un percorso potenzialmente non sicuro sembra scongiurato. La fermezza con cui Giulini ha escluso di volere cedere la società rappresenta una garanzia; salvo ripensamenti, che però dovranno manifestarsi solo di fronte alla certezza che i possibili acquirenti vogliano fare, oltre al proprio legittimo interesse, anche quello del Cagliari, un grande tesoro che la Sardegna non può permettersi di perdere. 

25 maggio 2022. Dopo la seconda retrocessione in serie B per il Cagliari del presidente Giulini, si annunciano grandi cambiamenti nella rosa, nella guida tecnica e, forse, nella stessa società. La rosa e lo staff tecnico dovranno essere dimensionati alle diverse esigenze della serie cadetta, ma anche alla necessità di cercare subito la promozione in serie A, perché è lecito pensare che questo debba essere l'obiettivo del Cagliari, salve oggettive cause impedenti. Il prossimo calciomercato chiarirà come intende muoversi la società.
Però è necessario capire prima se la società sarà ancora quella attuale o se invece cambierà in parte o in tutto.
Quello che è certo, al momento, è ciò che Tommaso Giulini ha dichiarato nei giorni scorsi: non è sua intenzione vendere la società. Il presidente vorrebbe invece l'ingresso di nuovi soci-investitori che lo affianchino nella realizzazione del nuovo stadio. 
Secondo indiscrezioni giornalistiche, una holding statunitense vorrebbe acquistare l'intero pacchetto azionario della Cagliari Calcio. Se fosse vero, la volontà di questo possibile acquirente si scontrerebbe contro quella di Giulini, deciso a restare al comando della società.
E infatti oggi, intorno alle 16.00, una nota ufficiale del club rossoblu ha smentito categoricamente l'esistenza di trattative per la cessione della società.
Resta la possibilità che il Cagliari allarghi la partecipazione societaria a nuovi investitori, per raggiungere gli obiettivi programmati.

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