Italia | 11 luglio 2021 - FINALE | Inghilterra |
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1:1 (3:2) |
Se lasci un giocatore avversario da solo e indisturbato a pochi passi dalla tua porta, è molto probabile che quel giocatore ti faccia gol, anche se si tratta di un ruvido difensore inglese. Ecco come Luke Shaw, terzino sinistro, ha potuto cominciare in gloria la sua partita di finale del campionato europeo, dopo appena due minuti dal fischio d'inizio.
Quel gol lampo ha rischiato seriamente di trasformare la finale europea in una marcia trionfale per i padroni di casa e in un percorso verso il calvario per gli azzurri. Ma se lasci che un difensore trentaquatrenne sbuchi dalla mischia e si avventi prima di tutti su un pallone smanacciato dal tuo portiere e poi respinto dal palo, è molto probabile che quel giocatore ti faccia gol. Ecco come Leonardo Bonucci ti ha rimesso in piedi una partita che, fino a quel miracoloso ventiduesimo minuto del secondo tempo, sembrava irrimediabilmente persa per la nazionale italiana.
Perché Wembley, che aveva scelto come colonna sonora una rumorosissima bordata di fischi anti-italiani ancora prima che la gara avesse inizio, dopo il gol del ruvido terzino era diventato ancora più incandescente. Il calor bianco emanato dalle gradinate britanniche (ma così poco "british", ieri sera) sembrava volere fare dei calciatori inglesi qualcosa come delle supernove imprendibili e devastanti, destinate ad incenerire la resistenza degli uomini di Mancini.
Gli inglesi, invece, non hanno più segnato. Il gol che avrebbe chiuso la partita non è arrivato, grazie alla prova superlativa dei due vecchietti della difesa centrale azzurra, che hanno quasi ammutolito Kane e Sterling, e ad alcune parate importanti di Donnarumma. Grazie alla lotta senza quartiere di Barella, Jorginho, Verratti su tutti, ma dell'intera squadra alla fine, compresi i cinque subentrati nel secondo tempo e nei supplementari. Certo, con l'eccezione dello straripante Chiesa, gli attaccanti hanno un po' deluso, ma bisogna tenere presente il muro di cinque-sei uomini, costantemente eretto dagli inglesi a protezione della loro tre-quarti ogniqualvolta gli azzurri provavano a costruire gioco per Immobile, Insigne e lo stesso Chiesa.
L'Italia ha superato la dura prova, ha strappato il pareggio con i denti, ha preso addirittura il sopravvento durante l'extra-time e poi ha sollevato la coppa al cielo dopo i rigori. Tecnica, tattica, fortuna, sfortuna... Chissà, ma in questo momento la spiegazione più convincente per il successo italiano sembra quella data dal trentaquatrenne difensore goleador: l'Italia ha capito che avrebbe davvero potuto vincere il titolo europeo durante la preparazione fatta in Sardegna, quando ha definitivamente realizzato di essere un gruppo solidissimo, irrobustito da legami umani indistruttibili, che in campo, dalla prima partita del girone alla finale, si sono tradotti in una forza di resistenza e di reazione che nessuna difficoltà e nessun avversario hanno potuto neutralizzare.
Una bella partita tra due nazionali che sono sicuramente tra le più forti al mondo. Questa volta la squadra di Mancini non è riuscita a fare la partita, come nelle precedenti sfide era avvenuto. Gli azzurri non sono riusciti a prendere il controllo del centrocampo e si sono dovuti rassegnare a giocare in ripartenza. Forse anche perché qualche giocatore italiano non era nelle condizioni migliori, ma bisogna riconoscere che il motivo principale sta nella grande prova della Spagna. Entrambe le squadre erano abituate ad imporre il proprio gioco agli avversari di turno, la Spagna è riuscita a farlo anche a spese dell'Italia perché Luis Enrique ha vinto la sfida tattica con Mancini. Busquets, Jordi Alba, Koke e Pedri hanno formato, con gli esterni e con il ripiegamento delle punte, una strettissima gabbia centrale, dentro la quale la manovra azzurra non ha avuto sufficiente respiro. Allo stesso tempo, Dani Olmo è stato un costante pericolo per Donnarumma, lanciato dalla verticalizzazione dei centrocampisti oppure liberato dal fraseggio ritmato e veloce dei compagni di squadra. Non sarà il tiki-taka dei tempi d'oro, ma è comunque un calcio molto efficace.
Inghilterra | 7 luglio 2021 - Semifinale | Danimarca |
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2:1 |
L'Inghilterra ha rispettato il pronostico che la voleva favorita, ma l'ostacolo opposto dalla Danimarca è stato arduo. Tema tattico scontato (o quasi), con gli inglesi impegnati a fare la partita e danesi a difendersi con ordine. Quando gli uomini di Southgate, dominanti nel possesso palla, hanno trovato le verticalizzazioni giuste e gli attaccanti sono riusciti a presentarsi di fronte alla porta danese, allora ci ha pensato l'ottimo Schmeichel ad evitare che la nazionale di casa passasse in vantaggio.
A passare per primi sono stati proprio i giocatori di Hjulmand, grazie ad un formidabile tiro di punizione scoccato da Damsgaard. Pickford, per la prima volta in questo torneo, è stato costretto a raccogliere il pallone dal fondo della rete. L'Inghilterra non si è però turbata e ha ripreso a macinare gioco, affrontando con pazienza la solida retroguardia danese. Finché una di quelle verticalizzazioni giuste ha dato i suoi frutti: Kane-Saka-Sterling, difesa in affannoso recupero e inevitabile autogol di Kjaer nel tentativo disperato di impedire la conclusione della punta di origine giamaicana.
Lo sforzo inglese di chiudere la contesa entro i novanta regolamentari non ha avuto buon esito, perché la Danimarca, pur subendo l'iniziativa dei padroni di casa, non ha mai rinunciato a tenere in allerta la squadra avversaria. Diverso il discorso nei tempi supplementari. Kane e compagni hanno saputo imprimere un'intensità ancora maggiore alla loro azione offensiva, la Danimarca è stata obbligata a subire un vero e proprio assedio, che si è concluso dopo circa dieci minuti con il nuovo e definitivo vantaggio britannico. Sterling, sgusciante e imprendibile, si è procurato un calcio di rigore, Kane lo ha trasformato in gol (anche con un po' di fortuna, visto che Schmeichel era riuscito a respingere il tiro del centravanti, poi rapido nel ribadire in rete).
La partita è finita lì, con l'Inghilterra a controllare il debole tentativo di riscossa di una Danimarca ormai stanca. La finale di Euro 2020 sarà Inghilterra-Italia, una signora finale.
Italia | 6 luglio 2021 - Semifinale | Spagna |
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1:1 (4:2) |
Una bella partita tra due nazionali che sono sicuramente tra le più forti al mondo. Questa volta la squadra di Mancini non è riuscita a fare la partita, come nelle precedenti sfide era avvenuto. Gli azzurri non sono riusciti a prendere il controllo del centrocampo e si sono dovuti rassegnare a giocare in ripartenza. Forse anche perché qualche giocatore italiano non era nelle condizioni migliori, ma bisogna riconoscere che il motivo principale sta nella grande prova della Spagna. Entrambe le squadre erano abituate ad imporre il proprio gioco agli avversari di turno, la Spagna è riuscita a farlo anche a spese dell'Italia perché Luis Enrique ha vinto la sfida tattica con Mancini. Busquets, Jordi Alba, Koke e Pedri hanno formato, con gli esterni e con il ripiegamento delle punte, una strettissima gabbia centrale, dentro la quale la manovra azzurra non ha avuto sufficiente respiro. Allo stesso tempo, Dani Olmo è stato un costante pericolo per Donnarumma, lanciato dalla verticalizzazione dei centrocampisti oppure liberato dal fraseggio ritmato e veloce dei compagni di squadra. Non sarà il tiki-taka dei tempi d'oro, ma è comunque un calcio molto efficace.
L'Italia però non si è data per vinta. Non poteva costruire il suo gioco? ha combattuto negli spazi strettissimi per spezzare quello degli spagnoli, a volte riuscendoci, altre volte no, ma non lasciandosi mai schiacciare passivamente all'indietro. Insomma, recuperando il "gioco all'italiana" di vecchia memoria: difesa e contropiede. Passando in vantaggio per prima, tenendo abbastanza bene la sfuriata spagnola, subendo infine il pareggio ma senza mai dare l'impressione di crollare.
Almeno per tutti i novanta regolamentari. Nei tempi supplementari le cose sono andate diversamente, perché se c'è stata una squadra che ha provato a chiuderla lì, questa è la Spagna. L'Italia si è troppo rintanata nella propria metà campo e ha sofferto di più. Però ha comunque tenuto e alla fine la sentenza l'hanno emessa i calci di rigore.
Fine delle sorprese, anche l'Ucraina si è sciolta al sole. Il risultato della partita parla chiaro, la partita non c'è stata. Troppa la differenza nei valori tecnici fra i giocatori delle due squadre, ma anche sotto certi aspetti tattici la nazionale gialloblu di Shevchenko è apparsa meno attrezzata di quella di Southgate. Prendi la difesa ucraina, per esempio, così male assestata e spesso in grande sofferenza rispetto alle incursioni di Kane, Sterling e company; malissimo disposta, poi, se parliamo di assetto contro i calci piazzati battuti dagli avversari, visto che due dei quattro gol inglesi sono venuti da colpi di testa scoccati dopo calci di punizione.
Ucraina | 3 luglio 2021 - Quarto di finale | Inghilterra |
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0:4 |
Fine delle sorprese, anche l'Ucraina si è sciolta al sole. Il risultato della partita parla chiaro, la partita non c'è stata. Troppa la differenza nei valori tecnici fra i giocatori delle due squadre, ma anche sotto certi aspetti tattici la nazionale gialloblu di Shevchenko è apparsa meno attrezzata di quella di Southgate. Prendi la difesa ucraina, per esempio, così male assestata e spesso in grande sofferenza rispetto alle incursioni di Kane, Sterling e company; malissimo disposta, poi, se parliamo di assetto contro i calci piazzati battuti dagli avversari, visto che due dei quattro gol inglesi sono venuti da colpi di testa scoccati dopo calci di punizione.
Alla fine, quello che viene da pensare sulle tante sorprese di questa edizione dell'Europeo, è che la formula (che forse dovrebbe essere rivista) abbia favorito (ripescaggio delle migliori terze dei gironi) l'avanzamento di squadre normalmente destinate ad uscire al primo turno. Queste squadre, in certi casi, hanno pure espresso un discreto gioco e lasciato una buona impressione, ma al momento della verità, nel confronto con squadre decisamente più forti, in genere (con l'eccezione della sola Svizzera) hanno mostrato tutti i loro limiti.
Così le due semifinali - Italia contro Spagna e Inghilterra contro Danimarca - saranno partite "normali" per questo stadio di avanzamento della competizione, fra competitor altamente qualificati, tenendo conto che la Danimarca, pur non partendo mai con i favori del pronostico, è però una nazionale che più volte, in passato, ha dato vita a prestazioni notevoli, culminate con la conquista del titolo continentale nel 1992 e della Confederations Cup nel 1995.
L'altro quarto: Repubblica Ceca 1 - Danimarca 2.
L'altro quarto: Repubblica Ceca 1 - Danimarca 2.
Belgio | 2 luglio 2021 - Quarto di finale | Italia |
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1:2 |
Dopo la grande prova di ieri, l'Italia deve essere considerata la principale candidata alla conquista del titolo europeo. La nazionale di Mancini ha superato il Belgio in modo molto più netto di quanto dica il risultato, sotto l'aspetto tattico, sotto l'aspetto tecnico e sotto l'aspetto caratteriale.
Gli azzurri hanno preso in mano le redini della partita fino ad ottenere il doppio vantaggio con Barella e Insigne, autori di due gol di grande pregio tecnico. Al Belgio non è rimasto altro da fare che stringersi all'indietro e sperare di lanciare Lukaku verso la porta di Donnarumma, approfittando di qualche palla persa dagli italiani, come di fatto è successo, ma in poche occasioni. De Bruyne e il velocissimo dribblomane Doku hanno cercato di mettere in difficoltà la nostra retroguardia, ma il centrocampo di Mancini non ha lasciato molto spazio di manovra ai due belgi e al loro compagno metronomo Witsel; risultato, anche Lukaku ha avuto pochissime possibilità di liberare la sua potenza e, quando ci è riuscito, ha trovato Chiellini e Bonucci a contrastarlo con decisione.
Il gol con il quale Lukaku ha dimezzato lo svantaggio è arrivato, infine, grazie ad un calcio di rigore causato da una penetrazione in area di Doku, fermata fallosamente da Di Lorenzo. Il Belgio, a quel punto, avrebbe avuto a sua disposizione tutto il secondo tempo per cercare di pareggiare (e magari ribaltare) il risultato. "Avrebbe", se l'Italia glielo avesse permesso, perché gli azzurri hanno attuato un pressing altissimo che ha inibito a lungo la costruzione della manovra offensiva belga. Soltanto verso la mezzora il Belgio ha potuto superare il blocco alto dei giocatori italiani, provati dallo sforzo, e portare almeno due seri pericoli alla porta di Donnarumma. Il portiere ha risposto da par suo, come già nel primo tempo su De Bruyne, ma anche la prova difensiva è stata eccellente, perché è stata una prova non solo di reparto, ma di squadra. Così, oltre alla sapienza tattica di Mancini, oltre alla preminenza tecnica del centrocampo e dell'attacco italiani, ha prevalso anche la forza caratteriale di un gruppo deciso ad arrivare molto lontano.
L'altro quarto: Svizzera 1 - Spagna 1; supera il turno la Spagna dopo i calci di rigore (1-3).
Quarti di finale. La composizione dei quarti è decisamente sorprendente, forse nessuno li avrebbe immaginati così. Non ci saranno la Francia e la Germania, non ci saranno altre nazionali importanti come l'Olanda e il Portogallo; ci saranno invece Danimarca, Repubblica Ceca, Svizzera e Ucraina. Per questo tabellone:
Svizzera-Spagna e Belgio-Italia (2 luglio)
Repubblica Ceca-Danimarca e Ucraina-Inghilterra (3 luglio)
Una partita a scacchi. Lunga, paziente, silenziosa. Wembley si accende solo quando i giocatori inglesi recuperano il pallone; oppure quando cercano di accelerare le giocate, merce rara. Il gioco si sviluppa lentamente, spesso per linee di passaggio orizzontali, attraverso un giro-palla ripetitivo, prevedibile. Le difese hanno buon gioco, i portieri non tremano e sono impegnati in vere parate solo una volta a testa. Low, si sa, predilige il calcio metodicamente costruito sull'attenzione tattica quasi maniacale. La Germania produce la sua manovra avvolgente e pone l'assedio alla tre-quarti inglese, poi però non trova le penetrazioni in area che dovrebbero finalizzare l'azione. Southgate imita il suo collega germanico, poi, data la sostanziale improduttività dell'attacco tedesco, i britannici prendono un po' di coraggio e un po' di campo. I leoni riescono a riportare in equilibrio le percentuali del possesso palla e i tedeschi non hanno più l'incontrastato predominio territoriale. Nella Nationalmannschaft qualcuno comincia a perdere la saldezza dei nervi. Verso la fine del primo tempo Muller combina un pasticcio, tocca male e corto per un compagno, gli inglesi recuperano il pallone e corrono verso la porta di Neuer. Di fronte al numero uno tedesco, però, gli attaccanti si impappinano e Kane sciupa la possibilità di portare in vantaggio i suoi.
Inghilterra | 29 giugno 2021 - Ottavo di finale | Germania |
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2:0 |
Una partita a scacchi. Lunga, paziente, silenziosa. Wembley si accende solo quando i giocatori inglesi recuperano il pallone; oppure quando cercano di accelerare le giocate, merce rara. Il gioco si sviluppa lentamente, spesso per linee di passaggio orizzontali, attraverso un giro-palla ripetitivo, prevedibile. Le difese hanno buon gioco, i portieri non tremano e sono impegnati in vere parate solo una volta a testa. Low, si sa, predilige il calcio metodicamente costruito sull'attenzione tattica quasi maniacale. La Germania produce la sua manovra avvolgente e pone l'assedio alla tre-quarti inglese, poi però non trova le penetrazioni in area che dovrebbero finalizzare l'azione. Southgate imita il suo collega germanico, poi, data la sostanziale improduttività dell'attacco tedesco, i britannici prendono un po' di coraggio e un po' di campo. I leoni riescono a riportare in equilibrio le percentuali del possesso palla e i tedeschi non hanno più l'incontrastato predominio territoriale. Nella Nationalmannschaft qualcuno comincia a perdere la saldezza dei nervi. Verso la fine del primo tempo Muller combina un pasticcio, tocca male e corto per un compagno, gli inglesi recuperano il pallone e corrono verso la porta di Neuer. Di fronte al numero uno tedesco, però, gli attaccanti si impappinano e Kane sciupa la possibilità di portare in vantaggio i suoi.
Nel secondo tempo Havertz ha una buona occasione, ma Pickford è bravo a neutralizzarla. Il volto della gara cambia soltanto ad un quarto d'ora dalla fine, quando la Germania commette il primo dei due errori fatali della sua partita. In quel momento i centrocampisti di Low lasciano spazio e la linea dei difensori non è adeguatamente protetta. Nello spazio si insinua Sterling, che si libera della marcatura di Rudiger, smista su Kane e poi si lancia in area. Shaw, che ha ricevuto sulla destra, lo vede e gli serve l'assist, che l'attaccante inglese trasforma in gol. La Germania reagisce subito, velocizza finalmente la manovra, cerca la profondità. La trova con uno scatto di Muller, che si trova a tu per tu con Pickford, il gol del pareggio sembra già fatto, invece il tedesco non riesce a centrare la porta. E' il secondo errore determinante e la partita finisce lì (gli inglesi segneranno poco dopo il gol del raddoppio, con Kane, approfittando dello sbilanciamento offensivo degli avversari).
Low chiude male la sua esperienza sulla panchina della nazionale e il suo successore dovrà certamente fare opera di ricostruzione tattica. L'Inghilterra vince meritatamente, perché ha sbagliato meno e sfruttato al meglio le occasioni avute. Gli inglesi, che dopo il 1966 avevano sempre perso le sfide ad eliminazione diretta contro la Germania, ottengono una bella iniezione di fiducia e adesso possono sperare davvero di coronare il loro sogno, cioè tornare a vincere un titolo dopo 55 anni dall'unico conquistato nella loro storia.
L'altro ottavo: Svezia 1 - Ucraina 2 (dopo i tempi supplementari).
La partita più bella del torneo, fino ad oggi. Dopo un primo tempo tattico, con gli svizzeri impegnati a gestire il vantaggio ottenuto da Seferovic e la Francia incapace di trovare varchi tra le strette maglie avversarie, nel secondo tempo e nei supplementari le due squadre si sono sbrigliate. Non è mancato nulla: tanti gol, due pali, un rigore fallito da Rodriguez, diverse altre azioni da rete, bel gioco, a tratti anche spettacolare, da entrambe le parti e l'emozione finale dei calci di rigore. Hanno brillato su tutte le individualità di Benzema e Seferovic, autori di una doppietta a testa; di Pogba, che ha segnato un super-gol; di Zuber, instacabile macinatore di chilometri sull'out sinistro elvetico e dispensatore di assist pregevoli per i compagni d'attacco; di Gavranovic, più che determinante dopo il suo ingresso in campo, avendo recuperato il pareggio per i suoi al 90' minuto. Al contrario, nella notte di Bucarest si è spenta la stella di Mbappé, mai in partita, costretto lui stesso ad ammainare il tricolore francese dopo avere sbagliato il calcio di rigore decisivo. Chi ha seguito la partita da spettatore neutrale si è davvero divertito.
Francia | 28 giugno 2021 - Ottavo di finale | Svizzera |
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3:3 (4:5) |
La partita più bella del torneo, fino ad oggi. Dopo un primo tempo tattico, con gli svizzeri impegnati a gestire il vantaggio ottenuto da Seferovic e la Francia incapace di trovare varchi tra le strette maglie avversarie, nel secondo tempo e nei supplementari le due squadre si sono sbrigliate. Non è mancato nulla: tanti gol, due pali, un rigore fallito da Rodriguez, diverse altre azioni da rete, bel gioco, a tratti anche spettacolare, da entrambe le parti e l'emozione finale dei calci di rigore. Hanno brillato su tutte le individualità di Benzema e Seferovic, autori di una doppietta a testa; di Pogba, che ha segnato un super-gol; di Zuber, instacabile macinatore di chilometri sull'out sinistro elvetico e dispensatore di assist pregevoli per i compagni d'attacco; di Gavranovic, più che determinante dopo il suo ingresso in campo, avendo recuperato il pareggio per i suoi al 90' minuto. Al contrario, nella notte di Bucarest si è spenta la stella di Mbappé, mai in partita, costretto lui stesso ad ammainare il tricolore francese dopo avere sbagliato il calcio di rigore decisivo. Chi ha seguito la partita da spettatore neutrale si è davvero divertito.
Alla fine l'ha spuntata la Svizzera. La nazionale di Petkovic ha disputato una gara da incorniciare. Anche gli uomini di Deschamps hanno giocato bene e forse non avrebbero demeritato la vittoria, ma dai campioni del mondo in carica ce lo aspettavamo. Non dalla Svizzera, maltrattata dagli azzurri nel girone preliminare. Proprio perché aveva il pronostico contro, la squadra elvetica merita gli elogi incondizionati degli appassionati di calcio.
Così, dopo i campioni europei uscenti del Portogallo e dopo l'Olanda, anche la favoritissima Francia esce dal campionato. Delle papabili per la conquista del titolo restano l'Italia, il Belgio, la Spagna (anch'essa impegnata allo stremo dalla Croazia) e una tra Inghilterra e Germania (che si sfideranno nel pomeriggio odierno). Ma ormai sembra anche inutile azzardare pronostici. Svizzera e Repubblica Ceca hanno dimostrato che in una sfida ad eliminazione diretta anche le più forti possono cadere.
L'altro ottavo: Croazia 3 - Spagna 5 (dopo i tempi supplementari).
L'ha spuntata il Belgio, ma fosse passato il Portogallo non ci sarebbe stato nulla da eccepire. La partita è stata nel complesso equilibrata, soprattutto durante il primo tempo, con le due squadre impegnate a manovrare a ritmi piuttosto bassi, con poche accelerazioni e pochi tiri in porta. Uno di questi, però, ha deciso la partita; mancavano tre minuti al duplice fischio, quando Thorgan Hazard, il fratello meno famoso di Eden, ha lasciato partire un gran destro da fuori area e ha battuto Rui Patricio.
Belgio | 27 giugno 2021 - Ottavo di finale | Portogallo |
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1:0 |
L'ha spuntata il Belgio, ma fosse passato il Portogallo non ci sarebbe stato nulla da eccepire. La partita è stata nel complesso equilibrata, soprattutto durante il primo tempo, con le due squadre impegnate a manovrare a ritmi piuttosto bassi, con poche accelerazioni e pochi tiri in porta. Uno di questi, però, ha deciso la partita; mancavano tre minuti al duplice fischio, quando Thorgan Hazard, il fratello meno famoso di Eden, ha lasciato partire un gran destro da fuori area e ha battuto Rui Patricio.
Nel secondo tempo il Portogallo ha abbandonato la tattica seguita nel primo e ha conquistato il dominio del campo. Il Belgio si è disposto in copertura e però ha corso due grandi pericoli; in un caso è stato molto bravo Courtois a respingere un tiro forte e minaccioso scoccato da Ruben Dias, nell'altro caso è stato il palo ad impedire che un altro gran tiro, questa volta di Guerreiro, portasse i lusitani al pareggio.
Era stata dipinta come la sfida tra Lukaku e Ronaldo, ma le due stelle non hanno brillato. Ronaldo è sembrato spesso fuori dal gioco e non ha mai avuto una mezza occasione da gol, a parte un tiro di punizione che il portiere belga ha controllato con fatica. Lukaku è stato servito poco e male dai compagni e, le rare volte in cui è riuscito a partire in progressione, non è stato capace di concludere in rete. Alla fine, tra le due squadre ha deluso proprio il Belgio, perché il pronostico lo dava favorito e perché è la nazionale che occupa il primo posto nel ranking della Fifa. A parziale giustificazione dei belgi, bisogna considerare che la squadra di Roberto Martinez è forse alla sua ultima occasione di vincere un titolo; la paura di sbagliare e di subire l'eliminazione deve avere prevalso sulla voglia di giocare come, in altre occasioni, ha dimostrato di sapere fare.
Ci sono voluti i tempi supplementari per superare il turno e qualificarsi per i quarti di finale, dove l'Italia dovrà vedersela con il Portogallo o il Belgio. Gli azzurri si sono trovati di fronte al primo vero scoglio nella loro navigazione verso la finale del Campionato. Nessuna sottovalutazione dell'avversario, che ha confermato di essere una nazionale in crescita, come lasciavano capire i buoni risultati ottenuti dagli austriaci anche in Nations League; però, obiettivamente, forse nessuno di noi pensava che gli uomini di Franco Foda sarebbero riusciti a creare tante difficoltà all'Italia.
La partita di solido contenimento, con pronte ripartenze, non ci sorprende, era nelle aspettative generali. Ci sorprende invece la capacità austriaca di abbandonare l'attendismo e prendere in mano l'iniziativa, specialmente nella seconda metà del secondo tempo e creare più di un'insidia alla porta di Donnarumma. L'Austria ha giocato tatticamente molto bene e l'Italia si è dovuta rassegnare a vedere sfumare tutto il lavoro fatto, durante i novanta regolamentari, per scardinare il muro difensivo biancorosso.
Mancini ha deciso le sorti della partita con i cambi. Quando Barella e Immobile non incidono come al solito, possono provarci altri. Pessina e Chiesa, con l'inesauribile Spinazzola, hanno dato all'Italia la profondità e la velocità d'esecuzione che, prima, gli azzurri non erano riusciti a produrre. L'Austria, dopo avere subito i gol italiani, ha provato a reagire, ha fatto i suoi cambi, è riuscita ad accorciare le distanze, ma a quel punto si è fermata. Le panchine delle due squadre avevano la stessa "lunghezza" ma non la stessa qualità. Questo, alla fine, ha fatto la differenza in favore dell'Italia.
L'altro ottavo: Galles 0 -Danimarca 4.
Conclusione della fase a gironi. Inizia la fase ad eliminazione diretta. Con le partite di ieri, 23 giugno, il Campionato europeo ha esaurito la fase a gironi. Al nastro di partenza si erano presentate diverse nazionali potenzialmente in grado di aggiudicarsi il titolo, adesso si può cominciare a valutarle meglio.
Italia, Belgio e Olanda hanno concluso i rispettivi gironi al primo posto con punteggio pieno. Queste tre sono le squadre che hanno destato l'impressione migliore, hanno espresso una qualità di gioco abbastanza elevata e costante, e meritano di essere considerate, al momento, come le prime favorite per la vittoria finale.
Scalano di un gradino Inghilterra, Francia e Spagna. Queste nazionali hanno avuto uno o due passaggi a vuoto, in coincidenza con un'espressione di gioco non sempre brillante e convincente. Ciò vale soprattutto per francesi e spagnoli, i primi senz'altro positivi nella vittoria dell'esordio con la Germania ma poi in difficoltà rispetto all'aggressività dell'Ungheria e del Portogallo; i secondi si sono riscattati solo nell'ultima gara, travolgendo la Slovacchia, ma Svezia e Polonia li avevano messi alla frusta e costretti a cedere il primo posto nel girone alla sorprendente Svezia.
Tra le favorite della vigilia, la Germania è quella che sembra uscire maggiormente ridimensionata dalla prima fase. Incolore nella sconfitta con la Francia, la squadra di Low ha avuto un sussulto contro il Portogallo, ma ha di nuovo mostrato evidenti limiti nella manovra e in difesa contro la scatenata Ungheria, salvandosi in extremis da una clamorosa eliminazione.
I tedeschi, come spagnoli, gallesi, danesi, austriaci e croati si sono qualificati agli ottavi di finale con il secondo posto nei rispettivi gironi. Le quattro nazionali ripescate come migliori terze classificate sono Portogallo, Repubblica Ceca, Svizzera e Ucraina.
Per i seguenti ottavi di finale: Galles-Danimarca, Italia-Austria, Olanda-Repubblica Ceca, Belgio-Portogallo, Croazia-Spagna, Francia-Svizzera, Inghilterra-Germania, Svezia-Ucraina.
Finlandia | 21 giugno 2021 | Belgio |
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0:2 |
Dopo Italia e Olanda anche il Belgio ha chiuso il suo girone a punteggio pieno, come da pronostico. Nessuna sorpresa quindi, il Belgio conferma di essere una delle nazionali più forti del momento e c'è chi la vede tra le favorite per la conquista del titolo europeo.
Contro la modesta Finlandia in realtà non si è vista una grande prestazione di Lukaku e compagni. Certo, i finlandesi hanno alzato le barricate per tutto il primo tempo, ma i belgi non ci hanno messo molto impegno per provare a superarle. Nella seconda metà della gara le cose sono cambiate perché il Belgio ha aumentato i giri del motore e i finlandesi hanno provato a rispondere in contropiede. Però la squadra di Kanerva ha commesso l'errore di non tenere corte le distanze fra i reparti e allora la maggiore tecnica dei giocatori belgi ha fatto tutta la differenza del mondo.
La Finlandia, alla prima presenza nella fase finale del Campionato europeo, ha disputato comunque una partita dignitosa e ha cercato di pareggiare, rendendosi insidiosa in almeno un paio di circostanze. Il pareggio le avrebbe consentito di accedere agli ottavi di finale, ma può ancora sperare di essere ripescata tra le migliori terze dei vari gironi. Per la nazionale finnica sarebbe un traguardo storico.
Portogallo | 19 giugno 2021 | Germania |
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2:4 |
Il Campionato europeo dovrebbe avere recuperato una delle sue protagoniste storiche. La Germania, che era apparsa poca cosa nella partita con la Francia, ha prontamente rialzato la testa davanti al Portogallo di Ronaldo.
Niente di nuovo sotto l'aspetto tattico e, per gran parte della gara, ancora gli stessi undici visti in campo contro i campioni del mondo, ma il gioco tedesco è cambiato molto per il ritmo e la velocità maggiori impressi dalla squadra di Low. Ne hanno guadagnato anche le prestazioni individuali, quelle di Kroos e Gundogan, i costruttori della manovra germanica; quelle di Havertz, Gnabry e Muller, i finalizzatori; e, soprattutto, quella di Gosens, che si può eleggere Mvp della partita. L'esterno dell'Atalanta ha macinato chilometri sulla corsia sinistra, in spinta e in copertura, ha confezionato l'assist per il terzo gol, segnato da Havertz, e ha segnato lui stesso il quarto gol tedesco. Dopo il quarto acuto, la Germania ha tirato un po' i remi in barca e ha lasciato l'iniziativa ai portoghesi che, quanto meno, sono riusciti a dimezzare lo svantaggio grazie a Jota su assist di Ronaldo, il quale aveva anche inaugurato le segnature e dato al Portogallo l'illusione di poter fare bottino pieno.
In realtà il gol di CR7 era venuto dopo un'azione di contropiede, sviluppatasi all'interno di un primo quarto d'ora di gioco dominato dai tedeschi. Anche in un paio di altre occasioni la Mannschaft ha mostrato di non essere sempre pronta ad accorciarsi quando l'avversario ripartiva e questo, al momento, resta il tallone d'Achille di una squadra che, per il resto, ha dimostrato di avere ritrovato la sua tradizionale compattezza ed efficacia.
Francia | 15 giugno 2021 | Germania |
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1:0 |
La partita più attesa di questa prima fase dell'Europeo, la "finale anticipata", la super-sfida tra i campioni del mondo in carica e la plurititolata Germania è stata decisa, alla fine, da un autogol di Hummels. Detto questo, però, bisogna anche dire che la Francia ha meritato la vittoria. La nazionale di Deschamps ha confermato il suo ruolo di favorita d'obbligo per la conquista del titolo. Squadra che sa rimanere compatta intorno al suo pacchetto difensivo quando gli avversari attaccano, che sa ripartire velocemente non appena l'azione di gioco si ribalta, che sa manovrare con sufficiente ritmo quando deve costruire il gioco offensivo, la Francia è anche un insieme di individualità tecniche di altissimo livello. Mbappé è il nome che viene subito in mente, Griezmann e Kanté subito a ruota con gli esterni Pavan e Hernandez, senza dimenticare Rabiot, ma ieri il migliore in campo è stato Pogba. Gli anni passano, ma il centrocampista di origine guineana dimostra di essere ancora oggi uno dei calciatori più forti al mondo.
La Germania, al contrario, ha confermato l'impressione negativa che aveva dato nel corso dell'ultima Nations League, quando fra l'altro subì ben sei reti dalla Spagna. Low continua ad insistere sul tema tattico della squadra cortissima che manovra dal basso e punta poi tutto sul modulo con i tre trequartisti, per arrivare in porta, praticamente, col pallone al piede. E' una filosofia di gioco che non paga più ormai da tempo, almeno dal Mondiale vinto nel 2014; ma il tecnico tedesco sembra non volersene rendere conto. Le difficoltà della Germania consistono soprattutto nella incapacità di dare ritmo e velocità alla manovra avvolgente, specialmente quando l'avversario è tatticamente ben disposto in campo e chiude ogni possibile via allo sviluppo dell'azione tedesca. E queste difficoltà sono accentuate dalla latitanza di giocatori come Kroos, il quale dovrebbe fare girare il motore della squadra e invece sembra l'ombra del campione del mondo di sette anni fa.
Oggi la Germania non può fare parte del lotto delle favorite, a meno che nelle prossime partite contro Ungheria e, soprattutto, Portogallo, non riesca a risollevarsi.
Spagna | 14 giugno 2021 | Svezia |
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Diciamoci la verità, siamo rimasti abbastanza delusi dalla Spagna, sia per il risultato che ha ottenuto contro la modesta e sgraziata Svezia, sia per il gioco che ha espresso. Questa Spagna ringiovanita, priva di molti dei giocatori che l'avevano resa grande negli anni passati, nonostante tutto avrebbe potuto vincere la partita. Tre grandi parate di Olsen e la scarsa precisione di Morata hanno salvato gli svedesi dalla sconfitta.
Se anche avesse vinto, però, la Spagna di Luis Enrique non avrebbe comunque convinto. Il suo gioco è apparso complessivamente piuttosto lento e il famoso tiki-taka non si è visto, se non per sporadici momenti. Certo, non è semplice fare gioco arioso e brillante quando trovi davanti a te dieci frangiflutti gialli che hanno il solo obiettivo di non farti arrivare in porta, però la tecnica superiore dei giocatori iberici, magari supportata da qualche idea tattica alternativa, avrebbe dovuto, prima o poi, venire a capo delle difficoltà.
Senza dimenticare che pure la Svezia ha avuto le sue occasioni-gol, nel primo tempo con il suo giocatore migliore, il giovane Isak, fermato dal palo spagnolo e nel secondo con Berg, che ha incredibilmente sprecato un pallone d'oro offertogli dal solito Isak. Ora la domanda è: la Spagna è davvero questa, oppure ha bisogno di un po' di rodaggio prima di esprimersi al meglio delle potenzialità che certo non le mancano? La risposta arriverà dalle prossime due gare che attendono le magliette rosse.
Inghilterra | 13 giugno 2021 | Croazia |
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L'Inghilterra è considerata una delle pretendenti alla vittoria finale. Nella partita contro la solida Croazia, gli inglesi hanno dimostrato di meritare tanta considerazione. La squadra di Southgate ha cominciato a giocare puntando sulla grande potenza offensiva di cui dispone e per almeno venti minuti ha letteralmente assediato gli avversari. Foden, Kane, Sterling, innescati dall'inesauribile motore di Mount e Phillips, hanno messo in seria difficoltà la retroguardia croata e in un caso, su tiro di Folden, Livakovic è stato salvato solo dal palo.
Però, appunto, la Croazia è una squadra solida, che sa difendersi bene e dunque è riuscita a reggere la sfuriata dei Leoni. Allora, cambio di tattica per gli inglesi, che hanno allentato la pressione offensiva e aspettato che i croati cominciassero a venire fuori con più convinzione dalla loro metà campo. Questo è puntualmente successo, ma la nazionale inglese era pronta a colpire al minimo segnale di rilassamento difensivo degli ospiti. Quel momento è arrivato quando erano trascorsi 12' del secondo tempo; Phillips e Sterling hanno intuito la possibilità di sfruttare un varco nella linea difensiva croata, il centrocampista ha sfoderato un assist fulmineo e preciso, l'attaccante si è lanciato nello spazio e ha battuto il portiere avversario.
La Croazia ci ha provato a riportare la partita in parità, ma l'Inghilterra ha controllato quel tentativo senza particolari problemi. Nel finale abbiamo anche visto Modric molto arretrato, impegnato a costruire dal basso la manovra offensiva, ma la sua squadra ha mostrato scarsa incisività in attacco, anche dopo l'ingresso in campo di Petkovic al posto di Rebic.
Il Campionato europeo per nazioni, che la Uefa continua a indicare ufficialmente come quello dell'anno 2020, è finalmente cominciato. La partita inaugurale è stata alla fine un vero trionfo per la nazionale azzurra, ma per tutto il primo tempo la squadra di Mancini ha faticato invano nella ricerca del gol.
L'avversario era la Turchia, una squadra composta quasi per intero da omoni pesanti, molto portati alla costruzione di barriere praticamente insormontabili a protezione della loro area di rigore. Almeno fino a quando la corsa e i polmoni li hanno sostenuti nella puntuale chiusura di tutti gli spazi e le linee di passaggio che Jorginho e compagni cercavano disperatamente per mandare in porta Immobile, Berardi e Insigne. Poi le cose sono cambiate, anche grazie a quel regalino della dea bendata che ha obbligato Demiral ad un goffo intervento davanti alla sua porta, con conseguente autogol, dopo otto minuti dall'inizio del secondo tempo.
Da quel momento le cose sono cambiate. L'Italia ha preso decisamente il sopravvento su un'avversario costretto a sbottonarsi per cercare di pareggiare. Barella e uno strepitoso Spinazzola hanno trovato libertà di spinta e penetrazione dentro i sedici metri turchi, gli attaccanti hanno ricevuto un numero crescente di palloni giocabili e non hanno tardato molto a fare valere la legge del più forte. Mentre Donnarumma non ha corso pericoli eccessivi, nonostante i tentativi dell'insidioso Under, dall'altra parte prima Immobile, riprendendo la respinta corta di Cakir su tiro di Spinazzola e poi Insigne, su assist di Immobile, hanno raddoppiato e triplicato e affondato il massiccio bastimento con la mezzaluna.
La Turchia si è sciolta al sole nel momento in cui ha dovuto abbandonare la tattica difensiva per misurarsi sul piano della costruzione del gioco. L'Italia ha sfruttato a pieno la superiorità tecnica dei suoi giocatori e ha vinto brillantemente davanti ai sedicimila dello stadio Olimpico di Roma.
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