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14 luglio 2020

L'Unione Sportiva Cagliari alla conquista della serie A (1952-1964)

Il giovane Gigi Riva



Stagione 1952-53. Serie B
La bella squadra di Allasio si fece rispettare e terminò il campionato al quarto posto in classifica, staccato di soli tre punti dal Legnano, che, grazie al secondo posto in graduatoria e al vittorioso spareggio con il Catania, conquistò la promozione in serie A insieme alla capolista Genoa. I sardi furono anche in grado di prodursi in un serrato testa a testa con i liguri, che vennero sorpassati all'undicesima giornata e poi di nuovo alla sedicesima. Fu quello il momento di maggiore forma per i rossoblu isolani, che mantennero la testa della classifica per sette giornate consecutive. Poi il Genoa si riprese il primo posto e lo conservò fino al termine. 
La difesa rossoblu, con 44 gol al passivo, fu decisamente la peggiore tra quelle delle squadre che occupavano i primi dieci posti della classifica. Pure con questo, il Cagliari subì soltanto una sconfitta pesante, quando incassò cinque reti sul campo del Legnano (dove però la stessa capolista ne subì quattro). Molto migliore fu invece il rendimento dell'attacco cagliaritano, che mettendo a segno 51 gol si distinse come il più prolifico dopo quello del Legnano. Il record di reti fu realizzato da Bercarich e compagni nella partita casalinga contro il Verona, battuto 6-0.
La conferma di Allasio fu certamente il primo merito della società cagliaritana, perché con l'ottimo allenatore restarono anche tutti i giocatori più importanti, a cominciare da Bercarich, che fu di nuovo capocannoniere, Gennari, Torriglia, Golin e Avedano. Ma anche i rinforzi furono azzeccati. L'affidabile portiere Gualazzi, che divenne la prima scelta di Allasio, arrivava in prestito dal Genoa, mentre il centrocampista Pozzi, pur essendo a fine carriera, portava in dote l'importante esperienza maturata in serie A con le maglie di Pro Patria, Inter e Torino. L'attacco era certamente il reparto meno bisognoso di rinforzi, ma per ovviare alle partenze di Ragazzo e Serone furono ingaggiati Frugale e l'ungherese Fekete, il quale non aveva avuto una grande carriera in Italia (solo campionati di serie C e B per lui), però aveva vinto la Coppa Mitropa con l'Ujpest nel 1939 ed era stato anche nazionale magiaro.

La rosa. 
Portieri. Giorgio Bolognesi, Enrico Gualazzi.
Difensori. Angelo Dini, Flavio Melis, Vito Miolli, Alfredo Motta, Carlo Redolfi.
Centrocampisti. Piercarlo Gambini, Livio Gennari, Ottavio Morgia, Sergio Pison, Piero Pozzi, Mario Villa, Angelo Torriglia.
Attaccanti. Carlo Avedano, Erminio Bercarich, Fabio Frugali, Arpad Fekete, Piero Golin.
Allenatore. Federico Allasio.

Marcatori. 12 Bercarich, 11 Golin, 9 Gennari e Pison, 3 Avedano, 2 Frugali, 1 Morgia, Pozzi e Villa (+ 2 autogol a favore).

Stagione 1953-54. Il campionato dei rimpianti

Il Cagliari andò vicinissimo alla prima storica promozione in serie A, ma sciupò entrambe le occasioni che gli si presentarono per fare il grande salto.
Il nuovo presidente, Pietro Leo, fu impegnato nel riassetto finanziario della società, sicché molti giocatori, compresi alcuni tra i più quotati, dovettero giocoforza essere ceduti. In particolare, tra i portieri e i difensori rimase a Cagliari il solo Miolli, mentre tra i centrocampisti furono ceduti anche Pison e Pozzi. Arrivarono però Sanna, Barranco, Bertoli e Mussino. Partirono anche due degli attaccanti più forti, cioè Bercarich e Avedano, ma in compenso la società acquistò altre quattro punte, Mezzalira, Loranzi, Savigni e Brocchi.
Non si trattò semplicemente di fare numero per rimpolpare l'organico, perché alcuni dei nuovi arrivi erano giocatori di sicuro valore. Il portiere titolare, Santarelli, aveva appena vent'anni ed era già destinato ad una carriera importante; dopo un triennio a Cagliari, il Bologna lo giudicò pronto per il campionato di serie A e lo acquistò. Il terzino Bersia era stato prelevato dal Torino ed anche il mediano Barranco e l'interno Mussino arrivavano dalla serie A, dove avevano vestito la maglia della Spal di Ferrara. Bertoli, centrocampista atletico di scuola Atalanta, fu prelevato dalla Salernitana e a Cagliari si dimostrò un giocatore di grande affidabilità.  Un cenno particolare merita Vanni Sanna, uno dei più noti fra gli ex calciatori ed allenatori sardi. Era cresciuto nell'Alghero ed era passato poi alla Torres di Sassari, dove era esploso, mettendo in evidenza le sue doti di centrocampista offensivo. A Sassari aveva segnato più di venti gol in tre stagioni e a Cagliari, pur cimentandosi in un campionato ben più difficile, non fece mancare il suo apporto realizzativo. La nuova squadra rossoblu si presentava senza un grande bomber e forse con un tasso tecnico un po' meno elevato rispetto alla stagione precedente, ma guadagnava in compattezza e presenza fisica. Se l'attaccò non andò oltre le 42 segnature, la difesa fu un vero fortino e la porta subì appena 30 gol.
La squadra cagliaritana cominciò il campionato sotto la guida tecnica del confermato Allasio, il quale però non instaurò un buon rapporto con la nuova dirigenza societaria, che dopo la 22.ma giornata lo esonerò. Lo sostituì in panchina Ottavio Morgia, il centrocampista da diverse stagioni in maglia rossoblu, ma il suo compito era quello di fare da ponte in attesa che arrivasse il vero sostituto di Allasio, cioè Vincenzo Soro, che subentrò alla 27.ma giornata. Durante la gestione Allasio, il Cagliari aveva avuto un rendimento altalenante, caratterizzato da prevalenti vittorie casalinghe e prevalenti sconfitte esterne. Con i suoi successori le cose non cambiarono nella sostanza, ma Soro ebbe la possibilità concreta di conquistare il secondo posto (alle spalle del Catania) e quindi la promozione diretta in serie A. L'allenatore, infatti, portò i rossoblu al successo contro la principale rivale, la Pro Patria (29.ma giornata), per poi pareggiare sul campo del temibile Marzotto Valdagno e battere nelle due seguenti gare casalinghe l'Alessandria e il Modena. Nel contempo, la Pro Patria perdeva i due derby contro il Fanfulla e il Monza, vincendo poi a tavolino contro il Verona una partita che sul campo era finita in parità. Nonostante quel punto in più, rimediato per l'intervento sanzionatorio della giustizia sportiva, a due giornate dal termine del campionato i lombardi restavano staccati di due lunghezze dal Cagliari. I rossoblu avevano anche un calendario più favorevole, dovendo giocare contro Fanfulla e Pavia, squadre di classifica medio-bassa (e il Fanfulla, penultimo e penalizzato pure di cinque punti, retrocederà insieme al Piombino). La Pro Patria, invece, prima del tranquillo Padova, doveva affrontare il forte Lane Rossi Vicenza. Purtroppo, inopinatamente, i rossoblu furono sconfitti sul campo del Fanfulla (anche se solo in seguito ad uno sfortunato autogol di Villa), mentre la Pro Patria riusciva a piegare il Vicenza. Le due squadre si ritrovarono così appaiate al secondo posto e i rispettivi pareggi, ottenuti in trasferta all'ultima giornata di campionato (con il Cagliari che sbagliò un rigore a Pavia), decretarono che la squadra promossa in serie A (insieme al Catania) sarebbe uscita dallo spareggio fissato per il 6 giugno 1954 sul campo neutro di Roma.
Il Cagliari aveva quindi una seconda opportunità per raggiungere la massima serie calcistica, ma lo spareggio fu vinto dalla squadra di Busto Arsizio in modo piuttosto netto (2-0) e meritato.

La rosa.
Portieri. Carlo Alberto Cernuschi, Attilio Santarelli, Aldo Sulis.
Difensori. Pietro Bersia, Maide Capacci, Vito Sante Miolli, Mauro Simeoli.
Centrocampisti. Candiano Barranco, Luigi Bertoli, Livio Gennari, Ottavio Morgia,  Domenico Mussino, Giovanni Sanna, Giovanni Savigni, Angelo Torriglia, Mario Villa.
Attaccanti. Otello Brocchi, Fabio Frugali, Piero Golin, Enrico Loranzi, Giancarlo Mezzalira.
Allenatori. Federico Allasio, poi Ottavio Morgia, poi Vincenzo Soro.

Marcatori. 8 Mezzalira, 7 Gennari e Loranzi, 6 Golin, 5 Morgia, 3 Mussino e Torriglia, 1 Frugali e Sanna (+1 autogol a favore).

Stagione 1954-55. Serie B

In un campionato dominato dal Vicenza, che si prese il primo posto della classifica alla nona giornata per non lasciarlo più, il Cagliari ebbe un ruolo di secondo piano. I rossoblu dovettero accontentarsi della nona posizione finale, con 33 punti, frutto di dieci vittorie, undici sconfitte e tredici pareggi. L'attacco mise a segno 33 gol e fu tra i meno prolifici del campionato, ma la difesa si comportò bene e subì soltanto 35 gol. A Vincenzo Soro fu affidato il ruolo di direttore tecnico, mentre per ricoprire quello di allenatore fu chiamato Carlo Alberto Quario, il quale aveva allenato in serie C e B ed era stato avversario dei rossoblu alla guida di Pavia, Toma Maglie e Parma. L'obiettivo della società e del suo nuovo presidente, Efisio Corrias, era quello di dare nuovamente la scalata alla serie A, sicché i risultati deludenti delle prime dieci giornate, che videro il Cagliari sconfitto per quattro volte e vincitore di sole due partite, indussero all'esonero di Quario (il quale, passato subito alla guida del Monza, si prese la soddisfazione di battere la sua ex squadra nella gara di ritorno in Brianza).
Al posto di Quario arrivò Silvio Piola. Il grande ex attaccante, uno dei più forti nella storia del calcio italiano e campione del mondo nel 1938, aveva appena concluso una parentesi poco felice come vice allenatore della Nazionale (sembra che non fosse buono il suo rapporto personale con il commissario tecnico, l'ungherese Czeizier). Piola non aveva altre esperienze da allenatore, ma Corrias decise di puntare su di lui per recuperare il terreno perduto e puntare decisamente alla vetta della classifica. Le cose però non andarono nel modo desiderato, perché la squadra incamerò solo due pareggi e altrettante sconfitte nelle prime quattro uscite sotto la nuova guida tecnica. La successiva vittoria interna ai danni del Palermo sembrò dare un segnale di svolta, ma fu seguita da altre due sconfitte. Nel girone di ritorno i rossoblu fecero meglio, conquistando venti punti, contro i tredici dell'andata. Ottennero anche una prestigiosa vittoria contro la capolista Vicenza, ma lasciarono i due punti in palio a squadre di bassa classifica, come Alessandria, Monza e Verona.
Insomma, la "cura" Piola riuscì solo parzialmente, ma questo esito fu dovuto probabilmente anche alla composizione della rosa. In particolare, l'attacco aveva perso Golin e Loranzi, che nel precedente campionato avevano dato un buon contributo di gol. Tra i nuovi attaccanti si distinse Aurelio Santagostino, di scuola Milan, che fece coppia d'attacco con Mezzalira, mentre le riserve Giuseppe Cadè (prelevato dall'Atalanta insieme al fratello Giancarlo) e Bruno Micheloni (che l'anno prima aveva contribuito con i suoi gol alla promozione in serie A del Catania) restarono al di sotto delle attese.

La rosa.
Portieri. Ilario Mistroni, Attilio Santarelli.
Difensori. Pietro Bersia, Vito Sante Miolli, Mauro Simeoli.
Centrocampisti. Candiano Barranco, Luigi Bertoli, Giancarlo Cadè, Livio Gennari, Gianni Molinari, Ottavio Morgia, Domenico Mussino, Mario Pantaleoni, Giovanni Sanna, Giovanni Savigni, Angelo Torriglia, Mario Villa. 
Attaccanti. Giuseppe Cadè, Giancarlo Mezzalira, Bruno Micheloni, Aurelio Santagostino.
Allenatori. Carlo Alberto Quario, poi Silvio Piola.

Marcatori. 9 Santagostino, 7 Mezzalira, 6 Sanna, 3 Pantaleoni, 2 Micheloni, 1 Bersia, Bertola, Cadè Giuseppe, Simeoli, Torriglia e Villa.

Stagione 1955-56. Serie B

Il Cagliari migliorò il risultato precedente, piazzandosi al quinto posto a quota 40 punti a pari merito con il Catania (appena retrocesso dalla serie A). L'attacco sardo tornò a livelli di rendimento decisamente buoni, realizzando 51 gol, ma la difesa fu meno imperforabile rispetto al recente passato e la rete sarda subì 45 segnature. Silvio Piola poté lavorare con la squadra fin dal pre-campionato e, soprattutto, ottenne alcuni rinforzi importanti.
A cominciare dall'istriano Tullio Ghersetich, attaccante, che fu il nuovo cannoniere rossoblu. Ghersetich, di proprietà della Fiorentina, dopo i prestiti a Monza e Salerno fu ceduto dalla Viola al Cagliari a titolo definitivo. Nei cinque anni di carriera precedenti il suo arrivo in Sardegna, Gersetich aveva segnato più di 40 gol e si era distinto soprattutto con le maglie della Carrarese e dell'Empoli, in serie C, meritandosi il trasferimento a Firenze. Il nuovo presidente del Cagliari, Ennio Dalmasso, aveva voluto fare le cose in grande per quanto riguarda il reparto offensivo. Così, oltre a Ghersetich e dopo avere confermato Mezzalira e Santagostino, si assicurò anche il centrocampista d'attacco Carlo Regalia. La mezza punta lombarda aveva messo in luce il suo senso del gol nelle stagioni passate con la maglia della Gallaratese e a Cagliari non avrebbe tradito le aspettative.
Dalla Gallaratese era arrivato anche Elio Letari, un giocatore molto utile perché sapeva adattarsi a svolgere i diversi ruoli del centrocampo, che Piola impiegò soprattutto da mediano e da esterno destro. Il centrocampo fu rinforzato ulteriormente con il sassarese Umberto Serradimigni, proveniente dalla Torres. Un po' come Vincenzo Soro, Serradimigni era un atleta polivalente, perché al calcio affiancava con successo l'attività nei salti, lungo e triplo, e nella staffetta 4x400, specialità che lo laurearono campione regionale.
Infine, arrivarono due nuovi portieri, il sardo di San Sperate Sergio Bertola, cresciuto nelle giovanili rossoblu e l'aostano Vincenzo Reverchon, acquistato dalla Sampdoria, che fu il titolare del ruolo.
La squadra di Piola ebbe un avvio di campionato importante, dato che nelle prime cinque partite totalizzò quattro vittorie e un pareggio, ma in seguito non riuscì a mantenere questa andatura da promozione. Le successive vittorie, undici, furono inframezzate da nove sconfitte e nove pareggi, mentre soltanto nel finale di stagione i rossoblu riuscirono a mettere in fila quattro vittorie consecutive, quando ormai i giochi per il salto in serie A erano fatti. Il Cagliari concluse il girone di andata con 20 punti e nel girone di ritorno non riuscì a fare meglio, anche se fu in grado di battere la capolista Udinese. Un'altra stagione finiva, dunque, lasciando l'amaro in bocca all'ambiente rossoblu.

La rosa.
Portieri. Sergio Bertola, Vincenzo Reverchon, Attilio Santarelli.
Difensori. Pietro Bersia, Vito Sante Miolli, Mauro Simeoli.
Centrocampisti. Luigi Bertoli, Elio Letari, Luigi Manca, Enzo Marchisio, Gianni Molinari, Mario Pantaleoni, Silvio Pignoni, Carlo Regalia, Giovanni Sanna, Giovanni Savigni, Umberto Serradimigni, Mario Villa, Alfredo Vincenzi.
Attaccanti. Tullio Ghersetich, Giancarlo Mezzalira, Aurelio Santagostino.
Allenatore. Silvio Piola.

Marcatori. 16 Ghersetich, 10 Regalia, 6 Mezzalira, 4 Sanna, 3 Savigni e Serradimigni, 2 Bertoli, Pantaleoni e Santagostino, 1 Letari e Villa (+1 autogol a favore).

Stagione 1956-57. Serie B

Il Cagliari non riuscì a consolidare né tanto meno a migliorare la classifica dell'ultimo campionato. Anzi, i rossoblu furono molto deludenti rispetto ai pronostici della stampa sportiva, che li indicava come una delle squadre candidate alla promozione. Gli uomini del presidente Dalmasso terminarono al decimo posto, con 32 punti, dopo una continua altalena fatta di risultati incoraggianti - come la vittoria sulla capolista Verona - e di altri deprimenti - come la sconfitta sul campo del Legnano, ultimo in classifica e infine retrocesso insieme alla Pro Patria.
Evidentemente non contento di come erano andate le cose nel 1956-57, Dalmasso aveva deciso di sostituire Piola con Carlo Rigotti, il quale aveva appena portato il Palermo in serie A. Il credo tattico di Rigotti era molto semplice, le sue squadre dovevano stare ben chiuse in difesa e approfittare del minimo sbandamento delle difese avversarie per colpire. Questa impostazione richiedeva la capacità di giocare in contropiede, ma secondo alcuni cronisti sportivi il Cagliari non aveva punte abbastanza scattanti e adatte a quel tipo di azione. La squadra si dimostrò effettivamente molto solida in difesa, ma anche poco produttiva in attacco. Alla quattordicesima giornata, dopo la sconfitta interna subita ad opera del Modena (con un gol incassato nei primi minuti di gioco, che i sardi non riuscirono a recuperare), Rigotti fu esonerato.
Dalmasso richiamò Piola, che aveva un'idea calcistica più offensivista rispetto a Rigotti e, nei fatti, il suo Cagliari si era distinto per il grande numero di gol segnati. Si trattava ora di armonizzare la tenuta difensiva con l'esplosività dell'attacco, ma Piola non riuscì nell'intento. I rossoblu continuarono ad essere una squadra difficilmente superabile in difesa quanto facilmente neutralizzabile in attacco. Il bilancio dei gol alla fine del campionato fu di 34 subiti e 30 realizzati; la difesa dei cagliaritani fu la quinta migliore del torneo, ma l'attacco fu il peggiore (persino le squadre retrocesse avevano segnato di più). Era mancato soprattutto il contributo di Ghersetich, mentre Mezzalira era rimasto più o meno sui suoi livelli realizzativi. I nuovi arrivati Bicicli e Cavazzuti (in prestito dalla Roma) non fecero meglio di Santagostino e Savigni, dei quali avevano preso il posto. Al reparto difensivo era stata data maggiore attenzione, visto che erano arrivati dalla serie A sia il portiere Persico (Spal), che sostituì come titolare il già valido Reverchon, sia l'esperto Gabriele De Toni, proveniente dalla Roma. Inoltre, il Cagliari aveva preso dall'Olbia il ventenne e promettente Mario Tiddia, di Sarroch, che negli anni seguenti sarebbe diventato uno dei punti di forza del reparto arretrato. Anche il centrocampo aveva avuto il suo rinforzo importante, il romanista Raoul Bortoletto, un piede destro tecnico e duttile che sapeva fare praticamente tutti i ruoli della fascia mediana e che poteva adattarsi a giocare da terzino. A lui si era aggiunto il giovane talento del vivaio rossoblu Antonio Congiu, ala sinistra, destinato come Tiddia a conquistarsi un posto di primo piano negli anni a venire.
In seguito a quest'altro fallimento Dalmasso si dimise e il nuovo presidente del Cagliari fu Giuseppe Meloni.

La rosa.
Portieri. Piero Persico, Vincenzo Reverchon.
Difensori. Bruno Barberi, Pietro Bersia, Gabriele De Toni, Antonio Schiavoni, Mauro Simeoli, Mario Tiddia.
Centrocampisti. Luigi Bertoli, Raoul Bortoletto, Giancarlo Cadè, Antonio Congiu, Elio Letari, Carlo Regalia, Giovanni Sanna, Umberto Serradimigni, Mario Villa.
Attaccanti. Armando Bicicli, Armando Cavazzuti, Tullio Ghersetich, Giancarlo Mezzalira.
Allenatori. Carlo Rigotti, poi Silvio Piola.

Marcatori. 6 Ghersetich, 5 Mezzalira e Regalia, 3 Cavazzuti e Letari, 2 Sanna e Serradimigni, 1 Bicicli, Bortoletto e Cadè (+1 autogol a favore).

Stagione 1957-58. Allarme retrocessione

Gli alti e bassi fatti registrare dal Cagliari nei campionati seguiti alla mancata promozione in serie A del 1954, potevano fare pensare ad una fase di riassestamento in preparazione di un nuovo e decisivo balzo per raggiungere finalmente la massima competizione calcistica nazionale. Invece, improvviso (ma forse non del tutto inatteso), nel 1957-58 suonò forte e chiaro un campanello d'allarme. I rossoblu chiusero infatti al penultimo posto e, in condizioni normali, sarebbero retrocessi in serie C. Prima dell'inizio del campionato, però, la FIGC aveva stabilito di aumentare da 18 a 20 il numero delle squadre partecipanti al torneo di serie B, a decorrere dall'edizione 1958-59. Di conseguenza, al termine del campionato 1957-58 non fu decretata nessuna retrocessione.
La ristrutturazione societaria, seguita alle dimissioni di Dalmasso, fu segnata dalle perdite importanti degli attaccanti Ghersetich e Mezzalira, sostituiti con Ciccarelli e Meanti, e del portiere Reverchon, il posto del quale fu preso dal rientrante Bertola. Obbiettivamente non era stato un mercato di rafforzamento quello fatto dalla nuova dirigenza rossoblu, ma piuttosto di conservazione in attesa di tempi migliori. Gianni Meanti, prelevato dal Milan, fu l'unico fra gli attaccanti a dimostrare una discreta propensione al gol. Delusero invece l'altra punta titolare, Giovanni Ciccarelli, il quale proveniva dal Napoli e la prima riserva, Emiliano Farina, anche lui ex rossonero. Soltanto grazie ai centrocampisti, in particolare Regalia e Serradimigni, fu possibile incrementare almeno un po' il bottino dei gol fatti, che a fine campionato furono comunque appena 31 (di contro ai 44 subiti).
Per cercare di rimediare in qualche modo al basso rendimento della squadra, la società cambiò l'allenatore. La panchina di Piola saltò all'ottava giornata e, dopo il breve interregno di Mariolino Congiu, alla decima giornata la guida tecnica fu assunta da Piero Andreoli. Nei fatti le cose non andarono meglio e, anzi, a cavallo tra i gironi di andata e di ritorno il Cagliari attraversò il periodo più nero, subendo quattro sconfitte consecutive. I rossoblu ebbero il merito di reagire con decisione e subito dopo misero in fila sette risultati utili, tre vittorie e quattro pareggi, ma la serie positiva si fermò con la sconfitta di Venezia. Da lì in poi i sardi tornarono ad un ruolino di marcia deludente e chiusero il campionato con altre tre sconfitte consecutive.

La rosa.
Portieri. Sergio Bertola, Piero Persico.
Difensori. Franco Baucè, Gabriele De Toni, Mauro Simeoli.
Centrocampisti. Luigi Bertoli, Raoul Bortoletto, Antonio Colomban, Antonio Congiu, Elio Letari, Franco Loriga, Enzo Marchisio, Ugo Milia, Carlo Regalia, Giovanni Sanna, Umberto Serradimigni.
Attaccanti. Paolo Bernasconi, Giovanni Ciccarelli, Emiliano Farina, Renato Fioravanti, Gianni Meanti, Paolo Nebuloni.
Allenatori. Silvio Piola, poi Mario Congiu, poi Piero Andreoli.

Marcatori. 8 Meanti, 6 Regalia, 5 Serradimigni, 2 Bortoletto, Congiu e Nebuloni, 1 Bertoli, Ciccarelli, Colomban e Fioravanti (+2 autogol a favore).

Stagione 1958-59. Serie B

Il campanello d'allarme fu preso sul serio dalla società rossoblu, che si propose di fare cambiamenti importanti. Il primo riguardò l'allenatore, perché Andreoli non fu confermato e al suo posto fu chiamato Stefano Perati. L'ex ala bresciana aveva alle spalle una lunga carriera sulla panchina della Carbosarda e con i "minerari" aveva disputato diversi, buoni campionati di serie C. Nel giugno del 1958 la squadra biancoblu aveva preso parte (uscendo al primo turno) alla prima edizione post bellica della Coppa Italia, proprio perché si era piazzata quarta nel campionato 1957-58 di terza serie, trascinata anche dagli ex rossoblu Bercarich e Savigni. Diversamente dal Cagliari che, penultimo in serie B, dovette attendere ancora un anno prima di tornare a disputare la coppa nazionale.
Come secondo atto importante, il presidente Meloni riportò a Cagliari l'attaccante Mezzalira, con lo scopo evidente di ridare spessore tecnico ad un reparto d'attacco che era stato ridotto ai minimi termini. Con Meanti formò una coppia di punte in grado di aprire l'area avversaria alle incursioni dei centrocampisti offensivi e, infatti, proprio Regalia e Congiu furono i bomber di quella stagione. Rientrò in rosa anche il forte difensore Tiddia, mentre arrivò proprio dalla Carbosarda il centrocampista Busetto, per sostituire il partente Bortoletto.
I risultati di questo mercato misurato, ma anche ben mirato, furono positivi. Rispetto alla stagione precedente l'attacco rossoblu si mostrò decisamente più produttivo, mettendo a segno 47 gol, mentre la difesa restò grosso modo sugli stessi livelli (48 gol subiti). La squadra di Perati, che totalizzò 15 vittorie, 13 pareggi e 10 sconfitte, ripropose però quel grave limite "di mentalità", che nel recente passato ne aveva compromesso il piazzamento finale e quindi la promozione in serie A. Anche questa volta, infatti, i cagliaritani seppero battere alcune delle squadre più forti, come la vice capolista Palermo e la Reggiana, ma, di contro, persero partite "facili" sulla carta, dalle quali invece avrebbero dovuto trarre la spinta decisiva verso la promozione. Questo accadde, ad esempio, nelle trasferte di Parma e San Benedetto del Tronto, contro compagini che si dibattevano nei bassifondi della classifica.
La serie A così sfumò ancora una volta ma, purtroppo, questa volta il nuovo insuccesso fu anche il preludio all'amara sorpresa che il campionato successivo avrebbe riservato al Cagliari.

La rosa.
Portieri. Sergio Bertola, Piero Persico.
Difensori. Gabriele De Toni, Mauro Simeoli, Mario Tiddia.
Centrocampisti. Luigi Bertoli, Emilio Busetto, Salvatore Cesaracciu, Antonio Colomban, Antonio Congiu, Elio Letari, Arnaldo Loi, Franco Loriga, Carlo Regalia, Giovanni Sanna, Umberto Serradimigni.
Attaccanti. Sergio Crovi, Emiliano Farina, Gianni Meanti, Giancarlo Mezzalira.
Allenatore. Stefano Perati.

Marcatori. 15 Regalia, 7 Congiu, 5 Meanti, 4 Mezzalira, 2 Busetto, Colomban e Serradimigni, 1 Crovi, De Toni, Farina, Loriga e Sanna (+5 autogol a favore).

Stagione 1959-60. Il crollo

Il Cagliari terminò il campionato all'ultimo posto della classifica e, ovviamente, fu retrocesso in serie C. La brutta caduta era stata preceduta dall'immediata eliminazione in Coppa Italia ad opera della Roma, che aveva surclassato (4-0) con facilità la squadra di Perati. Come mai i rossoblu, che nella stagione precedente erano arrivati vicini alla promozione in serie A, ebbero un simile crollo? Senza dubbio è difficile dare una risposta del tutto certa, perché una stagione calcistica può essere influenzata da vari fattori, come episodi di gioco sfortunati, assenza prolungata di giocatori importanti, scarsa forma atletica dei calciatori eccetera. Però, nel caso in questione, una cosa sembra indiscutibile: la società del presidente Meloni non operò bene sul mercato.
Innanzitutto perché decise di cedere l'elemento più forte della rosa, la mezza punta Regalia, che andò a rinforzare il Messina, avversario del Cagliari in campionato (i siciliani finirono a metà classifica). Poi perché si privò anche del portiere titolare, Persico, che andò a giocare in serie C con l'Ascoli (i marchigiani chiusero il loro girone al settimo posto). Infine perché portò a Cagliari alcuni calciatori che non venivano da performance significative e che, nei fatti, non ebbero un rendimento soddisfacente in maglia rossoblu. In particolare, furono acquistati Giorgio Turchi dalla Juventus e Giampaolo Piaceri dal Torino. Turchi, centrocampista, doveva coprire il posto lasciato da Elio Letari, ma nei due anni passati con i bianconeri aveva messo insieme appena otto presenze. Piaceri, attaccante, nella sua unica stagione granata era sceso in campo solo cinque volte. Dopo alcuni anni di assenza, proveniente dalla Carbosarda, tornò a Cagliari l'ala Savigni, ottimo giocatore che però non fu impiegato da titolare. Bisogna pure dire che le cessioni di Bertoli e Sanna, due centrocampisti utilissimi agli equilibri della squadra, indebolirono ulteriormente il reparto mediano.
I 54 gol subiti raccontano di una squadra tornata fragile nell'assetto difensivo, anche se il nuovo titolare della porta, Salerno, arrivato proprio da Messina nell'operazione che aveva portato Regalia in Sicilia, non si comportò così male e il suo rapporto gol subiti/partita fu appena peggiore di quello precedente di Persico. Invece andarono decisamente male tutti gli attaccanti di ruolo, tanto e vero che i primi marcatori furono due centrocampisti. I rossoblu si trovarono in difficoltà fin dall'inizio e, dopo l'illusorio successo sul Verona, nel girone di andata riuscirono a conquistare soltanto altre tre vittorie e sei pareggi, mentre subirono otto sconfitte. Il girone di ritorno non prese un andamento migliore e quindi, dopo altre tre sconfitte, cinque pareggi e una sola vittoria, Perati fu sostituito con Carlo Rigotti, che dunque tornò sulla panchina del Cagliari dopo l'esonero del 1957. Il nuovo corso iniziò con una bella vittoria sul Catanzaro (5-2), ma subito dopo la squadra riprese il vecchio cammino, avviandosi ineluttabilmente alla retrocessione. Il presidente Meloni si dimise.

La rosa.
Portieri. Sergio Bertola, Giuseppe Salerno.
Difensori. Gabriele De Toni, Mauro Simeoli, Mario Tiddia.
Centrocampisti. Emilio Busetto, Antonio Colomban, Antonio Congiu, Franco Loriga, Giovanni Savigni, Umberto Serradimigni, Alberto Stefanelli, Giorgio Turchi.
Attaccanti. Sergio Crovi, Antonio Falchi, Gianni Meanti, Giancarlo Mezzalira, Giampaolo Piaceri.
Allenatori. Stefano Perati, poi Carlo Rigotti.

Marcatori. 8 Busetto, 7 Serradimigni, 4 Colomban e Meanti, 3 Congiu e Piaceri, 2 Mezzalira, 1 Crovi, Falchi e Loriga (+2 autogol a favore).

1960-1962. Ricostruzione e rilancio

L'impegno di rilanciare subito le ambizioni cagliaritane fu assunto dal nuovo presidente, Enrico Rocca. Si trattava di ricostruire una squadra che, dopo molti campionati di alto livello, aveva scricchiolato pericolosamente prima di cedere di schianto. Il cambiamento della rosa fu radicale. Confermato Rigotti alla guida tecnica, i portieri furono ceduti e rimpiazzati da Angelo Martino Colombo, proveniente dal Messina. Dei tre difensori restò solo Tiddia, al quale si aggiunsero Baccheretti (Como), Gerbaudo (Torino), Enrico Spinosi (Reggiana) e l'argentino Longo, acquistato dalla Juventus. I centrocampisti Busetto, Congiu, Loriga, Savigni e Serradimigni furono affiancati da Del Grosso (Pordenone) e Santelli, un'ala di scuola romanista prelevata dal Torino. Gli attaccanti Crovi e Falchi ebbero confermata la fiducia della società, che decise invece di sostituire Meanti, Mezzalira e Piaceri con Gagliardi (Monza), Rampini e Guerrino Rossi (Spal).
L'obiettivo di tornare in serie B non fu centrato al primo colpo, perché i rossoblu non riuscirono a vincere la concorrenza della Lucchese e conclusero il campionato 1960-61 al secondo posto. Non bastò alla squadra di Rigotti avere la difesa migliore (-26 gol) e il terzo attacco (+48 gol) del proprio girone (B, che raccoglieva squadre dell'Italia centrale e della Romagna) per arrivare davanti ai toscani, battuti a Cagliari ma vincitori della gara di ritorno. Al torneo partecipò anche la Torres, che riuscì a salvarsi conquistando il quartultimo posto; il derby sardo finì in parità a Sassari e col successo dei cagliaritani all'Amsicora. Il Cagliari aveva da fare un ulteriore sforzo, ma l'appuntamento con la promozione era stato rimandato solo di un anno.

La rosa.
Portiere. Angelo Colombo.
Difensori. Dino Baccheretti, Antonino Gerbaudo, Miguel Angel Longo, Enrico Spinosi, Mario Tiddia.
Centrocampisti. Emilio Busetto, Antonio Congiu, Guido Del Grosso, Franco Loriga, Sergio Santelli, Giovanni Savigni, Umberto Serradimigni.
Attaccanti. Sergio Crovi, Antonio Falchi, Giuseppe Gagliardi, Giuseppe Rampini, Guerrino Rossi.
Allenatore. Carlo Rigotti.

Marcatori. 18 Rossi, 6 Congiu e Serradimigni, 5 Busetto e Crovi, 3 Falchi, 2 Rampini, 1 Del Grosso e Santelli (+1 autogol a favore).

La stagione 1961-62 non deluse le attese. Il Cagliari vinse il proprio girone (B) anche se dovette contrastare la forte concorrenza dell'Anconitana e del Pisa, che finirono appaiate al secondo posto. Questa volta il derby sardo arrise alla Torres, che strappò il pareggio in trasferta e vinse la gara di ritorno a Sassari. I torresini disputarono un ottimo campionato, piazzandosi infine al settimo posto e superando squadre importanti come Siena, Perugia, Livorno e Ascoli.
La squadra di Rigotti si era ben comportata, ma il presidente Rocca era consapevole che fosse necessario fare un passo più in là. Decise quindi di operare alcuni cambiamenti, a cominciare proprio dall'allenatore. Arrivò così a Cagliari Arturo Silvestri, uno degli allenatori più grandi nella storia rossoblu, il quale, dopo avere riconquistato la cadetteria, avrebbe condotto i sardi alla prima storica promozione in serie A. L'ex difensore aveva raggiunto l'apice della carriera calcistica nella prima metà degli anni '50, vincendo due scudetti con la maglia del Milan e vestendo la maglia azzurra della Nazionale. Poi aveva cominciato ad allenare con successo a Treviso e Livorno. Sulla panchina veneta ottenne la promozione in serie C (1957-58), mentre con i toscani sfiorò la promozione in serie B (1960-61).
Per quanto riguarda la rosa, fu ulteriormente rinforzata. Il bomber Rossi era stato ceduto al Cesena, ma al suo posto arrivò il forte attaccante Danilo Torriglia, che aveva dimostrato la sua notevole confidenza con il gol giocando a Terni, L'Aquila e Siena. Insieme a lui, Rocca portò a Cagliari un'altra valida punta, Renato Ronconi, messosi in luce nel Forlì. Il centrocampo fu rimodellato intorno ai due intoccabili sardi, Congiu e Serradimigni, che furono affiancati dalla mezzala Ferdinando Parise, arrivata dal Milan. Anche la difesa ebbe i suoi innesti di notevole spessore tecnico, soprattutto il centrale Raffaello Vescovi (Pisa), ma anche il terzino olbiese Renato Caocci. Infine, fatto non trascurabile, fu acquistato un secondo portiere da tenere stabilmente in rosa, per sopperire in modo adeguato ad una eventuale indisponibilità di Colombo.
Anche Silvestri curava con attenzione l'aspetto difensivo ed anche per questo il reparto arretrato rossoblu fu ancora una volta il migliore del girone (-23 gol) ed il secondo della serie C dopo quello del Foggia, vincitore del girone C. L'attacco (+51 gol) fu il quinto del girone, dopo quelli di Anconitana, Ravenna, Pisa e Arezzo (segnò più dei sardi anche la Mestrina, terza nel girone A). L'inizio del campionato non fu dei più favorevoli. La squadra cagliaritana fu sconfitta ad Ascoli e poi faticò a fare punti almeno fino all'ottava giornata, quando perse all'Amsicora contro il Pisa. La riscossa iniziò con la travolgente vittoria (5-1) sul campo del Grosseto e proseguì con altri otto risultati utili consecutivi, tra i quali spicca la vittoria sull'Anconitana, che permisero ai rossoblu di rimontare la classifica e chiudere il girone d'andata con 22 punti, in terza posizione. La regolarità fu l'arma vincente del Cagliari, che nel girone di ritorno mise assieme altri 22 punti, mentre le principali avversarie rallentarono un po' la marcia. La sconfitta subita ad Ancona non pesò più di tanto, anche perché gli uomini di Silvestri in precedenza erano andati a sbancare l'Arena Garibaldi di Pisa (4-0), vendicando nel migliore dei modi la sconfitta interna dell'andata.

La rosa.
Portieri. Angelo Colombo, Cesare Bogazzi.
Difensori. Dino Baccheretti, Renato Caocci, Miguel Angel Longo, Enrico Spinosi, Mario Tiddia, Raffaello Vescovi.
Centrocampisti. Antonio Congiu, Ferdinando Parise, Salvatore Podda, Umberto Serradimigni.
Attaccanti. Sergio Crovi, Antonio Falchi, Giuseppe Gagliardi, Gianfranco Gazza, Renato Ronconi, Danilo Torriglia.
Allenatore. Arturo Silvestri.

Marcatori. 15 Torriglia, 6 Congiu e Gagliardi, 5 Parise, Ronconi e Serradimigni, 4 Gazza, 2 Falchi, 1 Crovi, Longo e Spinosi.

Stagione 1962-63. Serie B

Fu un'annata di transizione per i colori rossoblu. Si pensava alla serie A, ma la pianificazione richiedeva i suoi tempi, perché questa volta la società cagliaritana non voleva rischiare di vedersi sfuggire di mano la promozione per un nonnulla, come era avvenuto diverse volte nel recente passato. Del resto, l'eliminazione immediata e bruciante dalla Coppa Italia (1-5 ad opera della Roma) diceva chiaramente che restava molto da fare per allestire una squadra capace di competere a quei livelli.
Il punto fermo era, naturalmente, Silvestri. Confermati i due portieri, la difesa fu ulteriormente rinforzata con l'acquisto del barese Mario Martiradonna. Proveniente dalla Reggiana, Martiradonna sarebbe rimasto a Cagliari fino al 1973, distinguendosi come uno dei terzini più forti della storia rossoblu. Un altro rinforzo di peso riguardò il centrocampo, che si arricchì del talento del diciannovenne Francesco Rizzo. Mezzala sinistra, Rizzo aveva giocato a Cosenza e Alessandria, dimostrando tecnica e un certo fiuto per il gol. Si legò al Cagliari fino al 1968. Per il momento non furono fatti particolari investimenti per l'attacco, che contò ancora sulla coppia titolare Torriglia-Ronconi, con Gagliardi prima riserva.
Il Cagliari ebbe una buona partenza. Dopo il pareggio interno con il Messina, la squadra che alla fine vinse il campionato, i rossoblu travolsero il Cosenza (4-1) e poi ottennero altri tre pareggi e la brillante vittoria sul campo dell'Udinese (1-3). La serie positiva fu interrotta dall'inopinata sconfitta di Lucca, causata da un autogol di Spinosi, ad opera di una squadra che sarebbe finita all'ultimo posto della classifica. Dopo altri due pareggi e la vittoria sul campo dell'Alessandria (1-3), il Cagliari subì due sconfitte consecutive a Brescia e Busto Arsizio. Il girone di andata fu chiuso con altre tre vittorie, di cui un'altra in trasferta (a Monza, ancora una volta per 3-1), due pareggi e due sconfitte, per un totale di venti punti. Nel girone di ritorno la squadra di Silvestri confermò quell'andamento ondivago e, anzi, totalizzò due punti in meno che all'andata, fermandosi a quota 38 (nono posto).

La rosa.
Portieri. Angelo Colombo, Cesare Bogazzi.
Difensori. Antonello Hellies, Miguel Angel Longo, Mario Martiradonna, Enrico Spinosi, Mario Tiddia, Raffaello Vescovi.
Centrocampisti. Andrea Agnoletto, Antonio Congiu, Enrico Mazzucchi, Francesco Rizzo, Bruno Santon, Umberto Serradimigni, Claudio Varsi.
Attaccanti. Giuseppe Gagliardi, Gianfranco Gazza, Remo Morelli, Armando Picciafuoco, Renato Ronconi, Danilo Torriglia.
Allenatore. Arturo Silvestri.

Marcatori. 11 Torriglia, 6 Congiu, Rizzo e Ronconi, 3 Mazzucchi, 2 Varsi, 1 Longo, Martiradonna, Morelli, Santon e Serradimigni (+2 autogol a favore).

Stagione 1963-64. La conquista

L'estate del 1963 fu impiegata per dare al Cagliari quello che ancora gli mancava per il definitivo salto di qualità. Porta e difesa erano ritenute solide e affidabili, per cui la società si concentrò sul centrocampo e sull'attacco. Il reparto mediano fu rinforzato con l'acquisto della mezzala Ricciotti Greatti, proveniente dalla Reggiana ma con diversi anni di esperienza in serie A, dove aveva militato con le maglie della grande Fiorentina degli anni 1956-1959 e del Palermo. Greatti era un centrocampista che abbinava quantità e qualità, ed aveva anche una certa abitudine al gol. Il suo arrivo fu provvidenziale anche perché coincise con la partenza dell'ottimo Umberto Serradimigni, il quale, ormai a fine carriera, tornò alla Torres, la squadra che lo aveva lanciato vent'anni prima. Il presidente Rocca riuscì a piazzare un altro grande colpo per il reparto offensivo, portando in Sardegna il forte centravanti Renzo Cappellaro. Di scuola vicentina, il bomber Cappellaro si era messo in mostra già nel torneo giovanile di Viareggio, alla metà degli anni '50, confermandosi poi con le maglie di Lanerossi, Alessandria e Lecco. Insieme a lui, arrivò a Cagliari il diciannovenne Gigi Riva. La punta di Leggiuno aveva esordito nel 1960 con i dilettanti del Laveno Mombello e due anni dopo era passato al Legnano in serie C. Qui, pur non essendo titolare, aveva comunque totalizzato 22 presenze e segnato 5 gol, e aveva attirato l'attenzione degli osservatori di diverse squadre importanti. La società rossoblu fu la più pronta a capire che la scommessa su quel giovane ancora acerbo, del quale allora si indovinava appena lo smisurato talento, sarebbe stata vincente. In particolare, il merito dell'acquisto di Riva deve essere riconosciuto ad Andrea Arrica, che dopo essersi distinto come responsabile del vivaio rossoblù, era arrivato ad affiancare il presidente nella gestione della prima squadra. Cominciava così l'opera fondamentale del direttore sportivo Arrica, il quale, pezzo dopo pezzo, avrebbe costruito la formidabile macchina dello scudetto.
Una settimana prima dell'avvio del campionato il Cagliari eliminò dalla Coppa Italia la Lazio, solida squadra di serie A, con un gol di Torriglia. Era una prima prova della bontà della campagna acquisti appena fatta ma, seppure notevolmente rinforzato, il Cagliari non passeggiò in campionato. La serie B di quell'anno era ricca di avversari molto competitivi, come dimostrò chiaramente l'affollamento di squadre in alta classifica. La squadra rossoblu riuscì ad essere capolista solitaria soltanto alla dodicesima e alla quindicesima giornata, mentre in vetta arrivarono in momenti diversi anche Lecco, Foggia, Padova e Varese. I pugliesi, con nove giornate, furono i più presenti in cima alla classifica, ma il campionato fu vinto dal Varese con 51 punti davanti al Cagliari, che chiuse con 49 punti. Il Foggia (46 punti) conquistò il terzo posto, l'ultimo valido per la promozione, ma alle sue spalle, racchiuse in appena due punti, si incolonnarono Padova, Verona e Lecco. Senza contare che il Brescia, settima classificata a quota 40, era stato penalizzato di sette punti. Subito sotto i lombardi si fermò il Napoli, appena retrocesso dalla serie A. Dopo i partenopei, altre tre squadre in appena due punti, il Potenza, la Triestina e il Catanzaro.
In un campionato così equilibrato non era facile segnare molto e il Cagliari chiuse con un bilancio di 44 gol fatti e 23 subiti. Il migliore realizzatore rossoblu fu Greatti, con dodici gol, mentre nessuno degli attaccanti riuscì a raggiungere la soglia dei dieci gol. Nella sua prima stagione cagliaritana, Riva fu la riserva della coppia titolare Cappellaro-Torriglia.
La conquista della serie A, insomma, fu una battaglia durissima per il Cagliari. Lo provano anche i numerosi pareggi, ben diciassette, collezionati dai rossoblu insieme a sedici vittorie e cinque sconfitte. Nessuna partita fu agevole, a parte quelle giocate a Verona e Monza, e quella interna con il Palermo, che i sardi vinsero largamente. Per il resto, niente sembrava scontato. Prato e Udinese, retrocesse in serie C alla fine del campionato, bloccarono i rossoblu all'Amsicora. Lo stesso riuscì a fare l'Alessandria, quartultima classificata. Per quanto riguarda gli scontri al vertice, gli uomini di Silvestri fecero pari e patta nel doppio confronto con il Varese, in casa piegarono di misura il Foggia, ma non riuscirono a battere Napoli, Verona, Padova, Triestina e Lecco. In trasferta, oltre che al Parma, dovettero cedere l'intera posta a Brescia, Potenza, Lecco e Napoli.
Mentre il campionato procedeva, in novembre il Cagliari riuscì a superare anche il secondo turno di Coppa, a spese del Parma. Poi, a metà aprile, affrontò all'Amsicora la Fiorentina, un ostacolo ancora troppo alto per i rossoblu. I viola, team di valore europeo, si imposero con un gol dell'attaccante svedese Hamrin. L'eliminazione dal torneo non impedì al Cagliari di mantenere la giusta determinazione per portare a termine la scalata verso la serie A. L'agognato traguardo poté essere festeggiato matematicamente soltanto alla penultima giornata, quando i sardi pareggiarono a Udine mentre il Padova, quarto in classifica, veniva clamorosamente sconfitto in casa dal Monza e restava indietro di quattro punti. Il Cagliari terminò il campionato battendo all'Amsicora la Pro Patria (3-1) e festeggiando ufficialmente la prima promozione in serie A della sua storia. Era il 21 giugno 1964.  

La rosa.
Portieri. Angelo Colombo, Cesare Bogazzi.
Difensori. Miguel Angel Longo, Mario Martiradonna, Enrico Spinosi, Mario Tiddia, Raffaello Vescovi.
Centrocampisti. Antonio Congiu, Ricciotti Greatti, Rosario Grottola, Oscar Lorenzi, Enrico Mazzucchi, Francesco Rizzo, Claudio Varsi.
Attaccanti. Renzo Cappellaro, Luigi RivaRenato Ronconi, Danilo Torriglia.
Allenatore. Arturo Silvestri.

Marcatori. 12 Greatti, 9 Cappellaro, 8 Riva, 7 Torriglia, 3 Congiu, 2 Mazzucchi, 1 Rizzo (+2 autogol a favore).

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