Indice
Ripartenza: 20 giugno
28 maggio. La notizia è che il Governo e gli organismi calcistici hanno raggiunto l'intesa. Il campionato 2019-20 riprenderà il 20 giugno, ma sarà come cominciare una stagione nuova, soprattutto per il Cagliari. Ecco i motivi principali.
- La spina staccata. L'interruzione è stata lunga, più di tre mesi. La "testa" dovrà essere riaccesa. Il ritmo-campionato dovrà essere recuperato, come se si partisse da zero.
- La ricarica atletica. Durante questo lungo periodo gli allenamenti sono stati fatti in modo irregolare e discontinuo. Prima in forma individuale, poi, ma soltanto negli ultimi giorni, i rossoblu hanno ripreso ad allenarsi tutti insieme ad Asseminello. Adesso la preparazione subirà per forza di cose un'accelerazione, con tutte le preoccupazioni del caso, perché la squadra dovrà essere pronta nel giro di una ventina di giorni.
- Il calcio secondo Zenga. I giocatori del Cagliari hanno un nuovo allenatore, che non ha ancora guidato la squadra dalla panchina. Finché si provano schemi e tattica in allenamento, è soltanto teoria. Quando i calciatori scendono in campo contro un avversario che vuole i tre punti, le cose cambiano. Nella testa dei rossoblu, volenti o nolenti, c'è ancora il calcio di Maran. Il calcio secondo Zenga è decisamente diverso, resta da vedere se il Cagliari sarà subito pronto a metabolizzare il cambiamento tecnico-tattico.
- La Sardegna Arena vuota. Saranno partite senza tifosi sulle tribune. La squadra rossoblu ha mostrato spesso di contare molto sull'apporto dei suoi sostenitori.
- Europa o salvezza tranquilla? Il dubbio sul modo in cui affrontare le partite che restano per finire la stagione potrebbe creare qualche problema. Perché è vero che la crisi nera di dicembre-febbraio ha allontanato il Cagliari dall'alta classifica, però è vero pure che se Zenga riuscisse a rigenerare la squadra, questa avrebbe tutte le risorse tecniche e agonistiche per puntare al sesto posto, che è lontano solo sette punti. L'importante è capire da subito quel che si vuole fare. La società dovrebbe dare immediatamente un segnale. Avere un obiettivo chiaro, qualunque sia, è fondamentale per una buona performance.
Verona - Cagliari 2-1
Esordio amaro per Zenga, ripartenza amara per i tifosi. La tanto attesa e desiderata svolta non c'è stata. Il Cagliari non ha mostrato niente di meglio né di diverso da quanto aveva saputo produrre nel periodo nero che si era concluso con l'esonero di Maran. Certo, assenze come quelle di Nainggolan e Joao Pedro hanno pesato sulla performance dei rossoblu e quindi, prima di esprimere un giudizio definitivo sulla squadra, sarà bene aspettare che Zenga possa schierare tutti i titolari. Resta però il fatto che non si è visto un cambio di passo, un ritmo di gioco più alto, un piglio più intraprendente nello sviluppo della manovra. Inoltre il 3-5-2, che non funzionava con Maran, ha continuato a non funzionare anche con Zenga. Finché si è giocato undici contro undici, il Verona ha superato facilmente il sistema difensivo cagliaritano. Lazovic, Verre, Borini, Zaccagni e Di Carmine (autore dei due gol della vittoria) non hanno avuto molti problemi ad infilare i difensori rossoblu. Il netto predominio di campo e di gioco dei padroni di casa è durato fino al 35', quando Borini è stato espulso per un fallo su Rog.
A quel punto il Cagliari, che fino ad allora aveva fatto ben poco in avanti, ha preso ad attaccare con insistenza, fino a trovare il gol con Simeone al 43', dopo una bella azione condotta da Cigarini e Pellegrini. La spinta del Cagliari è proseguita nel secondo tempo e il Verona è rimasto schiacciato all'indietro. Fino al 24', quando Cigarini è stato a sua volta espulso per avere fermato fallosamente Zaccagni lanciato in contropiede. Poi i rossoblu, pur cercando di mantenere l'iniziativa, si sono spenti e Silvestri non ha corso veri pericoli sui tiri di Rog, Nandez e Ceppitelli. Le sostituzioni operate da Zenga, tutte nella ripresa, sono state fatte soprattutto per mettere in campo forze fresche, perché sotto l'aspetto tecnico e agonistico i vari Birsa, Paloschi, Mattiello e Lycogiannis non hanno dato di più rispetto a Pereiro, Ionita, Cacciatore e Pellegrini.
Il lavoro di Zenga è appena cominciato.
Spal - Cagliari 0-1
Finalmente il Cagliari ha ritrovato la vittoria, dopo dodici partite di campionato e quasi sette mesi di astinenza. Questo è il fatto più importante, ma a Ferrara la squadra di Zenga ha mostrato qualche miglioramento anche nel gioco, soprattutto per la determinazione con cui ha cercato e alla fine trovato i tre punti. Sotto l'aspetto tattico si è cominciato a vedere quel gioco sulle corsie laterali che è forse la caratteristica principale del calcio di Zenga. A Verona qualcosa si era visto, ma soltanto dopo che i padroni di casa erano rimasti in dieci, ieri invece Mattiello a destra e Pellegrini a sinistra hanno corso e crossato molto fin dai primi minuti di gioco. Anche la difesa centrale è sembrata più solida, ma bisogna dire che Pisacane, Klavan e Walukiewicz sono stati aiutati dagli attaccanti spallini, spesso molto approssimativi nella finalizzazione dell'azione. Il buon lavoro dei centrocampisti di Di Biagio, giocatori di talento tecnico come Valdifiori, Valoti e Castro, non è stato sfruttato al meglio dai vari Strefezza, Petagna e D'Alessandro, e i bianco-azzurri hanno perso molti palloni a ridosso dell'area cagliaritana.
Rog, Ionita e Nandez hanno svolto un buon lavoro in mediana, assicurando copertura alla difesa e accompagnando la spinta dei terzini. Rog è stato l'autore del tiro in porta più pericoloso di tutto il primo tempo, che solo la bravura del portiere Letica ha fermato proprio sulla linea di porta. Anche il ritmo della manovra è stato un po' più brillante rispetto a Verona. Manca ancora però quella capacità di verticalizzare il gioco per via centrale, che invece aveva il Cagliari dei primi mesi di Maran. Per questo la capacità realizzativa rimane ancora molto bassa e Simeone non ha avuto molti palloni da giocare. Joao Pedro ha cercato di fare da play avanzato e da punta, ma il suo impegno non è stato ripagato, se non nel finale convulso della partita, quando, dopo un tiro di Rog respinto da Letica, ha recuperato il pallone e servito l'assist vincente per il gol del Cholito (93'). Bene anche Ragatzu, entrato nel secondo tempo, autore di scatti e dribbling che hanno messo in seria difficoltà i difensori laterali della Spal e contribuito a rendere più efficace la manovra d'attacco rossoblu.
Insomma, dei segnali positivi si sono visti, ma la vittoria contro una squadra modesta e già praticamente condannata a retrocedere non è stata del tutto convincente. Non dimentichiamoci che prima del gol di Simeone, l'occasione per segnare l'aveva avuta la Spal, con il tiro ravvicinato di Cerri respinto da Olsen e la successiva conclusione di Petagna, che a botta sicura ha tirato sopra la traversa. Questa prestazione deve essere considerata come un primo passo in avanti, che però dovrà essere necessariamente confermato, in vista dei prossimi impegni contro avversari più forti.
Cagliari - Torino 4-2
I rossoblu hanno giocato un primo tempo quasi perfetto. Abbiamo rivisto dopo molti mesi quella squadra capace di arginare praticamente senza affanno le azioni dell'avversario, per poi ripartire in velocità con pochi passaggi e arrivare sotto la porta opposta a creare pericoli. E' stato così fin dall'inizio, col Torino che ha provato a mettere in difficoltà il Cagliari, ha tirato diverse volte, ma Cragno è stato impegnato seriamente soltanto dopo 25' di gioco, da un gran tiro di Edera. Intanto però il Cagliari era già passato due volte, con un missile di Nandez scoccato da fuori area (12') e con Simeone, che ha deviato in rete un'ottimo assist di Lycogiannis (18'). La fortezza difensiva cagliaritana è stata quasi insuperabile per tutto il primo tempo. Walukiewicz e Carboni hanno sorpreso per l'autorevolezza dimostrata nel confronto con attaccanti esperti e temibili come Belotti, Berenguer e poi anche Verdi. I due mediani Rog e Nandez, davanti a loro, hanno indebolito le ondate granata, sospinte da Rincon, Meité e Bremer, recuperando o permettendo il recupero di molti palloni. E sono stati il motore inesauribile di tante ripartenze, col supporto di Nainggolan sulla tre quarti e di Mattiello e Lycogiannis sulle ali.
Il gol bruciante del Ninja ad inizio secondo tempo sembrava chiudere in anticipo la partita, ma forse il Cagliari si è rilassato troppo e il Toro è ritornato. Bisogna anche dire che l'uscita dello stesso Nainggolan e di Mattiello ha portato Ionita ad occuparsi della fascia destra, ma quello non è il posto migliore per il moldavo, che infatti non ha brillato. Per aiutarlo, Nandez ha dovuto diminuire la sua spinta in avanti. Poi bisogna anche dare merito ai granata, che hanno spinto con maggiore intensità dopo gli ingressi di Verdi e Ansaldi. Per fortuna una bella azione di Pellegrini, appena entrato al posto di Lycogiannis, ha procurato il rigore poi trasformato in gol da Joao (23'). La rimonta torinista è stata bloccata e nonostante la squadra di Longo abbia mantenuto l'iniziativa fino al termine, limitando i rossoblu a qualche azione di alleggerimento, Cragno non ha più corso veri pericoli.
Un bel passo avanti per il nuovo Cagliari di Zenga.
Bologna - Cagliari 1-1
In trasferta manca ancora qualcosa. L'approccio alla partita dei rossoblu cagliaritani sembra un po' timido quando si tratta di scendere sul campo degli avversari. Il Bologna ha fatto di più per provare a vincerla, anzi Mihajlovic non ha dubbi e nell'intervista del dopo-partita ha detto senza mezzi termini che la sua squadra meritava la vittoria.
Ad essere il più possibile sinceri ed obiettivi, il Bologna non è sembrato irresistibile, però sicuramente ha tenuto più a lungo del Cagliari l'iniziativa e soprattutto nei finali dei due tempi ha stretto alle corde la squadra di Zenga. Per il resto la partita è stata abbastanza equilibrata e dominata dalle difese, molto attente e disposte a spendere falli per non lasciare niente agli attacchi. Ognuna delle due squadre ha provato a superare i sistemi difensivi avversi con le proprie caratteristiche di gioco. Gli uomini di Zenga con le percussioni potenti dei suoi centrocampisti, soprattutto Rog; i bolognesi con i veloci scambi al limite dell'area cagliaritana. Proprio una triangolazione di queste (anche un po' fortunosa) ha permesso a Barrow di battere Cragno nei minuti di recupero del primo tempo.
Quello di buono che ha fatto vedere il Cagliari, è la voglia di reagire immediatamente allo svantaggio. Appena ripreso il gioco, dopo l'intervallo. una bella corsa di Lycogiannis ha permesso a Nainggolan di servire un assist in mezzo all'area per Simeone, che ancora una volta è andato a segno. Poi è vero che i bolognesi hanno ripreso in mano la partita e condotto diversi attacchi all'area dei rossoblu ospiti, mentre questi si disponevano sempre di più a contenere e provare a ripartire in contropiede, ma non possiamo dimenticare che la squadra di Zenga aveva già perso Ceppitelli nel primo tempo e nel secondo ha perso pure Walukiewicz e poi Pellegrini. Non possiamo dimenticare che la difesa ha dovuto reggersi sul giovane Carboni, abbastanza bravo anche oggi e sul greco Lycogiannis, adattato in una posizione di centrale che non è la sua. Infine, non dobbiamo dimenticare che Walukiewicz è stato sostituito da Pisacane, ancora convalescente dopo l'infortunio che gli aveva causato la frattura di due costole.
Tutto sommato, la capacità di reazione e la voglia di resistere con il coltello fra i denti, hanno fatto meritare al Cagliari il punto portato via da un campo non facile.
Cagliari - Atalanta 0-1
Zenga aveva deciso di affrontare l'Atalanta con tanta attenzione difensiva e prontezza nell'avviare le ripartenze dopo il recupero-palla. I primi 25 minuti della partita hanno detto che l'allenatore rossoblu aveva fatto la scelta giusta. La squadra di Gasperini ha cominciato a macinare gioco praticamente da subito e il Cagliari, come da copione, si è disposto a parare i colpi e ripartire non appena possibile. Pasalic, Malinovskiy e Muriel hanno fatto tremare più di una volta Cragno, salvato anche da un palo, ma il Cagliari a sua volta ha saputo fare tremare Sportiello. Ci ha pensato l'inesauribile Simeone, prima con una pennellata all'incrocio dei pali (12'), ma purtroppo il gol è stato annullato per un tocco di mano involontario dello stesso Cholito, molto fiscalmente sanzionato dall'arbitro dopo il consulto VAR; poi con uno scatto da centometrista, in contropiede, ma il suo diagonale è uscito davvero di poco (23'). Questa seconda azione era scaturita dal pallone respinto dal palo di Cragno su tiro di Muriel e recuperato da Nandez, che aveva lanciato la freccia argentina.
Poi è successo che Carboni, superato da Malinovskiy, ha atterrato l'ucraino in area, lasciando i rossoblu in inferiorità numerica e sotto di un gol, dopo la trasformazione del penalty ad opera di Muriel (27'). Da quel momento la partita si è fatta molto difficile per il Cagliari, perché Joao Pedro ha dovuto accorciare verso il centrocampo e Simeone è rimasto troppo isolato nella morsa dei difensori avversari. Con un uomo in più, i bergamaschi hanno potuto soffocare con il pressing alto quasi tutti i tentativi di ripartenza cagliaritani e (rinforzati ulteriormente dagli ingressi di Ilicic e Gomez e Zapata) hanno sfiorato in più di un caso il raddoppio, ma il Cagliari non è scomparso dal campo. E' rimasto lì, presente e lucido fino agli ultimi minuti della partita, sempre pronto a sfruttare il minimo balbettio della squadra lombarda. Come è successo prima al 77' e poi al 90', quando la macchina atalantina si è un po' imballata e le saette rossoblu sono scoccate. Prima Joao, lunga corsa nello spazio libero e la possibilità di servire Ragatzu, subentrato allo sfiancato Simeone e piazzato in buona posizione; il brasiliano ha invece deciso di tirare, ma quel suo tiro non resterà nella memoria. Poi Nandez, che è riuscito ad entrare in area e a tirare, ma la deviazione in angolo di un difensore ha forse salvato la porta nerazzurra da un gol che sembrava già fatto.
E' stato un Cagliari dignitoso, mai piegato dalla mala sorte, che avrebbe anche meritato il pareggio.
Fiorentina - Cagliari 0-0
La partita è finita senza gol, ma è stata combattuta e le occasioni per segnare non sono mancate. Le contendenti hanno cercato di superarsi e a fasi alterne hanno prevalso una sull'altra. I primi 25 minuti di gioco sono stati tutti del Cagliari, che ha tenuto l'iniziativa e si è procurato buone occasioni da rete con Nainggolan, Rog e Simeone. L'argentino è andato in gol al 6', ma la marcatura è stata annullata per fuorigioco. In questa fase è piaciuta l'intesa fra Simeone e Joao Pedro, autori di scambi rapidi a cercare la profondità in area viola.
La Fiorentina ha effettuato il suo primo tiro degno di nota al 26', con Cragno che ha parato la conclusione di Lirola. Da lì la squadra di Iachini ha preso coraggio e campo, costringendo il Cagliari a rallentare la sua spinta. Ribery e Duncan hanno avuto le occasioni migliori per segnare, soprattutto il ghanese, che al 39' ha centrato un palo con un tiro secco dalla lunetta dell'area rossoblu. Durante questi minuti di dominio fiorentino, il Cagliari ha avuto difficoltà a creare gioco, ma al 43' una botta da fuori area di Joao ha messo in difficoltà Dragowski.
Alla ripresa del gioco la Fiorentina è partita forte con Ribery e Duncan in cerca di gloria, ma il Cagliari non è stato a guardare. Anzi, un po' per volta gli uomini di Zenga si sono ripresi il campo e dal 10' Nandez ha cominciato a brillare di luce propria. Tanta corsa sulla destra, penetrazioni in area di rigore e due occasioni da rete che soltanto la prontezza dei riflessi del portiere viola ha sventato. Gli ultimi dieci-quindici minuti sono stati nuovamente favorevoli alla Fiorentina e Kouamè ha avuto forse l'occasione migliore per segnare (33'), ma Cragno, ancora una volta, è stato bravo a neutralizzare in calcio d'angolo.
Un punto a Firenze non si butta mai via, anche se il passo di Napoli e Milan sembra troppo spedito per il Cagliari. Ai rossoblu non resta che fare gara con Parma, Bologna, Verona e Sassuolo, per conquistare il piazzamento migliore possibile.
Cagliari - Lecce 0-0
Per come era cominciata, sembrava una partita che il Cagliari avrebbe dovuto gestire senza troppi problemi. I primi venti minuti sono trascorsi con i rossoblu costantemente padroni del campo e dell'iniziativa, anche se poi hanno avuto solo una vera occasione da gol, al 18', quando Simeone, lanciato verso la porta leccese da un recupero-palla di Rog, non ha inquadrato lo specchio. Poi, improvvisamente, il Lecce, che nei tre-quattro minuti seguenti avrebbe potuto addirittura vincere la partita. Una disattenzione di Walukiewicz e poi l'errore tecnico di Lycogiannis hanno spalancato l'area cagliaritana a Falco. Il tiro del trequartista è stato respinto in angolo da Cragno e, sugli sviluppi del corner, la difesa rossoblu, troppo ferma, ha consentito prima il tiro di Saponara, respinto ancora da Cragno e poi quello di Babacar, sul quale il portiere non avrebbe potuto fare niente, ma che è stato neutralizzato dal palo.
Poco più tardi Nainggolan è uscito per infortunio (al suo posto è entrato Ragatzu) e questo fatto ha contribuito a cambiare il corso della partita. La squadra di Liverani si è spinta con più insistenza nella metà campo cagliaritana e ha conquistato alcuni calci di punizione pericolosi. Su uno di questi, Mancosu ha messo a dura prova le capacità di Cragno, che è stato il migliore dei suoi. Nella ripresa il Lecce ha difeso con grande attenzione e compattezza, ma ha anche portato diversi pericoli verso la porta del Cagliari. Cragno ha dovuto compiere molti interventi e almeno un paio sono stati molto importanti, sui tiri di Babacar e Farias.
Il Cagliari ha risposto agli attacchi rapidi del Lecce con un gioco più impacciato, più lento, incapace di trovare gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti e delle due punte. Dopo Cragno, merita un elogio l'infaticabile Nandez, che nel secondo tempo ha fatto davvero il "tuttocampista" e non ha mai smesso di correre e lottare su ogni pallone. Solo a cavallo del 35' Simeone ha avuto l'opportunità di segnare, ma il suo tiro è stato respinto dall'attento Gabriel. Liverani, tatticamente, ha vinto la partita, perché la sua squadra è riuscita a togliere l'iniziativa al Cagliari e poi a rendere praticamente inefficace la manovra rossoblu, tenendo anche in costante allarme la retroguardia di Zenga. Qualche attenuante va riconosciuta al Cagliari, cioè l'infortunio di Nainggolan e la giornata opaca di Joao Pedro. Resta il fatto che la difesa a tre continua a mostrare tutti i suoi limiti, soprattutto quando i cursori laterali e i mediani sono in ritardo nelle chiusure e nel recupero delle posizioni di copertura. Inoltre, con Rog e Nandez in campo, Ionita è sembrato di troppo; forse sarebbe stato meglio giocare con un centrocampista che sappia dare ordine e geometrie alla squadra, per riorganizzare la manovra d'attacco in modo più lucido.
Samdoria - Cagliari 3-0
La partita perfetta per Ranieri. La squadra avversaria, in questo caso il Cagliari, che cerca di fare la partita e attacca in prevalenza; la sua squadra, in questo caso la Samp, che si difende con grande presenza fisica e attenzione, che riconquista il pallone e lancia immediatamente il più classico dei contropiedi, quello che prevede che il pallone impieghi il minor tempo possibile per andare dalla linea di difesa a quella d'attacco. Jankto, Linetty, Gabbiadini e Bonazzoli sono stati gli artefici principali delle micidiali transizioni doriane. La difesa del Cagliari, che ha mostrato i consueti limiti, più tattici che tecnici, gli ha dato una mano. Poco reattiva in occasione del gol di Gabbiadini, che ha potuto colpire di testa tutto solo sotto la porta di Cragno, troppo distratta e in ritardo in occasione dei due gol di Bonazzoli. Quando Zenga, nel secondo tempo, ha deciso di passare dalla linea a tre alla linea a quattro, le cose sono andate un po' meglio, ma la partita era già irrecuperabile.
Il Cagliari ha manovrato molto per snidare la Sampdoria dal suo fortino difensivo, ma lo ha fatto con poco costrutto. Si è notata la solita grande spinta di Rog e Nandez, ma anche l'assenza di un play che organizzi la manovra e si è notata l'assenza di Nainggolan. Al suo posto, Birsa ha giocato in modo dignitoso, ma la cifra tecnica e atletica dello sloveno è troppo lontana da quella del campione belga. Tanti palloni sono stati lanciati dentro l'area blu-cerchiata, ma quei cross, mancando un centravanti con le caratteristiche di Pavoletti, non hanno impensierito i lunghi centrali di Ranieri. Tanti tiri sono stati effettuati, soprattutto da Nandez nel primo tempo e da Pereiro e Joao Pedro nella ripresa, ma la maggior parte di essi è stata ribattuta dai difensori e Audero ha compiuto la prima vera parata della partita soltanto intorno al 35' del secondo tempo, su conclusione di Joao. Con l'inserimento di Pereiro sulla trequarti il gioco rossoblu si è fatto un po' più incisivo, perché l'uruguaiano ha una spiccata personalità offensiva e i suoi tentativi di saltare gli avversari diretti sono sembrati l'unica arma in grado di mettere in difficoltà la fortezza difensiva doriana.
Cagliari - Sassuolo 1-1
Come ha chiarito Zenga subito dopo la partita, il piano del Cagliari era di lasciare l'iniziativa al Sassuolo per controllarlo ed impedire che potesse sviluppare il suo gioco, evidentemente molto temuto dai rossoblu. Il piano non ha funzionato a dovere, perché dopo 12 minuti i neroverdi sono passati in vantaggio, anche se il gol di Caputo è stato propiziato da un intervento errato di Faragò, che voleva liberare l'area, ma invece ha servito l'assist al centravanti avversario.
Passato in svantaggio, il Cagliari ha mantenuto lo stesso atteggiamento tattico, non ha reagito (nemmeno con la dovuta prudenza, per non scoprirsi al contropiede) e la squadra di De Zerbi ha continuato a fare il bello e cattivo tempo, entrando varie volte in area cagliaritana e conquistando molti calci d'angolo. Così è trascorso il primo tempo e anche un buon quarto d'ora del secondo, senza che i rossoblu riuscissero a costruire un'azione degna di nota, né a fare un solo tiro in porta. Anzi, l'espulsione di Carboni, per doppia ammonizione, è sembrata la pietra tombale sulla partita della squadra di Zenga.
Invece, proprio in dieci contro undici il Cagliari è riuscito a rialzare la testa e al 18' Joao Pedro ha lanciato Rog, dal quale ha ricevuto il passaggio di ritorno in area. Il piatto in corsa del brasiliano non ha lasciato scampo a Pegolo. Il pareggio, del tutto insperato fino a quel momento, ha ridato ai sardi la voglia di giocare a calcio, di combattere, quanto meno di contrastare il predominio del Sassuolo. Un predominio che è rimasto invariato fino all'ultimo dei quattro minuti di recupero, ma non più così efficace, più frenato, dal momento che gli emiliani si sono trovati di fronte un avversario non più remissivo.
Sembrerebbe un punto conquistato in modo immeritato, perché la partita è sempre rimasta in mano al Sassuolo e il Cagliari ha pescato il pareggio con l'unico vero tiro in porta di tutta la sua partita. Però non bisogna sottovalutare la capacità dei rossoblu di lottare e resistere in inferiorità numerica agli assalti avversari. Il Sassuolo deve poi recitare il mea culpa, perché con il Cagliari incapace di sviluppare gioco, soprattutto nel primo tempo, i neroverdi avrebbero dovuto fare di più per raddoppiare e quindi, con ogni probabilità, vincere la partita. Invece, come ha lamentato lo stesso De Zerbi, i giocatori emiliani sono sembrati fin troppo rilassati, a volte addirittura sufficienti, convinti, forse, di avere già in pugno partita e risultato.
Lazio - Cagliari 2-1
Il Cagliari c'è stato per un tempo. Niente di eccezionale, però i rossoblu hanno affrontato i primi quarantacinque minuti con la volontà di dare molto fastidio ai padroni di casa. Senza contare (ovviamente) il gol su calcio di punizione di Joao Pedro, annullato per battuta irregolare, gli uomini di Zenga hanno dimostrato attenzione difensiva e prontezza nel rilancio dell'azione. La Lazio ha attaccato in modo praticamente ininterrotto, ma la buona prova della difesa rossoblu ha obbligato i giocatori di Inzaghi a tirare molte volte da lontano. Allora ci ha pensato Cragno, il migliore fra i cagliaritani, ad annullare i tiri a raffica di Lazzari, Luis Alberto e Immobile. Aiutati anche da diversi errori dei biancocelesti, i rossoblu hanno riconquistato un discreto numero di palloni e in tre occasioni sono riusciti ad arrivare nell'area avversaria: poco dopo la mezz'ora, con una veloce azione Rog-Mattiello-Ionita, il cui colpo di testa è stato sventato in angolo da Strakosha; dieci minuti più tardi, quando, su angolo di Lycogiannis, Simeone non è riuscito ad inquadrare la porta da posizione favorevole; e all'ultimo minuto regolamentare, quando un'altra rapida ripartenza, condotta questa volta da Nandez e Ionita, ha permesso al Cholito di segnare il gol del momentaneo vantaggio (anche se fortunosamente, visto che il portiere è stato spiazzato dalla deviazione di un difensore).
La partita dei sardi però è finita lì. I padroni di casa hanno iniziato il secondo tempo continuando ad attaccare senza risparmio, ma questa volta non hanno trovato di fronte a loro il Cagliari compatto della prima metà di partita. Nel giro di quindici minuti la Lazio ha prima pareggiato (Milinkovic Savic) e poi ribaltato il risultato (Immobile). A parte un colpo di testa di Joao, parato da Strakosha, i rossoblu non hanno prodotto nient'altro di importante, se non ancora un paio di belle parate del loro portiere. Zenga ha cercato di ridare linfa vitale alla squadra con i cinque cambi a sua disposizione, ma nemmeno l'utilizzo contemporaneo di Simeone, Joao, Ragatzu e dell'esordiente giovane attaccante Gagliano ha dato frutti.
Restano le belle prove di Cragno, Rog, Klavan e Ionita, ma da questo Cagliari, privo di giocatori importanti e di vere motivazioni, non ci si può aspettare di più.
Cagliari - Udinese 0-1
L'Udinese ha vinto con merito. Alla Sardegna Arena si sono affrontate due squadre già matematicamente certe di restare in serie A e senza traguardi importanti da raggiungere, ma che hanno giocato con atteggiamenti diversi. I friulani hanno messo in campo aggressività in ogni zona del campo e in ogni situazione di gioco, sempre pronti e veloci nel ribaltare l'azione da difensiva ad offensiva. Al contrario, il Cagliari ha mostrato scarsa reattività, passo lento e poche idee nella costruzione del gioco, soprattutto nel primo tempo. Nell'Udinese ha brillato la stella di De Paul, scatenato e quasi incontenibile per tutta la gara, ma tutti i suoi compagni sono stati all'altezza della situazione. Nel Cagliari, ancora una volta, il migliore è stato Cragno e già questo la dice lunga sulla qualità della prova dei rossoblu. Senza Nainggolan e Rog la squadra di Zenga perde forza propulsiva e capacità di fare argine sulla linea mediana, se poi anche Nandez non corre e non combatte come suo solito, allora la squadra resta alla mercé dell'avversario. L'incapacità dei rossoblu di andare in gol e anche, semplicemente, di rendersi pericolosi sotto la porta friulana è stata la conseguenza di tutto questo. Aggiungiamo che Joao Pedro ha smarrito la lucidità che ne aveva fatto un vero goleador e il cerchio si chiude. Il brasiliano ha avuto il pallone del pareggio nei minuti di recupero del secondo tempo, ma lo ha sprecato.
Restano due partite da giocare. Gli avversari, Juventus e Milan, sono di quelli che danno stimoli, perché batterli significa raccogliere vittorie di prestigio. Le motivazioni quindi, da questo punto di vista, non dovrebbero mancare ai cagliaritani. Staremo a vedere se saranno sufficienti a fare emergere almeno l'orgoglio rossoblu.
Cagliari - Juventus 2-0
Le motivazioni che nessun decimo posto potrà mai dare, le ha date invece la voglia di figurare bene al cospetto della squadra più titolata d'Italia. Abbiamo rivisto il Cagliari attento e reattivo che era mancato del tutto nelle ultime uscite. La manovra del Cagliari è stata condotta in scioltezza ed è tornato a funzionare il contropiede. I rossoblu hanno recuperato anche quella compattezza difensiva che non si vedeva dalla fase migliore del girone d'andata e che ha costretto la Juventus ad un lavoro sfiancante, quanto sostanzialmente improduttivo, intorno al fortino.
Alcuni commentatori hanno messo in evidenza il fatto che la squadra di Sarri, appagata per lo scudetto ormai vinto, non avesse lo spirito giusto per mettere in campo tutta la sua forza. In effetti, almeno per i primi venti o venticinque minuti della gara, la Juventus è sembrata un po' giù di tono, quasi svogliata. Però poi ha aumentato la sua pressione sull'area cagliaritana, ha preso in mano l'iniziativa e l'ha tenuta fino al novantacinquesimo minuto di gioco, quando l'arbitro ha decretato la fine della partita. Inoltre, anche l'Udinese era scesa alla Sardegna Arena senza vere motivazioni, eppure il Cagliari non era riuscito a produrre niente di positivo e gli ospiti avevano dominato la gara.
I rossoblu sono stati tutti all'altezza del compito ed è difficile stabilire chi sia stato il migliore in campo. Però non si può tacere della prova offerta dal giovane Gagliano, esordiente dal primo minuto, che ha segnato il primo gol e poi si è dannato l'anima per tutto il primo tempo, anche in fase di ripiegamento, prima di servire il pallone del raddoppio a Simeone. Su di lui si può contare.
Cragno ha confermato di essere tornato a pieno, dopo il lungo infortunio, il portiere affidabile che si era meritato la maglia della nazionale. Non ha corso grandissimi rischi, però quando è stato necessario ha sfoderato parate importanti sui tiri di Higuain, Bentancur, Muratore, Ronaldo, Alex Sandro e Zanimacchia.
Mattiello è stato autore di una prova maiuscola. Assist-man per Gagliano, locomotore inesauribile sulla fascia sinistra ad accompagnare le ripartenze dei suoi compagni, difensore efficace contro gli attaccanti bianconeri. Bravo anche Faragò sulla corsia di destra. Bravi i difensori centrali, che hanno saputo chiudere con costante lucidità sugli avversari, costringendoli spesso a tiri complicati e destinati all'insuccesso. Rog e Ionita hanno spezzato diverse manovre juventine e dato il via ai contrattacchi sardi. Joao Pedro e Simeone si sono fatti trovare sempre pronti nel momento in cui i compagni recuperavano il pallone e cercavano le punte per ribaltare l'azione. Altra buona notizia, tutti i subentranti, da Lycogiannis a Paloschi, da Birsa a Pereiro, hanno saputo mantenere il livello del rendimento di squadra che i loro compagni avevano assicurato.
Tutto perfetto dunque? No, qualche sbavatura c'è stata, certo. Pereiro, ad esempio, ha sbagliato un passaggio laterale e ha consentito un contropiede agli avversari, fortunatamente senza esito. Ma la prestazione del Cagliari è stata più che buona nel complesso e la vittoria sicuramente meritata. Replicare a San Siro, per fare lo sgambetto al Milan, non sarebbe male.
Milan - Cagliari 3-0
Leonardo Pavoletti è entrato in campo al 89' e ci è rimasto per tre minuti, fino al fischio finale della partita e del campionato. Il Pavoloso è tornato e questa è la notizia migliore di una giornata da dimenticare per i rossoblu.
Il Milan ha vinto in modo netto e l'esito finale della partita non è mai stato in discussione. Il Cagliari ha cercato di stare in campo con dignità e per almeno mezz'ora ci è riuscito abbastanza bene. Nel corso del primo tempo si è vista qualche discreta manovra, con Faragò e Lycogiannis ad aiutare Ionita e Rog nella spinta. Forse la scelta di lasciare in avanti il solo Simeone, con Pereiro più indietro, non è stata la soluzione tattica migliore possibile. L'argentino e l'uruguaiano si sono mossi abbastanza bene, ma non hanno mai impensierito Donnarumma. L'unico pericolo per la porta milanista è arrivato a tempo ormai scaduto, quando un bel colpo di testa di Faragò è stato neutralizzato con bravura dal portiere. Bravo anche Cragno a parare con sicurezza il calcio di rigore tirato da Ibrahimovic. Per il resto, si sono visti molti errori, sia in fase difensiva che di impostazione della manovra, a dimostrare che i rossoblu avevano speso le residue energie fisiche e mentali qualche giorno fa, per togliersi la soddisfazione di battere i campioni d'Italia.
Lo strano campionato è finito. Adesso serve un progetto solido e concreto per il futuro, mentre Zenga ha già salutato tutti e si dà ormai per certo che il prossimo allenatore del Cagliari sarà Eusebio Di Francesco.
Nessun commento:
Posta un commento