La partita di ieri sera non ha avuto praticamente storia. L'Inter ha pressato forte sulla trequarti cagliaritana fin dal fischio d'avvio, con l'intenzione di soffocare sul nascere la manovra dei rossoblu. La prima vittima dell'atteggiamento interista è stato Oliva, il cui retropassaggio è diventato un assist perfetto per Lukaku. La partita era cominciata da appena venti secondi e il Cagliari era già sotto di un gol. Per il resto del primo tempo nessun cambiamento, visto che la squadra di Conte si è mantenuta sempre molto aggressiva e compatta, costringendo i giocatori di Maran a passaggi affrettati e spesso fuori misura. Al contrario, ogni volta che i nerazzurri puntavano l'area cagliaritana, Olsen correva il rischio di subire gol. Nel primo tempo l'Inter è riuscito ad andare in rete solo un'altra volta, con Borja Valero (assist di Barella), ma in realtà avrebbe potuto chiudere il parziale di gara con un vantaggio maggiore.
Il Cagliari, che per tutta la prima metà della partita non aveva fatto un solo tiro verso la porta di Handanovic, è stato subito travolto dall'Inter ad inizio di secondo tempo (ancora Lukaku, assist di Barella). Sul tre a zero gli uomini di Conte si sono leggermente rilassati e hanno così permesso ai rossoblu di conquistare qualche metro oltre la metà campo. L'ingresso di Rog al posto di Castro ha dato maggiore vivacità e dinamismo alla mediana di Maran e qualche grattacapo in più a Lukaku, quando il centravanti si abbassava per ricevere il pallone e finiva nel raggio d'azione del croato. La maggiore libertà di movimento ha consentito al Cagliari di arrivare finalmente al tiro. Il palo colpito da Nainggolan e il successivo gol di Oliva, servito con un pregevole assist di tacco da Cerri, sono il massimo risultato conseguito dai rossoblu. Poi l'Inter ha definitivamente chiuso la partita con il quarto gol (Ranocchia).
Della stanchezza mentale e fisica dei giocatori si è detto e ridetto, ma adesso forse è necessario aprire una discussione seria anche sulla guida tecnica. Prima considerazione. Ancora una volta la squadra avversaria ha neutralizzato il gioco del Cagliari con un pressing continuo in zona avanzata e ancora una volta Maran non è stato in grado di escogitare una soluzione tattica che possa tirare fuori la squadra dalle evidenti difficoltà nella costruzione della manovra d'attacco. Maran, da questo punto di vista, è un allenatore monolitico, che persegue ad oltranza l'idea di calcio in cui crede, anche quando i risultati continuano a dargli torto.
Seconda considerazione. Diversi commentatori (ad esempio, Gianni Cerqueti) hanno criticato, secondo me giustamente, la statica disposizione a zona della difesa rossoblu. Errori tecnici individuali hanno permesso il primo gol di Lukaku e il quarto, quando Birsa (subentrato a Nandez) è saltato a vuoto permettendo il colpo di testa vincente di Ranocchia. Ma le altre due segnature e diverse altre occasioni da gol nerazzurre sono state agevolate dal piazzamento non ottimale della difesa. L'esempio più lampante è il gol di Borja Valero, con lo spagnolo che è potuto arrivare da solo sotto la porta per spingere in rete il pallone vagante.
A questo punto, con la crisi della squadra che si fa sempre più nera, la società è chiamata a prendere decisioni importanti. Anche dolorose, se necessarie. Non si può più restare in attesa di chissà quali eventi risolutori, soprattutto se anche la prossima gara con il Brescia dovesse dare un responso negativo.
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