Perché le cose si erano messe subito molto male, con il gol segnato da Berardi dopo appena sette minuti di gioco e si erano messe anche peggio con il raddoppio di Duricic al 36'. Il primo tempo di questa partita è stato un rebus inestricabile per il Cagliari, che non ha mai trovato le contromisure adeguate per fermare lo slancio di un Sassuolo messo molto bene in campo da De Zerbi. Ed è stato un incubo per Pellegrini, ripetutamente saltato da Berardi nell'uno contro uno, anche nell'occasione del gol di Duricic. Il terzino cagliaritano è stato molto attivo in fase di spinta, soprattutto nei primi venti minuti (al 13' un suo bel cross non ha trovato pronto Simeone per la deviazione in porta), ma in difesa ha patito molto la rapidità degli attaccanti avversari. Sul lato opposto, Cacciatore è riuscito a cavarsela meglio nei confronti di Boga, ma anche da quella parte il Sassuolo ha portato diverse insidie alla retroguardia rossoblu. Al 23' Pisacane è stato molto bravo a rimediare in calcio d'angolo su Caputo, che aveva ricevuto in area dopo un mancato intervento di Klavan, anche lui oggi in difficoltà.
Indubbiamente il 4-2-3-1 di De Zerbi ha messo in grave imbarazzo gli uomini di Maran. Nainggolan e Cigarini si sono trovati dentro la gabbia formata da Magnanelli e Locatelli, piazzati davanti ai difensori neroverdi, e le tre mezze punte Boga, Duricic e Berardi, pronte a lavorare per e con l'attaccante avanzato Caputo, ma anche a ripiegare e chiudere gli spazi in mezzo campo. Il gioco di spinta e impostazione dei rossoblu è stato quindi soffocato o comunque reso poco produttivo dalla trappola preparata per loro dall'allenatore di casa. Il Ninja non ha trovato sbocchi ed è stato costretto a tentare qualche conclusione da lontano, senza successo. Cigarini a sua volta ha provato ad eludere la stretta sorveglianza degli emiliani con alcuni lanci lunghi per le punte, ma il risultato è stato nullo. E non è tutto, perché anche Rog e soprattutto Nandez non hanno trovato gli spazi di cui hanno bisogno per potersi lanciare nelle loro devastanti sgroppate. Il tutto si è tradotto in molti passaggi sbagliati e intercettati dai giocatori di De Zerbi, bravi anche nella conquista delle seconde palle, che potevano così ripartire. Soltanto in un caso, intorno alla mezz'ora, Rog è arrivato al tiro, che è stato deviato, ma Simeone non è riuscito a spingere il pallone dentro la porta.
Nel secondo tempo Maran ha provato a rompere l'inerzia favorevole al Sassuolo mandando subito in campo Cerri e Lycogiannis al posto di Simeone e Pellegrini. Il cambio fra terzini ha funzionato abbastanza bene, perché con l'ingresso in campo del giocatore greco la tenuta difensiva a sinistra è migliorata. Inoltre Lykogiannis è stato anche presente in fase di spinta e proprio una sua progressione ha iniziato l'azione che poi è stata proseguita da Rog e infine conclusa in rete da Joao Pedro (6'). L'apporto di Cerri non è stato altrettanto buono. L'attaccante ha purtroppo confermato i suoi limiti nel momento in cui è chiamato a costruire la manovra insieme ai compagni, sbagliando anche oggi diversi passaggi e vanificando di conseguenza l'azione offensiva. Pavoletti serve come l'ossigeno, però bisogna anche dire che Cerri non ha mai ricevuto un solo pallone aereo giocabile, eppure il colpo di testa sotto porta è la sua forza...
Il gol di Joao Pedro ha dato più carica ai rossoblu, ma dall'altra parte il Sassuolo manteneva il suo implacabile assetto tattico. Le azioni sarde continuavano a svilupparsi con fatica e i neroverdi continuavano ad essere molto pericolosi in ripartenza. Gli uomini di De Zerbi, inoltre, nel secondo tempo hanno anche gestito più a lungo il possesso palla, nel tentativo di inibire ancora di più l'azione cagliaritana. Intorno al 20' il calcio di rigore concesso al Sassuolo, per un fallo di braccio di Lykogiannis che è sembrato inesistente, avrebbe potuto chiudere la gara, ma per fortuna Berardi lo ha sbagliato.
Il Cagliari ha proseguito nella sua azione, forse poco lucida, forse più nervosa che razionale, ma certamente determinata a raggiungere il pareggio. Poco dopo la mezz'ora Maran decideva di sostituire Nandez con un terzo attaccante, Ragatzu. La scelta era coraggiosa e anche coerente con la decisione di continuare a forzare in avanti nonostante il rischio sempre molto alto di subire ancora gol in contropiede. Il coraggio e la perseveranza dei rossoblu venivano premiati a tempo praticamente scaduto, quando Nainggolan partiva bene e trovava Joao, il tiro del brasiliano veniva respinto ma sulla traiettoria c'era proprio Ragatzu, che segnava il gol del due a due.
Quando questo Cagliari, forte tecnicamente e atleticamente, non riesce ad imporre il suo gioco all'avversario di turno, allora butta in campo tutto il carattere che ha. La voglia di non mollare mai si sta dimostrando sempre di più l'arma segreta dei rossoblu.
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