Sconfitti ingiustamente |
Era necessaria una grande prestazione per tenere testa alla Lazio, che in questo momento è la squadra più in forma del campionato. La prestazione c'è stata, perché i rossoblu hanno messo in campo tutto quello che avevano da spendere, ma questo sforzo non è stato sufficiente. L'arbitro della partita ha stabilito un tempo di recupero ingiustificabilmente ampio e il Cagliari ha visto sfumare prima la vittoria, poi anche il pareggio.
Una partita filata via senza particolari rallentamenti è stata allungata di otto minuti, quando quattro, forse cinque, sarebbero stati più che sufficienti. C'è il regolamento arbitrale, è vero, ma esiste anche qualcosa che si chiama buon senso e che dovrebbe trovare posto anche nella direzione di una partita di calcio. Il buon senso impedirebbe che la meccanica applicazione del regolamento finisca per falsare il risultato di una gara. Aveva ragione Giulini, quando ieri sera a caldo rimproverava all'arbitro di non avere utilizzato il buon senso.
La Lazio è forte, anzi oggi è la più forte di tutte, ma entro i novanta minuti di gioco il Cagliari la stava sconfiggendo ed entro i sette minuti di recupero la stava comunque obbligando al pareggio. Il lunghissimo, esagerato extra time è la causa finale della sconfitta cagliaritana.
Detto doverosamente questo, alla Sardegna Arena c'è stata anche una bella partita di calcio fra due squadre di alta classifica, che si sono affrontate subito senza risparmio. Si poteva pensare a lunghe schermaglie di studio prima di vedere un affondo deciso, come si usa fra avversari che si rispettano. Invece il primo gol è arrivato molto presto (7') e lo ha messo a segno Simeone con una girata al volo violenta e precisa, dopo avere ricevuto da Joao Pedro un assist di testa. Da quel momento la Lazio ha cominciato a fare la partita con più determinazione, mentre il Cagliari si disponeva secondo l'assetto tattico che ormai conosciamo, cioè attento controllo dell'iniziativa avversaria e riflessi pronti per sfruttare in ripartenza ogni possibile recupero del pallone.
Per tutto il primo tempo la squadra di Maran è stata impeccabile nell'esecuzione del lavoro. Quando i laziali riuscivano ad arrivare nell'area rossoblu, si trovavano di fronte ad uno sbarramento solido, che ha impedito al capocannoniere Immobile di rendersi pericoloso nelle poche occasioni in cui avrebbe potuto farlo. Tra Pisacane e il centravanti azzurro sono scoccate molte scintille, ma il nostro non si è fatto praticamente mai sorprendere. Mentre i gladiatori Nainggolan, Nandez e Ionita, aiutati da un sempre più combattivo Cigarini, ostacolavano efficacemente la manovra di Luis Alberto, Milinkovic Savic e Correa, sulle corsie esterne Lykogiannis e Cacciatore riducevano la corsa e la capacità penetrativa di Lazzari e Lulic.
Quando il Cagliari spezzava sul nascere l'attacco biancoceleste, i gladiatori della mediana si trasformavano in torpedini pronte ad innescare la dinamite di Simeone, oggi davvero strepitoso anche nella lotta per farsi spazio tra Acerbi e Radu. Sul finire del primo tempo una di queste azioni di contrattacco ha dato al Cagliari la possibilità di raddoppiare, ma l'ottimo Strakosha ha neutralizzato in angolo prima un sinistro di Nainggolan e poi una conclusione di Joao Pedro; infine, Simeone non è riuscito a deviare in rete l'ennesimo pallone insidioso lanciato dentro l'area laziale.
Joao ancora vicino al gol |
Nel secondo tempo la squadra di Inzaghi ha aumentato l'intensità delle sue azioni e il Cagliari è rimasto schiacciato all'indietro. Jony e Cataldi, subentrati a Lulic e Leiva, hanno permesso alla Lazio di conservare grande spinta e controllo del campo, mentre le azioni cagliaritane diventavano meno frequenti e pericolose. L'attacco laziale è diventato quasi martellante dopo il 20', creando alcuni pericoli alla porta di Rafael, ma il Cagliari è riuscito comunque a costruirsi ancora delle occasioni buone per chiudere la partita, soprattutto con Joao Pedro, che dopo avere strappato il pallone ad un avversario si è presentato davanti a Strakosha, ma la rete, a portiere battuto, è stata salvata dal recupero di Acerbi (31').
Maran ha cercato di tenere in campo tutti i titolari fino a quando è stato possibile, poi ha dovuto gioco forza sostituire gli stremati Cigarini e Ionita con Oliva e Faragò. Durante i minuti di recupero, mentre già Luis Alberto aveva segnato il gol del pareggio, i rossoblu hanno dovuto rinunciare anche allo stanchissimo Nainggolan, sostituito da Deiola. I nuovi entrati hanno dato il loro contributo, ma la qualità e l'efficacia delle seconde linee laziali è apparsa superiore. Una conferma in più si è avuta con l'ingresso in campo di Caicedo, che poco dopo ha realizzato il gol della vittoria per i suoi, colpendo inesorabilmente in mezzo ad una retroguardia rossoblu ormai quasi svuotata di energia.
Onore al Cagliari, che ha saputo giocare a testa alta contro una squadra che alla lunga si è dimostrata più forte nella tenuta atletica e nella consistenza della rosa a disposizione. I rossoblu non meritavano di perdere e, alla fine, sono stati battuti solo a causa di una poco ragionata applicazione regolamentare sul tempo di recupero.
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