Questa volta la Nazionale non ha brillato.
Vuoi perché la stagione calcistica italiana è appena agli inizi e quindi i calciatori azzurri non sono ancora nelle condizioni atletiche migliori, vuoi per le assenze di alcuni giocatori importanti, come Chiellini, vuoi soprattutto per merito dell'avversario, che è riuscito a mettere in difficoltà l'Italia.
L'Armenia è una squadra formata da calciatori che hanno una discreta o buona capacità tecnica e, soprattutto, che sono in grado di esprimersi su livelli agonistici molto alti. Corsa e aggressività sono state le due armi con cui gli armeni hanno da subito creato problemi al funzionamento dei meccanismi azzurri. Stare costantemente addosso ai portatori di palla e partire rapidamente in avanti in caso di recupero del pallone, questi dovevano essere gli ordini impartiti ai suoi giocatori dal tecnico Gyulbudaghyants. E la strategia ha funzionato bene, soprattutto nei primi venti minuti della partita.
Il gol del momentaneo vantaggio armeno, segnato da Karapetyan dopo dieci minuti di gioco, è nato appunto da un errore dei nostri centrocampisti che, messi sotto pressione, hanno perso palla sulla trequarti avversaria, lasciando campo al contropiede del velocissimo e abile attaccante di casa.
La squadra di Mancini ha ripreso subito da dove era stata interrotta e col passare dei minuti è riuscita a sviluppare una manovra avvolgente, che ha permesso agli azzurri di sottrarsi al pressing armeno. Le traiettorie dei passaggi sono risultate più pulite e a sinistra si sono aperti i varchi utili all'innesco degli attaccanti. Il gol del pareggio di Belotti, giunto poco prima della mezzora, è stata la conseguenza del crescente controllo azzurro sulla partita.
I padroni di casa hanno ritenuto di dovere dare ancora più forza alla loro condotta aggressiva e pressante, ma questo li ha portati a commettere diversi falli e fare crescere il nervosismo in campo. Ne ha fatto le spese soprattutto l'autore del gol armeno, che proprio al termine del primo tempo è stato espulso in seguito alla seconda ammonizione.
Si poteva pensare che l'Italia, in superiorità numerica, avrebbe dominato il secondo tempo e portato comodamente a casa la vittoria, ma questo si è verificato solo parzialmente.
L'Armenia ha infatti raddoppiato le energie, restando ancora più coperta rispetto al primo tempo, ma non rinunciando affatto a partire velocemente in contropiede ogni volta che fosse possibile.
La manovra italiana si è affannata a lungo contro l'ordinata e solida resistenza armena, mentre almeno in un paio di occasioni i nostri difensori hanno dovuto neutralizzare le pericolose ripartenze dei giocatori di casa. Finché poco dopo la mezzora un preciso cross di Bonucci ha permesso a Lorenzo Pellegrini di colpire di testa, con altrettanta precisione e di battere il portiere avversario.
A quel punto la resistenza armena è crollata e l'Italia ha potuto condurre il gioco con maggiore scioltezza ed efficacia, arrivando a colpire per la terza volta a dieci minuti dal termine con una girata in area di Belotti. Il tiro ha colpito la parte interna del primo palo e poi è rimbalzato sulla schiena del portiere, finendo poi in fondo alla rete.
Una prova abbastanza difficoltosa quella degli azzurri, ma il risultato ha premiato ancora una volta la compattezza della squadra di Mancini, che anche quando non riesce ad esprimersi pienamente sotto l'aspetto tecnico, dimostra comunque di sapere tenere sotto l'aspetto mentale e di non perdere di vista il sentiero tattico tracciato da Mancini. Qualche giocatore non ha reso al meglio, in particolare Chiesa, che è stato sostituito da Pellegrini. In mezzo al campo si è distinto Verratti, mentre Barella e soprattutto Jorginho hanno sofferto forse più del lecito il pressing avversario. La difesa in qualche circostanza ha traballato e forse Bonucci non è stato abbastanza deciso nella chiusura su Karapetyan, in occasione del vantaggio armeno. Positiva invece la prestazione di Emerson, che sulla fascia sinistra ha assicurato buona copertura e spinta costante, offrendo oltretutto il pallone del primo gol azzurro a Belotti.
Belotti è stato il migliore in campo. L'attaccante granata è stato sempre nel vivo della manovra offensiva e, pur avendo sbagliato un gol che sembrava fatto nel corso del primo tempo, può essere considerato il principale artefice della vittoria italiana.
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