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31 maggio 2019

La stagione rossoblu 2018-19

Questo post dà una valutazione della stagione 2018-19 del Cagliari. Ho considerato le prestazioni individuali dei rossoblu e le prestazioni della squadra. Il paragrafo finale è dedicato ai gol segnati.


LE PRESTAZIONI INDIVIDUALI
Cominciando con l'allenatore, si deve considerare sufficiente la sua gestione perché è riuscito a raggiungere l'obiettivo dichiarato dalla società. La sua valutazione non può essere più alta perché non è stato in grado, poi, di portare la squadra al decimo posto in classifica, l'obiettivo posto in subordine da Giulini. Inoltre, Maran non ha saputo dare alla squadra (se non occasionalmente) quel gioco propositivo e di qualità che lo stesso presidente aveva auspicato. Ecco ora la valutazione delle prestazioni dei singoli calciatori, che ho distinto in ottime, buone, sufficienti e insufficienti. Non ho considerato i giocatori che non hanno totalizzato presenze, oppure che hanno giocato troppo poco per potere essere valutati correttamente.

Ottime.
Pavoletti. Secondo me la permanenza del Cagliari in serie A è principalmente merito suo, cioè dei suoi gol. Quelli che ha realizzato in campionato sono quasi la metà del totale messo a segno dalla squadra. A cominciare dalla rete inflitta al Genoa, che ha sancito la salvezza matematica, sono molti i gol dell'attaccante livornese che hanno portato punti in classifica (e pochi quelli ininfluenti). Il gol segnato in casa del Genoa e quello inflitto all'Inter sono stati spettacolari. Un grande attaccante, bravo non soltanto in fase realizzativa ma anche nel fare da solido punto di riferimento e favorire la costruzione del gioco offensivo.
Cragno. Molte sue parate hanno evitato la sconfitta oppure hanno salvato la vittoria, quindi anche al portiere si deve riconoscere una buona parte di merito nel raggiungimento della salvezza. Se si vuole trovare il pelo nell'uovo, qualche errore lo ha commesso, ma il suo rendimento complessivo è stato molto buono perché normalmente ha dimostrato sicurezza ed efficacia negli interventi.
Barella. Dinamismo, facilità di corsa e di recupero-palla, capacità di coprire zone diverse del campo e ruoli diversi (mezz'ala a destra o a sinistra, trequartista, a volte anche mediano davanti alla difesa), combattività, grande tiro da fuori area, abilità nei calci piazzati. Tutte queste sono le doti che ne hanno fatto il vero motore del Cagliari, il giocatore rossoblu più acclamato, un elemento ormai insostituibile per la Nazionale di Mancini e un top player ricercato da molti prestigiosi club italiani ed europei.

Buone.
Joao Pedro. Se Maran gli avesse permesso di giocare nel suo ruolo naturale di trequartista, avrebbe sicuramente disputato un ottimo campionato. Invece ha dovuto fare quasi sempre la seconda punta e questo ne ha limitato le potenzialità, tanto che in diverse partite il suo apporto non è stato adeguato. Eppure, è riuscito a mettere a segno sette gol e questo per me basta per collocare il suo rendimento nella fascia medio-alta.
Castro. Il grave infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per molto tempo ha interrotto la crescita di rendimento, soprattutto qualitativo ma anche quantitativo, che l'argentino ha mostrato nella prima parte del girone d'andata. Al rientro però ha ripreso quel percorso di crescita, che secondo me lo porterà ad essere un giocatore fondamentale per la prossima stagione.
Ceppitelli e Pisacane. Difensori concreti e affidabili, non sono stati sempre impeccabili ma in certi casi hanno tenuto in piedi la difesa da soli. Bravi anche a farsi trovare pronti in area avversaria sui calci piazzati e a dare il loro contributo di segnature.
Pellegrini. Il suo unico e vero limite può essere considerato la verde età, che lo ha portato a volte a commettere degli errori nelle due fasi gioco, però un terzino sinistro così bravo a spingere sulla fascia, a crossare e anche a difendere, il Cagliari non l'aveva dai tempi di Agostini. Peccato che sia nonostadestinato a tornare alla Roma.

Sufficienti.
Klavan, Srna e Bradaric. Questi giocatori sono accomunati da un inizio di campionato buono o addirittura, nel caso di Srna, ottimo, che poi però ha lasciato spazio a prestazioni poco convincenti. Klavan e Bradaric hanno dovuto fare i conti con infortuni abbastanza seri e questo può avere influito negativamente sul livello del loro rendimento, una volta tornati a giocare.
Padoin. Un discorso simile si può fare per il super-jolly rossoblu, sempre all'altezza della situazione almeno per tutto il girone di andata e oltre, sempre pronto a ricoprire con autorevolezza i diversi ruoli di centrocampo e difesa che Maran gli assegnava. Poi il suo rendimento è vistosamente calato e la sua presenza in campo è diventata più discontinua. Potrebbe avere risentito di un certo affaticamento, visto che come Srna non è più giovanissimo.
Cigarini e Faragò. Il play e l'esterno destro non sono stati tra i titolari inamovibili e il loro rendimento è stato convincente in alcune occasioni ma non in altre. Forse proprio la difficoltà di tenere il ritmo-gara, a causa dell'utilizzo intermittente, li ha penalizzati.
Ionita. Il moldavo invece ha sempre goduto della piena fiducia di Maran, ma questo non gli ha evitato di prodursi a volte in partite davvero notevoli, di andare a rete, di sostenere le punte nel ruolo di trequartista oppure il centrocampo nel ruolo di interditore; e altre volte in partite di ordinaria amministrazione, senza nessuno spunto degno di nota, o addirittura di totale anonimato.
Cacciatore. Anche lui tormentato da un infortunio, per quanto ha giocato si è messo in luce per la buona disposizione alla spinta sulla fascia destra e al cross, ma non sono mancati momenti in cui è apparso un po' in difficoltà nel controllare gli attaccanti avversari.
Birsa e Deiola. Non hanno giocato molto a dire il vero, quindi non è semplice valutarli, però, pur senza brillare, complessivamente hanno fatto il loro dovere, lo sloveno più in fase di costruzione della manovra e il sardo più in fase di contenimento.

Insufficienti.
Cerri. Maran, soprattutto nella seconda parte di stagione, gli ha dato diverse opportunità per mettersi in mostra, ma il numero nove ha sempre fatto troppo poco, con l'eccezione della partita di Coppa contro il Chievo, quando ha segnato il suo unico gol stagionale. Colpisce specialmente la sproporzione tra le sue prestazioni e l'elevato costo dell'operazione che lo ha portato al Cagliari a titolo definitivo.
Farias. In gennaio è stato ceduto all'Empoli, ma nel girone di andata non è riuscito a convincere l'allenatore ad affidargli stabilmente il ruolo di seconda punta. Molta buona volontà e tanto movimento per il brasiliano, che però ancora una volta ha confermato tutti i suoi limiti in fase realizzativa.
Sau. Spiace dirlo, perché lo considero un attaccante di talento (basti vedere il gol segnato alla Roma), ma anche lui non si è mostrato all'altezza come realizzatore. Pure Sau è rimasto a Cagliari solo nel girone di andata, però a differenza di Farias ha giocato meno e come parziale attenuante dell'insuccesso del giocatore sardo c'è da considerare proprio la scarsa fiducia che ha ricevuto dall'allenatore.
Romagna e Lycogiannis. Altri due rossoblu molto trascurati da Maran, che probabilmente non ha visto in loro qualità sufficienti. In realtà quando sono stati impiegati hanno dato vita a prestazioni molto diverse, alcune buone ma altre decisamente negative.

LE PRESTAZIONI DI SQUADRA
In campionato la squadra di Maran ha totalizzato 10 vittorie, 11 pareggi e 17 sconfitte, piazzandosi al 15° posto in classifica, un po' meglio dell'anno scorso (16°, 11 v. 6 p. 21 s.). In Coppa Italia ha superato il Palermo e il Chievo nei turni preliminari ed è stata eliminata dall'Atalanta negli ottavi di finale. Considerando risultato e gioco espresso, ho distinto le prestazioni in pessime, insufficienti, sufficienti, buone e ottime.
Pessime. Le partite contro l'Empoli, finite con la vittoria netta dei toscani all'andata (2-0) e con un pareggio al ritorno, raggiunto in extremis e con fortuna dai rossublu; le partite sui campi di Milan, Sassuolo e Roma, perse senza appello con lo stesso risultato (3-0); quelle contro la Lazio e quelle interne contro la Juventus e l'Atalanta, terminate con sconfitte nette. Tutte queste gare sono state affrontate dal Cagliari in modo timido e difensivo, senza riuscire ad arginare il gioco degli avversari, né a sviluppare attacchi o ripartenze efficaci.
Insufficienti. Le partite giocate a Parma, a Milano contro l'Inter, a Genova contro la Sampdoria, a Bologna, a Torino contro la Juventus; quelle contro l'Udinese e quella interna di Coppa contro l'Atalanta.  In queste gare, tutte perse, i rossoblu hanno mostrato almeno a tratti un gioco abbastanza propositivo ma complessivamente sterile, fragilità difensiva di reparto e individuale, oltre alla tendenza a mollare mentalmente, soprattutto nei secondi tempi.
Sufficienti. Le partite di Coppa contro Palermo e Chievo, anche se gli avversari erano modesti; la partita vinta a Bergamo grazie al calcio di punizione di Barella, le due partite contro il modesto Chievo e quella in casa contro il Frosinone, vinte senza brillare; quelle pareggiate con Sampdoria e Torino in casa e con il Genoa in trasferta. I rossoblu hanno giocato queste gare in modo prudente ma non solo difensivo, riuscendo in qualche occasione a portare attacchi vincenti o almeno pericolosi all'area di rigore avversaria e, in trasferta, ad organizzare alcune efficaci ripartenze che hanno fruttato anche dei gol preziosi.
Buone. Le partite pareggiate con Sassuolo, Milan e Roma in casa, e con Fiorentina, Spal, Torino e Frosinone in trasferta, quelle interne vittoriose contro Bologna, Genoa, Parma, Fiorentina e Spal, e quelle perse immeritatamente contro il Napoli. Il Cagliari le ha giocate con buona, anche se non costante, intraprendenza e soprattutto con il carattere, che gli ha permesso di vincere o di recuperare almeno un punto, e di mettere in difficoltà la seconda forza della serie A (alla fine vincente per decisioni arbitrali discutibili, sia all'andata che al ritorno).
Ottime. La partita della Sardegna Arena contro l'Inter, vinta con merito, sia per la difficoltà di affrontare in modo propositivo una squadra molto forte, sia per la lucidità mentale messa in mostra dai giocatori per cercare e poi conservare la vittoria di fronte alla reazione degli avversari, sia per la qualità del gioco che i rossoblu sono riusciti a sviluppare in certi momenti della gara, soprattutto nel primo tempo.

I GOL
Il Cagliari ha concluso la stagione 2018-19 con 40 gol all'attivo e 58 al passivo. In campionato il rapporto gol fatti : gol subiti è 36:54 e in Coppa Italia 4:4. Rispetto al torneo di serie A 2017-18, quando il rapporto era stato 33:61, i rossoblu hanno migliorato leggermente il numero dei gol segnati e più sensibilmente quello dei gol subiti, per una differenza reti che è negativa anche quest'anno (-18) ma non così pesante come risultava alla fine del precedente campionato (-28).
Il capocannoniere della squadra è Leonardo Pavoletti, che ha realizzato 18 gol, di cui 16 in campionato e 2 in coppa. Seguono Joao Pedro (7), Farias (3), Ionita (3), Pisacane (2), Barella, Castro, Ceppitelli, Cerri, Faragò e Sau che hanno segnato 1 gol a testa. Completa la statistica l'autogol dell'interista Perisic.
I gol segnati dopo azione manovrata (comprese le ripartenze) sono stati 19, dopo un calcio piazzato 14, dopo un lancio lungo per la punta avanzata 5, da calcio di rigore 2.
Il gol più bello. Napoli-Cagliari (2-1): break a centrocampo di Deiola che recupera, riparte e appoggia in area per Barella; il centrocampista raggiunge il pallone nel settore destro, sente alle sue spalle Pavoletti che sopraggiunge in corsa e gli serve un sontuoso assist di tacco; il centravanti colpisce di prima intenzione e segna con un rasoterra angolato.

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