Dopo la vittoria del Bologna non c'erano più possibilità concrete di conquistare il decimo posto. L'unico obiettivo che i rossoblu potevano ancora avere di mira, nell'ultima partita di questo campionato, era quello di chiudere con una bella vittoria di fronte ai propri tifosi, accorsi numerosi alla Sardegna Arena nonostante la pioggia e il vento.
L'inizio del Cagliari è stato buono e ha lasciato pensare ad una chiusura di campionato col sorriso. Al quarto d'ora Lycogiannis ha calciato una punizione insidiosa che il portiere udinese ha respinto, mentre al 18' lo stesso terzino greco ha battuto un calcio d'angolo e dopo una deviazione di Pisacane il pallone è arrivato sulla testa di Pavoletti, che ha segnato il suo sedicesimo gol. Intorno alla mezz'ora un forte tiro di Barella è stato respinto dal portiere Musso, che poco più tardi ha parato a terra una punizione di Srna. La manovra del Cagliari è stata sostenuta dalla vivacità di Barella e Ionita, e i due difensori laterali sono stati sufficientemente attivi. Castro si è prodotto in almeno due assist pregevoli, che però i suoi compagni non hanno saputo sfruttare. I rossoblu hanno giocato anche una buona gara difensiva, perché sono riusciti a contenere i contrattacchi dei friulani. L'Udinese infatti non era rimasta a guardare e soprattutto intorno al 40' si era resa pericolosa con Teodorczyc e D'Alessandro, ai quali si è opposto il solito efficace Cragno, prima con una deviazione in angolo e poi con una respinta di piede. Insomma, pur senza fare cose eccelse, i rossoblu hanno meritatamente chiuso in vantaggio la prima metà della gara.
Nel secondo tempo le cose sono cambiate. L'Udinese ha continuato la sua grintosa azione offensiva, mentre il Cagliari, come purtroppo è capitato altre volte, è apparso subito in difficoltà in difesa e incapace di replicare agli attacchi bianconeri. Dopo appena sette minuti Pussetto ha segnato, ma il suo gol è stato annullato per fuorigioco su segnalazione VAR. Un campanello d'allarme che il Cagliari sembra non avere sentito, visto che pochi minuti dopo è stato travolto da un nuovo attacco. Cragno è riuscito a deviare sul palo un primo tiro, ma subito dopo è stato battuto da uno spiovente di Hallfredsson. Vale a poco dire che il gol friulano è stato favorito da una buona dose di fortuna, perché comunque è arrivato dopo un quarto d'ora di forte spinta da parte dell'Udinese. Il Cagliari non si è più visto in avanti e ha continuato a subire gli attacchi degli ospiti, che al 24' hanno raddoppiato con De Maio.
Soltanto a quel punto il Cagliari si è risvegliato e ha tentato di raggiungere il pareggio. Ma lo ha fatto con poca lucidità, con diversi tiri senza esito (Birsa, Pavoletti, Pisacane, Cerri) e una sterile collezione di calci d'angolo. L'unica occasione favorevole l'ha avuta nell'ultimo minuto di recupero Joao Pedro, che però ha tirato a lato dal centro dell'area di rigore. Completano il quadro le inefficaci sostituzioni decise da Maran (Birsa per Castro, Padoin per Srna, Cerri per Bradaric). Mentre il suo collega ha schierato fin dal primo minuto giocatori poco utilizzati, sfruttando la loro voglia di mettersi in mostra, il tecnico rossoblu ha proseguito sulla strada della conservazione degli equilibri, delle gerarchie di spogliatoio, della scarsa fiducia nei giovani.
Nel secondo tempo di quest'ultima fatica di campionato il Cagliari ha riproposto tutti quei difetti tecnici, tattici e mentali che ne avevano compromesso le prestazioni e i risultati in molte partite, specialmente durante il girone di andata. L'orgogliosa e lodevole impennata del girone di ritorno, cominciata con la vittoria in rimonta sul Parma, è durata giusto il tempo necessario a mettere al sicuro la permanenza nella serie A. Poi si è spenta e senza quella mentalità coraggiosa il Cagliari non ha saputo raggiungere nemmeno il traguardo modesto del decimo posto in classifica.
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