Quando arriva la capolista l'attesa della partita è sempre al massimo, lo stadio è sempre pieno, la voglia di battere la squadra più forte è incontenibile. Tante volte questo desiderio di vittoria resta inappagato, poche volte si realizza. In questo caso il Cagliari affrontava una squadra che ha vinto gli ultimi sette campionati e che vincerà anche quello in corso, un rullo compressore che negli ultimi sette anni si è sempre portato via i tre punti dalla Sardegna. L'ultima vittoria del Cagliari era vecchia di dieci anni. Il 29 novembre 2009 la sagacia tattica di Allegri rossoblu e le reti spettacolari di Nené (bomba sotto la traversa) e Matri (dribbling a Cannavaro e rasoterra a Buffon in uscita) avevano piegato con risultato all'inglese i bianconeri, allora diretti da Ferrara.
Anche se la Juventus si presentava senza Ronaldo, Dybala e alcuni altri calciatori di primissimo piano, l'impegno questa volta era ancora più proibitivo che in passato per i rossoblu e l'andamento della partita lo ha confermato. Il Cagliari all'inizio ha dato l'impressione di potere stare bene in campo di fronte ai campioni d'Italia, giocando in modo abbastanza ordinato e producendo anche un certo pressing sui portatori di palla bianconeri. Ma questo buon momento è durato poco, fino al vantaggio della Juventus, propiziato da un calcio d'angolo goffamente regalato da Ceppitelli e reso possibile dalla eccessiva staticità della nostra difesa, che sul cross di Bernardeschi ha permesso a Bonucci di colpire quasi indisturbato. Da quel momento il Cagliari è andato in confusione e la Juventus ha preso sempre di più il controllo della partita, con azioni rapide, preparate da un giro di palla veloce che mandava a vuoto il tentativo di pressing rossoblu. La fiammata improvvisa di Joao, che ha sfiorato la traversa su assist di Barella, è rimasto un fatto isolato. Nel secondo tempo i rossoblu si sono visti ancora di meno e la Zebra ha sfiorato più volte il raddoppio, che alla fine ha ottenuto con Kean.
Sul risultato finale non si può dire nulla, perché la Juventus soprattutto nel secondo tempo ha dominato il gioco e ha costretto il Cagliari a difendersi. Chi sperava di vedere ancora una volta il Cagliari determinato e vincente ammirato contro Inter e Fiorentina è rimasto deluso. Perché oggi il Cagliari ha fallito? Innanzitutto perché la Juventus, anche con diverse seconde linee in campo, è nettamente più forte di viola e nerazzurri; poi perché Allegri (se ce ne fosse bisogno) ha dimostrato di sapere pensare un calcio decisamente più efficace di quello di Maran, il quale ancora una volta è stato incapace di escogitare soluzioni tattiche adeguate, quando la partita si incanala in una direzione svantaggiosa per la sua squadra; infine perché molti rossoblu oggi sono apparsi del tutto insufficienti.
Il peggiore in campo, secondo me, è stato Ceppitelli, inguardabile in diverse occasioni, impacciato e irriconoscibile. Ma anche i terzini meritano l'insufficienza, deboli in fase difensiva e praticamente assenti nella fase di spinta. Barella ha dimostrato come sempre tanta buona volontà, ma anche lui stavolta è stato poco lucido, come Cigarini. Quasi impalpabili Ionita e Faragò. In avanti, Pavoletti ha fatto lotta greco-romana per scrollarsi di dosso lo sgraziato ma quasi implacabile Chiellini e procurarsi un po' di spazio di manovra, mentre i suoi compagni non sono mai riusciti a servirlo in modo proficuo. Delle tre sostituzioni non parlo neanche, perché non hanno minimamente inciso sul trend della gara.
Adesso resta solo da rimboccarsi le maniche per riprendere il cammino verso i quaranta punti, sapendo che le prossime avversarie non si chiamano Juventus.
Anche se la Juventus si presentava senza Ronaldo, Dybala e alcuni altri calciatori di primissimo piano, l'impegno questa volta era ancora più proibitivo che in passato per i rossoblu e l'andamento della partita lo ha confermato. Il Cagliari all'inizio ha dato l'impressione di potere stare bene in campo di fronte ai campioni d'Italia, giocando in modo abbastanza ordinato e producendo anche un certo pressing sui portatori di palla bianconeri. Ma questo buon momento è durato poco, fino al vantaggio della Juventus, propiziato da un calcio d'angolo goffamente regalato da Ceppitelli e reso possibile dalla eccessiva staticità della nostra difesa, che sul cross di Bernardeschi ha permesso a Bonucci di colpire quasi indisturbato. Da quel momento il Cagliari è andato in confusione e la Juventus ha preso sempre di più il controllo della partita, con azioni rapide, preparate da un giro di palla veloce che mandava a vuoto il tentativo di pressing rossoblu. La fiammata improvvisa di Joao, che ha sfiorato la traversa su assist di Barella, è rimasto un fatto isolato. Nel secondo tempo i rossoblu si sono visti ancora di meno e la Zebra ha sfiorato più volte il raddoppio, che alla fine ha ottenuto con Kean.
Sul risultato finale non si può dire nulla, perché la Juventus soprattutto nel secondo tempo ha dominato il gioco e ha costretto il Cagliari a difendersi. Chi sperava di vedere ancora una volta il Cagliari determinato e vincente ammirato contro Inter e Fiorentina è rimasto deluso. Perché oggi il Cagliari ha fallito? Innanzitutto perché la Juventus, anche con diverse seconde linee in campo, è nettamente più forte di viola e nerazzurri; poi perché Allegri (se ce ne fosse bisogno) ha dimostrato di sapere pensare un calcio decisamente più efficace di quello di Maran, il quale ancora una volta è stato incapace di escogitare soluzioni tattiche adeguate, quando la partita si incanala in una direzione svantaggiosa per la sua squadra; infine perché molti rossoblu oggi sono apparsi del tutto insufficienti.
Il peggiore in campo, secondo me, è stato Ceppitelli, inguardabile in diverse occasioni, impacciato e irriconoscibile. Ma anche i terzini meritano l'insufficienza, deboli in fase difensiva e praticamente assenti nella fase di spinta. Barella ha dimostrato come sempre tanta buona volontà, ma anche lui stavolta è stato poco lucido, come Cigarini. Quasi impalpabili Ionita e Faragò. In avanti, Pavoletti ha fatto lotta greco-romana per scrollarsi di dosso lo sgraziato ma quasi implacabile Chiellini e procurarsi un po' di spazio di manovra, mentre i suoi compagni non sono mai riusciti a servirlo in modo proficuo. Delle tre sostituzioni non parlo neanche, perché non hanno minimamente inciso sul trend della gara.
Adesso resta solo da rimboccarsi le maniche per riprendere il cammino verso i quaranta punti, sapendo che le prossime avversarie non si chiamano Juventus.
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