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4 marzo 2019

Il poco sportivo signor Spalletti

Luca Ceppitelli è stato appena scippato del gol, attribuito alla deviazione di un interista nella propria porta. Pazienza, è stato lui a dare avvio alla emozionante vittoria del Cagliari e questo deve inorgoglirlo. Come ha dichiarato nel dopo-partita, lui e i compagni avevano passato la settimana a ripetersi che l’atteggiamento, fortemente determinato al raggiungimento del risultato fin dal primo minuto di gioco, avrebbe fatto la differenza nella gara contro l'Inter. Lottare su ogni pallone, senza mollare mai e tenere alta la concentrazione per ridurre al minimo il numero degli errori. Aggredire l'Inter per limitarne l'azione e, recuperato il possesso, costruire gioco senza buttare via il pallone. Questo nel primo tempo è stato fatto egregiamente, pur con alcuni passaggi a vuoto; ma in campo non c'era una squadra qualunque, c'era la terza forza del campionato. Contro squadre così forti, che possono ribaltare il risultato in pochi minuti, è necessario non sbagliare nulla e mettere la parola fine appena possibile. Ecco allora che si capisce lo sfogo di Luca: “Forse avremmo potuto chiuderla prima, dobbiamo migliorare sotto questo aspetto perché non è possibile finire ogni partita col cuore in gola”. Ora i rossoblu sono attesi dallo scontro diretto con il Bologna, che Mihailovic sta rigenerando. Non sarà la stessa squadra fragile vista alla Sardegna Arena all'andata. Le assenze di Cigarini e Faragò, vista la grande partita che hanno saputo giocare ieri sera, sono gravi ma ormai è chiaro a tutti che le assenze non possono essere chiamate a giustificazione. Quello che conta davvero è che il Cagliari metta la stessa grande voglia di superare l'ostacolo anche fuori casa.
Anche Barella è convinto che quella di ieri sia stata la vittoria della squadra, non dei singoli. Una squadra scesa in campo con l’atteggiamento giusto, che è quello di esprimere personalità. Da troppo tempo i rossoblu avevano perso di vista questo stile di pensiero, ma adesso sembra proprio che ne siano consapevolmente padroni, basta vedere le parole di Barella: “Oggi abbiamo preso tre punti fondamentali ma non dobbiamo abbassare la tensione che ci ha permesso di ottenere questo grande risultato. Domenica a Bologna sarà una battaglia, dovremo scendere in campo con la stessa fame di oggi e dare ancora di più: l’atteggiamento farà ancora una volta la differenza”.
E Maran? Facendo l'analisi tecnica della partita ha ripetuto con soddisfazione, perché è stato ascoltato dai suoi giocatori, le raccomandazioni che aveva dato nel pre-partita: “Dovevamo mantenere un pressing alto, se fossimo rimasti passivamente ad aspettare sarebbe stato difficile arginare le giocate dell’Inter, che ha una grande capacità di affondare sugli esterni e creare superiorità numerica. Abbiamo costruito tante occasioni, mettendo in campo quello che avevamo provato durante la settimana, con personalità, in tutte le zone del terreno di gioco, con cuore e sacrificio. Negli ultimi minuti l’Inter ha messo dentro giocatori di grande stazza fisica, saltando il centrocampo con lanci lunghi per sfruttare la loro abilità in acrobazia. Non ci siamo disuniti nemmeno in quel momento, abbiamo tenuto la testa sul pezzo. I tre davanti hanno fatto un lavoro incredibile, andando su tutti i palloni a sporcare le traiettorie”. Poi ha ricordato ancora (lo fa sempre!) quante difficoltà siano derivate dalle numerose assenze, però questa volta non mi è sembrata la solita lamentela, ma piuttosto il “la” che Maran si è concesso per rivendicare con orgoglio che, grazie al lavoro duro di ogni giorno, la squadra è riuscita a costruire la “giusta mentalità” per superare tutte le avversità: “Sembra facile parlare ora, ma mi aspettavo una squadra così”.

Adesso il Cagliari sta ricaricando le batterie. Per battere l'Inter è sempre necessario spendere grandi risorse psico-fisiche. Per batterlo in quel modo così netto, come ha saputo fare il Cagliari, bisogna spendere anche di più. Mentre la squadra di Maran si ricarica e già pensa alla prossima partita, gli avversari di ieri e quelli di domani hanno detto la loro.
L'allenatore dell'Inter non ha brillato per sportività. Secondo Spalletti la sua squadra è stata troppo "timida" e così ha subito la "veemenza" del Cagliari. Poi, quando finalmente i nerazzurri hanno messo da parte la timidezza, il Cagliari si è "chiuso" (parole sue) ed è stato bravo a mantenere il vantaggio nonostante l'Inter sia riuscito a prendere campo. Siamo alle solite: se ti battono quattro a zero è perché loro sono troppo forti, se li batti tu è perché loro sono timidi o qualcos'altro. Di volta in volta i "grandi" del nostro calcio trovano una giustificazione nuova ma con una costante: la loro sconfitta non avviene per merito del Cagliari.
Secondo Mihailovic il Bologna deve battere le squadre "del suo livello", se vuole salvarsi. Chiaramente il suo ragionamento era riferito, nell'immediato, alla partita con il prossimo avversario, cioè il Cagliari. Io non credo che il Cagliari sia dello stesso livello del Bologna, nel senso che secondo me i nostri rossoblu, nell'insieme, sono tecnicamente più bravi. Però sul piano della qualità tattica posso essere d'accordo con il vulcanico allenatore felsineo, perché la sua filosofia di gioco non è meno efficace di quella di Maran, anche se i due non fanno giocare le loro squadre esattamente nello stesso modo. Mihailovic vuole che i suoi giocatori mettano in campo sempre tanta velocità nelle ripartenze e tanta grinta su ogni pallone, a costo anche di scoppiare. Pure Maran chiede carattere e determinazione ai suoi, però all'interno di un sistema di gioco più ragionato e meno istintivo.
Mihailovic ha detto senza mezzi termini che contro il Cagliari bisognerà vincere anche giocando male, mentre Maran, per quello che mi ricordo, non ha mai fatto un'affermazione di questo tipo. Per il nostro, risultato e prestazione sono complementari. Tante volte, come sappiamo, non sono arrivati né i risultati né le prestazioni, ma questo per motivi diversi, che ho cercato di spiegare (e di spiegarmi) in altri post.
Tornando per un attimo a Spalletti, io non credo che il Cagliari nel secondo tempo si sia chiuso di fronte all'avanzare dell'Inter. Ha dovuto difendersi, questo è vero, ma non ha fatto l'errore che gli abbiamo visto commettere diverse altre volte in questo campionato, quello cioè di pensare soltanto a salvare il risultato, lasciando Pavoletti da solo in mezzo ai difensori avversari, a cercare di prendere lanci lunghi dalla difesa o direttamente da Cragno.
Al Dall'Ara sarà una partita da vincere anche per noi e serviranno ancora una volta il carattere e la testa che i rossoblu hanno sfoggiato contro i "timidi" nerazzurri.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Lasciamo pensare alle grandi che erano timidi.In qualche modo si devono giustificare di avere perso contro una ,piccola'.Ma noi sappiamo che siamo stati forti. Sono sicura che la prossima partita giocherano con la testa e col cuore!

Francesco Obinu ha detto...

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