Passata l'amarezza, è più facile tornare a parlare dell'ennesima sconfitta e mezza prestazione dei rossoblu lontano dall'erbetta di casa. Voglio partire dalle parole di Fabio Pisacane, che non ha cercato giustificazioni per la sconfitta di Bologna: “Non mi piace cercare alibi. Gli episodi devi portarli dalla tua parte, altrimenti vuol dire che non tutto sta andando benissimo. In trasferta non riusciamo a replicare le prestazioni che forniamo alla Sardegna Arena. Non so dire il motivo, anche se chiaramente l'apporto del nostro pubblico è importante. Bisogna riflettere, lavorare in modo ancora più intenso, dare tutti di più, compreso il sottoscritto, per invertire la rotta lontano da casa”.
Certo, sentire la spinta dei tifosi è importante ma - giusto per seguire Pisacane - questo fatto da solo non può essere una giustificazione valida. L'onesto difensore rossoblu dice di non conoscere il motivo del pessimo rendimento esterno della squadra. Io provo a dire la mia.
Secondo me il Cagliari in casa rende di più perché l'allenatore carica i giocatori per raggiungere l'obiettivo della vittoria. Al contrario, quando i rossoblu devono affrontare gli avversari fuori casa, Maran cambia l'obiettivo principale, che diventa quello di evitare la sconfitta. Lo si vede dall'atteggiamento tattico, che in trasferta è sempre legato ad una idea di gioco attendista e difensivista. Anche a Bologna il Cagliari ha lasciato l'iniziativa agli avversari, Joao è stato utilizzato non come seconda punta accanto a Pavoletti ma come incursore allineato in partenza con gli altri centrocampisti, e il centravanti ha fatto la guerra contro i mulini a vento. E' chiaro che se tutto (ma proprio tutto) ti va bene, allora puoi anche uscire indenne dalla sfida o addirittura, con un bel po' di fortuna, uscire vincitore (è successo così a Bergamo, nel girone d'andata). Ma in realtà, non dare alla squadra l'obiettivo preciso della vittoria, secondo me porta all'allentamento di quella tensione e determinazione che alla Sardegna Arena hanno fatto quasi sempre la differenza a favore dei nostri.
Se poi anche l'allenatore va in confusione e per rimediare al risultato negativo mette in campo quattro attaccanti, sbrindellando la tenuta della squadra, allora si potrebbe perdere anche in casa del Chievo. E, per favore, non torni Maran a parlare di cose tipo la fortuna, perché così non è sportivo verso gli avversari e non è onesto verso i suoi giocatori: "Il Bologna è un avversario in salute, stava giocando bene ma non era stato assistito dalla fortuna: oggi invece gli episodi per loro hanno girato tutti dalla parte giusta".
No, signor Maran, il Bologna ha vinto con merito e lei (prima ancora che i suoi giocatori) ha perso con merito.
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