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29 marzo 2019

Missione: battere il Chievo

Pavoletti solo. Ieri Blog Cagliari Calcio 1920.net ha pubblicato un articolo di Michelangelo Corrias sulle difficoltà incontrate a Bologna dall'attacco del Cagliari, in particolare da Pavoletti.
L'analisi dei fatti è lucida. Corrias sostiene che il black out del nostro goleador sia stato determinato principalmente dalla mancanza di rifornimenti adeguati, perché quasi sempre il centravanti ha dovuto cercare di acchiappare i palloni portati da lunghi lanci provenienti direttamente dalla metà campo isolana. Senza riuscirci, perché normalmente quel tipo di azione favorisce l'intervento dei difensori avversari. Per mettere Pavoletti nelle condizioni di segnare sarebbe stato opportuno costruire con ordine e raziocinio la manovra d'attacco, ma Joao Pedro e i centrocampisti non sono stati in grado di farlo, forse anche per la mancanza del regista Cigarini, mentre Srna e Pellegrini non hanno assicurato una spinta adeguata sulle fasce e un buon numero di cross.
Vero che il centrocampo cagliaritano non ha supportato abbastanza Pavoletti, ma questo è accaduto perché Joao, ancora una volta, giocava lontano dal centravanti e non poteva spalleggiarlo. Si dovrebbe poi dire della prova opaca di Ionita e di quella appena sufficiente di Barella, come del fatto che Bradaric faceva più il difensore aggiunto che il mediano di riferimento per la costruzione delle ripartenze.
E tutto questo, compresa la scarsa presenza offensiva dei due terzini, ha la sua ragione ultima: Maran, fuori casa, continua ad ordinare e disporre un assetto di gioco molto prudente, che non ha niente a che vedere con quello più propositivo che invece si può apprezzare nelle partite casalinghe. Il cambio di mentalità del Cagliari non è ancora completo e non lo sarà fino a quando non vedremo anche in trasferta il gioco che la squadra dimostra di saper fare (al di là del risultato finale) alla Sardegna Arena. Pavoletti non va lasciato solo e lui saprà essere sempre un giocatore determinante.

A Verona senza Pavoletti. Intanto, i rossoblu devranno affrontare l'importante trasferta di Verona, dove se la vedranno con il Chievo, senza il bomber.
Importante, perché questa prossima partita esterna potrebbe dire cose fondamentali per il campionato del Cagliari. Primo, potrebbe essere l'occasione giusta per superare il mal di trasferta che ancora affligge la squadra di Maran, come si è visto a Bologna. Secondo, potrebbe eliminare definitivamente dalla corsa verso la salvezza i gialloblu clivensi. Terzo, potrebbe proiettare i rossoblu talmente lontano dal terzultimo posto, da permettergli di pensare a guadagnare una posizione di classifica di tutto rispetto.
Tutto questo può concretizzarsi solo attraverso la vittoria. Non sogniamo di battere la Juventus, almeno per il momento, ma concentriamoci sulla possibilissima vittoria in casa del Chievo. Se il Cagliari ha potuto battere alla Sardegna Arena squadre come Inter e Fiorentina, grazie ad un gioco sostenuto da intensità atletica e lucidità mentale, allora lo stesso metodo deve essere applicato a Verona. Se da giorni l'allenatore Di Carlo e alcuni dei suoi calciatori ripetono che il Chievo, battendo il Cagliari, potrebbe sperare di nuovo nella salvezza, allora a maggior ragione i rossoblu devono andare a castigare i padroni di casa, per avere un concorrente in meno di cui preoccuparsi. Se è vero che la società si era posta come obiettivo stagionale la salvezza tranquilla e il decimo posto in classifica, allora la partita contro l'ultima della graduatoria è l'occasione da non sciupare per allungare il passo verso il traguardo finale.
A Verona non ci sarà il super Pavoletti azzurro, che al suo esordio in Nazionale entra in campo al posto di nonno Quagliarella e dopo pochi minuti riceve un cross, che gira di testa verso la porta del Liechtenstein; poi riprende la respinta del portiere resistendo al contrasto del suo marcatore e segna di piede. Non solo un bomber, anche un vero lottatore; è come se avesse voluto indicare ai suoi compagni con quale testa e agonismo dovranno scendere in campo d'ora in avanti.

Chievo-Cagliari 0-3. Mi aspettavo molto dal Cagliari. La partita contro il Chievo era secondo me importantissima per diversi motivi (vedi il post "Battere il Chievo senza il super Pavoloso").
La vittoria non doveva sfuggire e così è stato, i tre punti conquistati permettono al Cagliari di fare un balzo in avanti notevole e adesso saranno le squadre che stanno dietro di noi a dover replicare, se ne avranno la capacità. Aggiungiamo che la partita è stata vinta segnando tre gol, cosa che al Cagliari non capitava da molti e molti mesi. Aggiungiamo che Barella ha fatto tre cose semplicemente strepitose, tre cavalcate verso la porta avversaria che hanno propiziato il gol di Joao Pedro, poi un quasi gol dello stesso centrocampista azzurro e vero spettacolo per gli amanti del calcio. Risultato e giocate individuali hanno soddisfatto le mie attese.
Se invece parliamo del gioco espresso dalla squadra, non sono molto soddisfatto. Il solito inizio del Cagliari in formato trasferta ha lasciato più iniziativa ai padroni di casa, poi fortunatamente Pisacane ha ringhiato e la partita è cambiata. Il gol del difensore campano poteva essere un fatto fortuito e destinato a non pesare più di tanto, perché è arrivato mentre il Chievo stava facendo la partita e sembrava più sul pezzo rispetto ai rossoblu. Invece proprio da lì il Cagliari ha cominciato ad assestarsi meglio e pur non costruendo molto gioco d'attacco, è riuscito a togliere spinta alla manovra clivense e a colpire tutte le volte che ha potuto. I gol di Joao Pedro e di Ionita sono arrivati grazie alla massima capitalizzazione dei non tanti attacchi portati verso la porta avversaria. Ma si dice che anche questa sia una virtù delle squadre sicure di sé e forse il Cagliari comincia ad avere uno spessore maggiore proprio riguardo alla consapevolezza dei propri mezzi, tecnici e mentali.
Del secondo tempo è inutile parlare anche perché il Chievo, con tre gol al passivo, è apparso chiaramente una squadra che crede alla possibilità di salvarsi solo nelle dichiarazioni che si fanno tanto per non amareggiare ancora di più i tifosi. I gialloblu hanno raschiato il fondo del barile quando sono rimasti in dieci, alla ricerca del gol della bandiera, approfittando però della sostanziale (e deludente) rinuncia a giocare da parte di un Cagliari ormai appagato dalla comoda vittoria (e forse con la testa già alla Juventus).
Insomma, io penso che per capire se il Cagliari sia davvero guarito dal mal di trasferta bisognerà aspettare partite più probanti. Intanto però godiamoci il risultato.

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