Rolando Maran ha lasciato la guida tecnica del Cagliari dopo un campionato (2018-19) in linea con i risultati prevalenti nella carriera del mister, cioè di medio-bassa classifica, e dopo una stagione (2019-20) interrotta dal covid 19 e segnata da una prima parte positiva e una seconda molto deludente. Maran è un buon tecnico oppore no? Vediamo quali sono i punti a favore e quelli a sfavore del tecnico trentino.
2- Maran ha dimostrato di sapere lavorare bene anche sulla psicologia dei giocatori. I piedi contano ma per giocare bene e ottenere risultati positivi occorre anche la testa. Bisogna riconoscere a Maran di avere portato i suoi giocatori a diventare più forti sotto l'aspetto mentale e a convincersi che una squadra può superare le difficoltà tecniche, se mette in campo la giusta determinazione agonistica.
2- Maran ha un'idea di calcio che si fonda sull'assetto difensivo. La scelta - quasi sempre applicata - di giocare con una sola punta di ruolo non è legata all'indisponibilità di attaccanti, quanto alla volontà dell'allenatore di avere un centrocampo più denso: primo non subire i gol, poi cercare di farli. Questo atteggiamento prudente lo abbiamo visto soprattutto contro le squadre di alta classifica e soprattutto in trasferta. Purtroppo, è un modo di fare calcio che può pagare solo a condizione che i giocatori riescano a mettere in campo tanta aggressività e lucidità nella fase di contenimento. Tutte le volte che questa disposizione al combattimento è mancata, il gioco è stato eccessivamente attendista e ha permesso agli avversari di aggredire subito la nostra difesa - come è accaduto spesso durante la seconda fase del 2019-20 -, mentre l'attacco complessivamente è stato poco incisivo. Il Cagliari di Maran molte volte ha incassato i gol nei primi dieci-quindici minuti di gioco e in molti casi non è riuscito a recuperare lo svantaggio.
A favore.
1- Maran è un professionista serio, che crede fermamente nei principi tattici del suo lavoro e non si perde d'animo quando i risultati della squadra non sono positivi. Lo scontento che si era diffuso tra i tifosi nel lungo periodo del 2019-20 in cui il Cagliari collezionava molti pareggi, diverse sconfitte e poche vittorie, non lo ha distolto da questa sua fermezza. In quelle settimane il tam-tam dei social network riportava l'umore nero di una parte della tifoseria, che voleva l'esonero dell'allenatore, ma Maran ha sempre mostrato la sicurezza di chi sa che, provando e riprovando con costante impegno nel lavoro, dal tunnel si può uscire. E ha avuto ragione.2- Maran ha dimostrato di sapere lavorare bene anche sulla psicologia dei giocatori. I piedi contano ma per giocare bene e ottenere risultati positivi occorre anche la testa. Bisogna riconoscere a Maran di avere portato i suoi giocatori a diventare più forti sotto l'aspetto mentale e a convincersi che una squadra può superare le difficoltà tecniche, se mette in campo la giusta determinazione agonistica.
A sfavore.
1- Gli schemi di Maran non sembrano abbastanza elastici da adattarsi all'andamento delle partite. La fermezza nel portare avanti le sue idee calcistiche, che è un punto a suo favore quando si parla di applicazione nel lavoro, diventa un limite nel momento in cui la squadra avrebbe bisogno di ricorrere a variazioni tattiche anche decise, per provare a rovesciare in suo favore il corso di una partita. La manovra di impostazione ripete quasi sempre la stessa trama di passaggi tra un difensore centrale, il playmaker e i terzini. Le verticalizzazioni sono rare e le variazioni di gioco sono dovute soprattutto al lancio lungo verso la punta centrale o alle incursioni individuali dei centrocampisti. Così le giocate risultano prevedibili e favoriscono il recupero del pallone da parte degli avversari.2- Maran ha un'idea di calcio che si fonda sull'assetto difensivo. La scelta - quasi sempre applicata - di giocare con una sola punta di ruolo non è legata all'indisponibilità di attaccanti, quanto alla volontà dell'allenatore di avere un centrocampo più denso: primo non subire i gol, poi cercare di farli. Questo atteggiamento prudente lo abbiamo visto soprattutto contro le squadre di alta classifica e soprattutto in trasferta. Purtroppo, è un modo di fare calcio che può pagare solo a condizione che i giocatori riescano a mettere in campo tanta aggressività e lucidità nella fase di contenimento. Tutte le volte che questa disposizione al combattimento è mancata, il gioco è stato eccessivamente attendista e ha permesso agli avversari di aggredire subito la nostra difesa - come è accaduto spesso durante la seconda fase del 2019-20 -, mentre l'attacco complessivamente è stato poco incisivo. Il Cagliari di Maran molte volte ha incassato i gol nei primi dieci-quindici minuti di gioco e in molti casi non è riuscito a recuperare lo svantaggio.
Riepilogando.
Il tecnico trentino è in grado di raggiungere gli obiettivi societari, se questi sono limitati alla salvezza, anche abbastanza tranquilla. Se invece la società vuole coltivare ambizioni maggiori, allora Maran non è l'allenatore più adatto al compito.
2 commenti:
Bravo Francesco. Esiste un articolo su un sito giornalistico che porta il nome di centrotentuno mi sembra. C'è un bell'articolo che doverebbero leggere tutti i tifosi. Parla della mediocrità del gioco del Cagliari di Maran.. ed io mio trovo assolutamente d'accordo. Un modo per riflettere e ragionare senza guerrigliare in merito a cosa la società stia proponendo di fare per il futuro. Temo che lòa mediocrità continuerà..
Un caro saluto Francesco
Flam
La penso come te Flam, purtroppo non vedo segnali per un cambiamento della linea societaria, almeno per il momento... A presto!
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