Devo dire che il tono delle dichiarazioni di Maran nella conferenza stampa di ieri mi è piaciuto a metà. A parte la consueta tirata sul fatto (innegabile, per carità) che gli manchino diversi giocatori per infortunio e che altri non siano al massimo della forma, mi ha invece convinto il desiderio dell'allenatore di caricare la squadra come, forse, non aveva mai fatto prima. Non ricordo che Maran, da quand'è a Cagliari, abbia mai usato espressioni come "dobbiamo avere un atteggiamento meno pauroso" e "giocare da uomini" con "sfrontatezza", "con il coltello tra i denti, difendendo e attaccando in undici". E "il fuoco che abbiamo dentro dobbiamo essere bravi a gestirlo per evitare di commettere errori". Così, "se noi facciamo vedere che diamo tutto, i tifosi ci spingeranno al massimo".
Perché allora da molto tempo il Cagliari non riesce più a dare tutto? L'allenatore è convinto che i suoi giocatori abbiano un "problema di testa", perché durante la preparazione settimanale mettono il massimo impegno ma poi, in campo, si "sciolgono alla prima difficoltà". Maran ha dimostrato soprattutto di avere ben chiaro che tipo di partita aspetti il Cagliari, affermando: "Il Parma ha vinto meno gare in casa, gioca con il baricentro basso e ti aspetta per ripartire". Perciò "dovremo essere bravi a leggere bene la partita domani, dovremo essere perfetti nelle transizioni".
Poi ha provato ad assumersi la sua quota di responsabilità, ma non ha precisato in quali termini abbia contribuito agli scarsissimi risultati ottenuti dalla squadra negli ultimi mesi. Anzi ha subito precisato che sono intervenute anche "tante cose contingenti, che hanno complicato la situazione. Dobbiamo tutti dare di più".
Io resto dell'idea che il Cagliari, così come lo mette e dispone in campo Maran, abbia poca forza offensiva e questo complica molto ogni tentativo, per quanto volenteroso, di "giocare da uomini con il coltello fra i denti". Detto questo, spero che il risultato di stasera mi smentisca senza se e senza ma.
Forza Cagliari!
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