Questa partita era stata presentata sulla stampa e sul web come un'ultima spiaggia, la partita da vincere e basta se Maran voleva evitare l'esonero, da vincere e basta se il Cagliari voleva evitare un altro campionato di sofferenza fino all'ultima giornata.
La squadra ha risposto subito presente, fin dai primi minuti di gioco. Ha risposto all'esortazione di Maran, che voleva una partita coraggiosa da parte dei suoi giocatori, ma ha risposto finalmente anche a noi tifosi, che da molte settimane aspettavamo di vedere un Cagliari combattivo e determinato a vincere.
La mentalità diversa rispetto alle precedenti gare si è vista soprattutto nella grande quantità di lavoro svolta da Deiola, nel ritorno di Barella ad un rendimento almeno sufficiente, nella determinazione con cui Cigarini ha costruito il gioco e controllato anche i movimenti di Gervinho, e nella costanza con cui Padoin ha attaccato sulla fascia destra. Ne ha beneficiato Pavoletti, che ha potuto tirare verso la porta come non gli accadeva da molte giornate. E voglio metterci anche la maggiore attenzione dimostrata da Ceppitelli e Cragno.
Il gol parmense sul finire della prima frazione di gioco non è arrivato per colpe particolari dei nostri, ma ha pesato come un macigno sulla tenuta nervosa dei rossoblu, che senza meritarlo si sono trovati in svantaggio.
La difficoltà psicologica della squadra si è vista nettamente per tutto il primo quarto d'ora di gioco del secondo tempo. Ma questa volta gli uomini c'erano e sono tornati in partita, cacciando quel problema mentale che secondo Maran aveva bloccato i suoi nei due o tre mesi passati. Il pareggio di Pavoletti è stato una grande iniezione di fiducia per i rossoblu, che avevano deciso di riprendere il discorso interrotto bruscamente dalla prima vera azione-gol del Parma verso la fine del primo tempo. E il raddoppio dello stesso Pavoloso, sempre e solo lui, è stato il premio strameritato per una squadra che finalmente, dopo tanto e troppo tempo, posso applaudire e che mi inorgoglisce, per il carattere finalmente tirato fuori a piene mani.
Certo, il gioco è stato ancora una volta piuttosto modesto, ma questo, lo ripeto fino allo sfinimento, dipende principalmente dallo stile tattico di Maran. Quello che conta davvero, ora, sono i tre punti guadagnati. La partita contro il Parma ha dimostrato che il Cagliari determinato a vincere può avere ragione anche di una squadra molto difficile da affrontare, qual è sicuramente la compagine bianco-crociata. La ricetta per arrivare anche quest'anno alla salvezza è dunque molto semplice, il Cagliari deve mantenere da qui alla fine del torneo la stessa intensità mentale e fisica messa in mostra sabato. Perché, secondo me, non dobbiamo farci troppe illusioni sul miglioramento del gioco e, quindi, su risultati positivi che arriverebbero in conseguenza di una crescita tecnico-tattica. Anche se ritrovassimo il miglior Joao e il miglior Barella, anche se Ionita tornasse a giocare come per certi periodi ha dimostrato di potere fare, anche se Thereau recuperasse in fretta e tornasse ad essere il bomber che è stato, il gioco della squadra sarebbe sempre quello che sta nelle convinzioni calcistiche di Maran. Su Maran la società ha fatto un investimento triennale molto oneroso e sicuramente Giulini non cambierà allenatore, così anche la preparazione della prossima stagione calcistica sarà affidata al tecnico trentino. Il gioco di Maran non è certo quello "spettacolare" che il presidente e il ds ci avevano promesso l'estate scorsa, ma i soldi sono soldi.
Adesso però l'attenzione deve essere tutta sulle prossime partite. Rispetto alle prime cinque gare del girone di andata siamo in ritardo di un punto e, soprattutto, abbiamo ceduto all'Empoli (2-0 per i toscani all'andata e 2-2 in Sardegna) il vantaggio in una ipotetica classifica avulsa. La strada del "coraggio" aperta contro il Parma è l'unica praticabile. Non dobbiamo mollare.
La squadra ha risposto subito presente, fin dai primi minuti di gioco. Ha risposto all'esortazione di Maran, che voleva una partita coraggiosa da parte dei suoi giocatori, ma ha risposto finalmente anche a noi tifosi, che da molte settimane aspettavamo di vedere un Cagliari combattivo e determinato a vincere.
La mentalità diversa rispetto alle precedenti gare si è vista soprattutto nella grande quantità di lavoro svolta da Deiola, nel ritorno di Barella ad un rendimento almeno sufficiente, nella determinazione con cui Cigarini ha costruito il gioco e controllato anche i movimenti di Gervinho, e nella costanza con cui Padoin ha attaccato sulla fascia destra. Ne ha beneficiato Pavoletti, che ha potuto tirare verso la porta come non gli accadeva da molte giornate. E voglio metterci anche la maggiore attenzione dimostrata da Ceppitelli e Cragno.
Il gol parmense sul finire della prima frazione di gioco non è arrivato per colpe particolari dei nostri, ma ha pesato come un macigno sulla tenuta nervosa dei rossoblu, che senza meritarlo si sono trovati in svantaggio.
La difficoltà psicologica della squadra si è vista nettamente per tutto il primo quarto d'ora di gioco del secondo tempo. Ma questa volta gli uomini c'erano e sono tornati in partita, cacciando quel problema mentale che secondo Maran aveva bloccato i suoi nei due o tre mesi passati. Il pareggio di Pavoletti è stato una grande iniezione di fiducia per i rossoblu, che avevano deciso di riprendere il discorso interrotto bruscamente dalla prima vera azione-gol del Parma verso la fine del primo tempo. E il raddoppio dello stesso Pavoloso, sempre e solo lui, è stato il premio strameritato per una squadra che finalmente, dopo tanto e troppo tempo, posso applaudire e che mi inorgoglisce, per il carattere finalmente tirato fuori a piene mani.
Certo, il gioco è stato ancora una volta piuttosto modesto, ma questo, lo ripeto fino allo sfinimento, dipende principalmente dallo stile tattico di Maran. Quello che conta davvero, ora, sono i tre punti guadagnati. La partita contro il Parma ha dimostrato che il Cagliari determinato a vincere può avere ragione anche di una squadra molto difficile da affrontare, qual è sicuramente la compagine bianco-crociata. La ricetta per arrivare anche quest'anno alla salvezza è dunque molto semplice, il Cagliari deve mantenere da qui alla fine del torneo la stessa intensità mentale e fisica messa in mostra sabato. Perché, secondo me, non dobbiamo farci troppe illusioni sul miglioramento del gioco e, quindi, su risultati positivi che arriverebbero in conseguenza di una crescita tecnico-tattica. Anche se ritrovassimo il miglior Joao e il miglior Barella, anche se Ionita tornasse a giocare come per certi periodi ha dimostrato di potere fare, anche se Thereau recuperasse in fretta e tornasse ad essere il bomber che è stato, il gioco della squadra sarebbe sempre quello che sta nelle convinzioni calcistiche di Maran. Su Maran la società ha fatto un investimento triennale molto oneroso e sicuramente Giulini non cambierà allenatore, così anche la preparazione della prossima stagione calcistica sarà affidata al tecnico trentino. Il gioco di Maran non è certo quello "spettacolare" che il presidente e il ds ci avevano promesso l'estate scorsa, ma i soldi sono soldi.
Adesso però l'attenzione deve essere tutta sulle prossime partite. Rispetto alle prime cinque gare del girone di andata siamo in ritardo di un punto e, soprattutto, abbiamo ceduto all'Empoli (2-0 per i toscani all'andata e 2-2 in Sardegna) il vantaggio in una ipotetica classifica avulsa. La strada del "coraggio" aperta contro il Parma è l'unica praticabile. Non dobbiamo mollare.
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