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12 febbraio 2019

Matteoli e Pusceddu

Nella prima metà degli anni '90 giocarono nel Cagliari due calciatori sardi tra i più bravi che si ricordino, Gianfranco Matteoli e Vittorio Pusceddu. Anche grazie a loro la squadra rossoblu poté nuovamente qualificarsi, dopo più di vent'anni, per disputare una coppa europea.

Il Signore del centrocampo. Matteoli, di Ovodda, classe 1959, aveva Gigi Riva e il Cagliari nel cuore.

Desiderava giocare a calcio nella squadra rossoblu, ma nel 1975 i suoi provini non convinsero lo staff tecnico della società, cosicché il barbaricino dovette lasciare l'isola per cercare fortuna nel Nord Italia. Il suo talento non restò nascosto a lungo e Como, Reggiana e Sampdoria sono alcune delle squadre in cui militò dal 1977 al 1986, quando arrivò il trasferimento all'Inter e la sua piena affermazione in serie A. Matteoli, rapido e tecnicamente raffinato, aveva fatto egregiamente il trequartista, ma Trapattoni gli cucì addosso l'abito del regista e Gianfranco incantò tutti anche nel nuovo ruolo. Lo scudetto e la Supercoppa Italiana vinti dai nerazzurri nella stagione 1988-89, furono possibili anche grazie alla sapienza tecnico-tattica del centrocampista sardo.
Quella stessa sapienza, insieme alla signorilità e sportività con cui affrontava anche i momenti più duri e negativi delle partite, poté finalmente metterla a disposizione della sua squadra del cuore dal 1990 al 1994 (anno in cui chiuse la sua carriera da calciatore a Perugia). Con la maglia del Cagliari segnò 7 gol, 5 in campionato e 2 in Coppa Uefa, di cui 4 su calcio di rigore. I gol segnati in azione forse sono un po' pochi, ma tutti molto belli, come quello realizzato in Coppa sul campo del Malines. Matteoli pressa un difensore belga sul vertice destro dell'area di rigore, il pallone arriva a Dely Valdes, Matteoli scatta lungo il limite dell'area portandosi in posizione centrale, riceve l'assist del compagno, dribbla un difensore e batte il portiere con un rasoterra di sinistro.
Pochi gol dunque, ma bisogna ricordare che il mestiere di Matteoli non era quello di segnare, bensì quello di fare funzionare la squadra come un meccanismo preciso, sia nella fase offensiva che in quella difensiva. E in questo ruolo il calciatore di Ovodda è stato uno dei migliori, tanto da meritarsi anche la maglia dell'Under 21 e della Nazionale maggiore (1984-86).   

La Torpedine di Buggerru. Pusceddu, di Buggerru, classe 1964, è stato forse il più forte terzino sinistro nella storia del Cagliari. Le sue caratteristiche principali erano la facilità di corsa e il tiro potente, che sapeva scoccare con la stessa efficacia in corsa e da fermo, quando batteva i calci di punizione da fuori l'area di rigore avversaria. Ma sapeva segnare anche di precisione, come il più abile dei goleador.
A differenza di Matteoli, Pusceddu crebbe nelle giovanili del Cagliari. Esordì in serie B nella stagione 1984-85, mettendo subito in mostra le sue grandi doti atletiche e tecniche. Il Torino lo volle subito per la stagione successiva e così Vittorio esordì in serie A poco più che ventenne. Prima di tornare a Cagliari giocò anche con l'Ascoli (vincendo la Mitropa Cup nel 1987), l'Udinese, il Genoa, il Verona e il Napoli. Siccome ai partenopei piaceva il giovane rossoblu Fonseca, il Cagliari glielo cedette ma in cambio si riprese la formidabile torpedine di Buggerru, che nel frattempo aveva fatto conoscere bene il suo sinistro esplosivo bruciando undici volte le reti avversarie. Restò a Cagliari dal 1992 al 1996 e durante quei cinque anni segnò altri dodici gol, uno più bello dell'altro. A me è rimasta sempre nella mente la rete che segnò contro il Torino. Era il 16 maggio 1993 e si giocava in casa dei granata. Il Cagliari di Mazzone vinse quella partita per 5-0 e il quarto gol fu opera di Pusceddu. Il Toro ormai allo sbando lasciava ampi spazi al contropiede sardo e Vittorio, veloce e bravo a trasformarsi da difensore in ala sinistra, sapeva approfittare alla grande di simili situazioni di gioco. Scattato nella metà campo torinese, ricevette un pallone filtrante da Cappioli e lo colpì di prima senza lasciare scampo al portiere.
La Torpedine smise di giocare nel 1998 a 34 anni proprio con la maglia del Torino, ma intanto aveva fatto in tempo a vincere un altro trofeo l'anno prima, la Supercoppa italiana con la Fiorentina.

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