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31 gennaio 2021. Cagliari-Sassuolo 1-1. La vittoria è sfumata nel finale, dopo una partita cha ha visto il Sassuolo tenere quasi costantemente l'iniziativa e il Cagliari disposto in assetto difensivo, pronto a cogliere l'occasione giusta per colpire in contropiede. L'impressione è che Di Francesco abbia definitivamente scelto questa soluzione tattica per il suo Cagliari in formato salvezza, almeno come atteggiamento iniziale, che in corso di partita può cambiare (come è successo a Genova) a seconda delle esigenze. L'allenatore, dopo alcuni esperimenti, sembra avere scelto in via definitiva anche il modulo, con quattro difensori, tre mediani, due trequartisti e una punta; anche in questo caso, naturalmente, con la possibilità di introdurre variazioni a seconda degli sviluppi della partita.
Il Sassuolo ha prevalso nettamente nelle azioni offensive costruite, nei tiri in porta e nei calci d'angolo conquistati, oltre che nel possesso-palla. Il Cagliari però è piaciuto, per la lucidità che ha dimostrato nel controllare le manovre di una squadra forte sia nelle individualità che nel collettivo. I rossoblu sembrano essersi calati a pieno nella dimensione della squadra che ha ormai come unico obiettivo quello di fare i punti necessari a restare in serie A. Quei punti devono essere conquistati, anche a costo di lasciare l'iniziativa completamente agli avversari e fare un solo tiro in porta, purché sia quello vincente. La difesa si è comportata bene, Godin, Ceppitelli e Lykogiannis sono stati attenti e decisi nelle chiusure, e se un attaccante pericoloso come Caputo non ha combinato niente di notevole, è anche per merito della gabbia difensiva che il Cagliari gli ha stretto intorno. Positiva anche la partita di Zappa, seppure non sia riuscito sempre a controllare i guizzi di Boga. Davanti alla difesa, Oliva ha aiutato con l'interdizione e il recupero del pallone.
Tra i migliori è stato Cragno, autore di alcune parate importanti, ma nel primo tempo, sullo zero a zero, l'occasione da gol più nitida è stata quella di Nainggolan: controllo del pallone e tiro in girata da fuori area, Consigli, fermo a guardare, è salvato dal palo alla sua destra. Il lampo rossoblu è arrivato intorno alla mezzora del secondo tempo: Nainggolan, sempre più in forma, lancia Sottil che invita Marin, bravo nel ruolo di mezzala, a correre lungo l'out destro e a crossare per la testa di Joao Pedro, che si muove bene fra tre avversari e segna di testa il suo undicesimo gol stagionale.
Il Sassuolo però non demorde e dopo avere cercato i tre punti, ora cerca di evitare la sconfitta. Ci riesce nell'ultimo minuto del tempo di recupero, davanti ad un Cagliari battagliero, che non riesce a finalizzare i due-tre contropiedi concessi dai neroverdi sbilanciati in avanti, ma che lotta con il coltello fra i denti. Finché Boga, su un lungo traversone, trova il varco per arrivare a pochi passi dalla porta e pareggiare.
7 febbraio 2021. Lazio-Cagliari 1-0. I rossoblu stanno diventando sempre più una vera squadra, che è l'obiettivo da raggiungere se si vuole ottenere la permanenza in serie A. Contro la Lazio abbiamo apprezzato lo sforzo collettivo per realizzare la compattezza dei e fra i reparti, che rappresenta il primo step verso l'obiettivo. Davanti al sempre ottimo Cragno, i tre difensori centrali - Walukiewicz, Godin, Rugani - hanno mostrato molta concentrazione e hanno svolto bene il loro compito, anche se il giovane polacco si è lasciato sfuggire un paio di volte Immobile, che nel secondo episodio ha piazzato la zampata vincente (anche con un po' di fortuna). Molto bene anche Zappa e Lykogiannis nel lavoro di chiudere gli ingressi esterni, e bene i mediani - Nandez e Marin - nell'aiutare i compagni della difesa. Soprattutto, encomiabile il lavoro di Nainggolan, inesauribile nel movimento su e giù per il campo, a spingere e coprire.
Ora bisogna mettere a punto il secondo step, cioè rendere produttivo il gioco di rimessa. Non avendo giocatori come David Suazo o Luis Oliveira, il Cagliari di Di Francesco deve ripartire con il contropiede ragionato. Questa fase di gioco non è ancora nelle corde dei rossoblu, che non sono ancora abbastanza veloci nella tessitura della rete dei passaggi necessari a lanciare in porta le punte o i centrocampisti che seguono lo sviluppo dell'azione. Inoltre, si commettono ancora troppi errori nella gestione del pallone, errori che, in diversi casi, hanno permesso alla Lazio di ribaltare pericolosamente l'azione, costringendo i rossoblu a ripiegare affannosamente.
Pure con questo limite, il Cagliari ha avuto le sue buone occasioni per pareggiare. Almeno tre, molto ghiotte, con Marin - che ha concluso alto dopo una fuga che lo aveva messo a tu per tu col portiere laziale -, con Pavoletti - tiro destinato alla rete ma respinto da una gamba di Lazzari -, con Pereiro - tiro in corsa finito oltre la traversa dal centro dell'area di rigore. Ma bisogna ricordare anche un tiro angolato di Nandez, parato con bravura da Reina.
La difesa ormai tiene bene e i gol subiti con troppa facilità sembrano un brutto ricordo. Adesso è necessario rendere efficace la manovra d'attacco. I valori tecnici e tattici per realizzare questo secondo step ci sono.
14 febbraio 2021. Cagliari-Atalanta 0-1. Quando il coraggio e il grande impegno non bastano, questo potrebbe essere il sottotitolo per la partita giocata bene e persa immeritatamente contro l'undici di Gasperini. I giocatori del Cagliari hanno dato tutto quello che avevano per portare a casa almeno il pareggio, ma il gol di Muriel, segnato al novantesimo, li ha privati del giusto premio.
La prova fornita dai rossoblu ha confermato che la squadra di Di Francesco è, adesso, una compagine molto solida e difficilmente battibile in difesa; purtroppo, ha confermato anche le evidenti difficoltà di Joao Pedro e compagni in fase d'attacco. Poche volte i rossoblu riescono ad arrivare pericolosamente in area avversaria e ancora più raramente riescono a creare palle-gol. La palla-gol in questo caso è arrivata subito, in seguito alla partenza molto determinata e aggressiva del Cagliari, che ha sorpreso e messo in difficoltà la difesa bergamasca. Calcio d'angolo di Marin, gli attaccanti si buttano sotto, Djimsiti, per anticiparli, devia malamente il pallone, che colpisce il palo alla destra di Sportiello.
Poi il grande lavoro di contenimento e ripartenza, però, appunto, senza più nessun pericolo per la porta bergamasca. Per tutto il primo tempo Cragno non ha dovuto effettuare una sola parata degna di questo nome, a conferma che il sistema difensivo del Cagliari funziona bene. Menzione speciale per Godin, che ha dimostrato tutto il suo valore di giocatore dallo spessore internazionale. Più Cagliari che Atalanta anche per buona parte del secondo tempo, con occasioni per segnare capitate a Joao e Nandez. Poi, il grande impegno profuso in una tattica di gioco molto dispendiosa presenta il conto. Dopo la mezzora molti giocatori del Cagliari appaiono stanchi e non riescono più a contenere i vari Malinovskiy, Miranchuk e Muriel, da poco entrati in campo. Aggiungi che Muriel è un giocatore tremendamente efficacie e la delusione finale è servita.
Resta il fatto che il Cagliari è vivo e non vuole rassegnarsi ad un destino che, oggi, lo condanna al terzultimo posto della classifica. Su questa base di forza morale, Di Francesco può lavorare per migliorare l'efficacia del gioco offensivo, in modo che un solo gol subito non significhi più la sconfitta o la mancata vittoria.
19 febbraio 2021. Cagliari-Torino 0-1. L'incapacità di segnare è ormai un macigno legato al collo, che trascina il Cagliari sempre più verso il fondo. Il Torino ha giocato una partita di puro contenimento, fatta più di retropassaggi che di azioni incisive, ma i rossoblu non sono stati in grado di approfittarne.
La squadra di Di Francesco avrebbe voluto fare una partita d'attacco, ma è andata avanti a sprazzi, senza riuscire a dare continuità alla manovra. Il momento migliore dei rossoblu è stato tra il 20' del primo tempo e il 20' della ripresa, quando Simeone, Marin, Nainggolan e Joao Pedro hanno provato a battere Sirigu, ma senza successo, un po' per loro imprecisione e un po' perché il muro difensivo granata impediva conclusioni facili verso la porta, tanto è vero che il portiere granata non ha corso grandissimi pericoli. Poi, come era successo contro l'Atalanta, molti giocatori cagliaritani sono rimasti senza energie. A quel punto il Torino ha avuto la possibilità di guadagnare campo e, su uno dei pochi calci d'angolo conquistati dalla squadra di Nicola, Bremer ha fatto centro. Restavano quindici minuti di gioco, più altri cinque minuti di recupero, ma il Cagliari, pure con Joao Pedro, Cerri, Pavoletti e Pereiro ormai contemporaneamente in campo, non è riuscito a mettere seriamente in pericolo la porta avversaria.
Tornano forti le voci su un possibile esonero dell'allenatore e già, si dice, la società avrebbe individuato in Leonardo Semplici il successore di Di Francesco. Sicuramente il tecnico abruzzese ha le sue responsabilità nell'andamento molto negativo della stagione cagliaritana. Ad esempio, perseverare nell'utilizzo di Simeone come disturbatore a tutto campo, non sembra una buona scelta. L'attaccante argentino ha perso da tempo la brillantezza che gli permetteva di dare il suo contributo di gol, ma dissipare così tante energie in fase di pressing certamente non lo aiuta ad essere lucido ed efficace in area di rigore. Senza contare che Joao Pedro, diventato goleador con Pavoletti al suo fianco, ormai è praticamente scomparso dalla scena.
Però non si può credere che allontanando Di Francesco si risolverebbe tutto. Chiunque lo sostituisse, si troverebbe a rincorrere il quartultimo posto con questa rosa. Una rosa male assemblata, con giocatori inesperti, altri non all'altezza della categoria, altri ancora a fine carriera e altri ancora, di fatto, fuori condizione e non disponibili, perché provenienti da lunghi periodi di inattività. Se poi, con l'eventuale cambio in panchina, si sperasse solo nella famosa "scossa" che sveglia la squadra dal torpore, allora vorrebbe dire che la società, incapace di porre concrete basi a sostegno del progetto Di Francesco, non ha neppure un concreto piano B.
28 febbraio 2021. Crotone-Cagliari 0-2. Bentornata vittoria e questo è quanto ed è tanto, per il momento. Semplici lo aveva detto in modo esplicito, niente trasformazioni radicali sotto l'aspetto tattico, ma invece molta attenzione al lavoro psicologico, per liberare la testa dei giocatori dalla pesantezza delle tante sconfitte subite. Però i frutti di questo lavoro di alleggerimento mentale non si sono visti, perché fino al gol di Pavoletti, arrivato dopo quasi un'ora di partita, i rossoblu hanno giocato con tanta tensione, hanno prodotto poco e nulla in avanti e hanno pasticciato molto dietro. I palloni persi a metà campo, nella fase di impostazione, hanno lanciato le pericolose ripartenze dei padroni di casa e, in due occasioni distinte, Di Carmine e Messias sono andati vicini alla segnatura.
Ounas, poi, sembrava proprio intenzionato a dimostrare che la società cagliaritana avesse sbagliato a cederlo. Continui scatti sulla destra, a mettere in crisi Rugani e Lykogiannis, i quali nel tentativo di fermarlo si sono presi un cartellino giallo a testa. Quello toccato al greco era però il secondo, sicché il terzino sinistro ha lasciato i suoi in inferiorità numerica. Questo fatto avrebbe potuto mettere in forse la vittoria cagliaritana, che nel frattempo stava maturando.
Sì, stava maturando, perché intanto era arrivato il gol di Pavoletti, uno dei suoi, di testa, su bel cross pennellato da Lykogiannis. Bentornato Pavoloso e anche questo è tanto. Niente stravolgimenti tattici aveva detto Semplici, ma intanto quelle due cosette mica da poco le aveva preparate. Uno, affidare la fascia destra a Nandez, al posto di Zappa; due, appunto, riportare al centro dell'attacco Pavoletti con Joao Pedro al suo fianco. E la coppia del gol, di tanti gol e di belle, esaltanti vittorie, ha risposto subito alla grande. Il quasi immediato raddoppio cagliaritano porta le loro firme. Il centravanti livornese si butta su un pallone respinto corto dal portiere dopo una sfuriata di Nandez; un difensore, in ritardo, lo sgambetta. Il brasiliano tira dagli undici metri e brucia la rete di Cordaz.
La reazione calabrese al doppio vantaggio cagliaritano ha prodotto un palo di Ounas e tanti palloni verso e dentro l'area di rigore di Cragno, che in un caso si è salvato con un grande intervento e l'aiuto della traversa. Ma la difesa sarda, tutto sommato se l'è cavata bene, neutralizzando quasi tutte le incursioni avversarie. Grazie anche a Nainggolan, che ha vinto molti contrasti e recuperato palloni, riducendo la pressione sulle guardie rossoblu. Grazie anche allo spirito rinfrancato, alla ritrovata fiducia nei propri mezzi, sgorgata di nuovo dopo il gol di Pavoletti.
A stretto giro, arriva in Sardegna il Bologna, squadra ben più quadrata e pericolosa rispetto a quella calabrese. Semplici dovrà trovare il modo per impedire che il Cagliari ripeta quell'ora difficoltosa che si è vista contro il Crotone.
3 febbraio 2021. Cagliari-Bologna 1-0. Buona la prima, si dice; ma per il Cagliari di Semplici si deve dire, soprattutto, buona la seconda. La gara contro il Bologna ha visto infatti un Cagliari ben diverso da quello tornato vittorioso da Crotone. I tre punti sono arrivati anche stavolta, ma la squadra rossoblu li ha conquistati in modo molto più convincente.
Aggressivi, determinati e tenaci fin dal primo minuto di gioco, i ragazzi di Semplici hanno fatto la partita e l'hanno sempre tenuta sotto il proprio controllo almeno per tutto il primo tempo. Nei primi venti minuti hanno costruito tre occasioni per segnare, subito con la coppia Joao Pedro-Zappa, poi con Joao Pedro-Simeone e, infine, con Marin-Rugani. Nei primi due casi la difesa bolognese è riuscita a salvarsi con qualche affanno, ma al terzo tentativo cagliaritano ha dovuto capitolare. Il tiro dalla bandierina di Marin è stato intercettato in elevazione da Rugani, che non ha sbagliato il bersaglio. Rugani è un altro, come Godin, che sa fare sentire il suo peso tanto in difesa quanto in attacco, nelle situazioni di gioco che prevedono un calcio piazzato con spiovente in area avversaria. Una potente arma in più, che poche altre squadre possono vantare.
Il Bologna non è stato a guardare il gioco del Cagliari, sicuro e a tratti anche fluido e piacevole; la squadra felsinea però non ha potuto fare altro che tentare qualche veloce ripartenza con le frecce Orsolini e Barrow. Il Cagliari questa volta non ha sbagliato quasi nulla e non ha dunque offerto all'avversario le occasioni per arrivare pericolosamente davanti a Cragno. Anzi, se andiamo ad analizzare il resto del primo tempo, un'altra buona occasione da gol è capitata a Duncan ed è sfumata in uno dei tanti calci d'angolo battuti dai rossoblu.
Durante l'intervallo, è facile immaginarlo, Mihajlovic deve avere letto ad alta voce il suo catechismo. I bolognesi hanno ripreso la partita con più piglio, ma Cragno ha dovuto fare solo due parate non difficili e se anche il Cagliari ha ceduto campo, gli ospiti non hanno creato vere occasioni per segnare. Merito della squadra tutta, ma in particolare di Godin, Rugani e Klavan, e poi di Ceppitelli, tutti protagonisti di prestazioni importanti, all'insegna del carattere, della personalità e dell'esperienza. A pochi minuti dal termine, Pavoletti, subentrato all'affaticato Cholito, è andato vicinissimo al secondo gol, ma il pallone è stato letteralmente strappato fuori dalla porta da un difensore, quando ormai aveva superato quasi per intero la linea bianca. Un cenno di lode anche per Cerri, entrato al posto di Joao, perché il gigante ha combattuto come un leone per difendere i lanci lunghi che arrivavano dalle retrovie e ha causato non pochi fastidi alla difesa del Bologna, permettendo al Cagliari di spezzare il forcing avverso.
Se ancora manca qualcosa, è la capacità di mettere al sicuro il risultato. Il Cagliari fa sempre fatica a segnare, ma intanto stanno aumentando le occasioni da gol e questo è un segnale confortante.
7 febbraio 2021. Sampdoria-Cagliari 2-2. Il Cagliari può mordersi le dita. Aveva la vittoria in pugno, ma alla fine ha dovuto accontentarsi di un pareggio che gli sta stretto.
I rossoblu hanno sovrastato i doriani per almeno settanta minuti di partita, partendo subito all'attacco e creando tre occasioni da gol in appena dodici minuti. Dopo i primi due tentativi falliti, Joao Pedro ha fatto centro al terzo o, per meglio dire, al quarto, visto che il brasiliano ha segnato riprendendo la palla respinta dal portiere Audero. Poi ancora tanto Cagliari, in tutti i settori del campo. In difesa Godin ha giganteggiato su Quagliarella e su chiunque provasse ad insidiare l'area sarda, a centrocampo Duncan e Marin hanno prodotto tanto e bene, spingendo l'attacco e recuperando sui tentativi offensivi dei padroni di casa. In avanti, Joao Pedro è sembrato incontenibile nella sua missione-gol. E Pavoletti è stato sempre presente, dal primo minuto del tempo regolamentare all'ultimo minuto del tempo di recupero. Joao ha segnato dopo avere ricevuto dal livornese un delizioso assist di testa.
In mezzo a questo immenso Cagliari, la squadra di Ranieri ha annaspato. Basti dire che Cragno è intervenuto per la prima volta soltanto al 17' del secondo tempo, con una parata nemmeno difficile. Però intanto l'abile allenatore dei blucerchiati aveva disposto il cambio tattico che, forse, ha mutato la partita. All'inizio del secondo tempo, infatti, Ranieri aveva sostituito il terzino Augello con il centrocampista Ramirez. Il nuovo entrato aveva il compito di dare preoccupazioni a Duncan, fonte principale di tutte le manovre d'attacco cagliaritane. Dal momento in cui il ghanese è stato obbligato a compiti più difensivi, la manovra rossoblu ha perso un po' di smalto e i doriani hanno portato più pressione nell'area del Cagliari. Così sono nate le due incursioni di Bereszynski e Gabbiadini, che poco dopo la mezzora hanno battuto Cragno con due potenti tiri e ribaltato il risultato.
Partita finita? No, perché i leoni rossoblu non ci sono proprio voluti stare. Tra il 43' e il 49' due occasioni per Nandez. Il tempo di recupero è in scadenza. Giochi chiusi? Ancora una volta no. Perché c'è Nainggolan. Che anche questa volta non ha forse incantato, anche questa volta ha giocato a lungo al di sotto delle sue possibilità. Ma è pur sempre un campione e il campione è sempre in grado, anche quando meno lo si aspetta, di fare la differenza.
Cragno arriva fino a centrocampo per lanciare verso l'area doriana, Cerri (subentrato a Lykogiannis) stacca e serve di testa Pavoletti, il livornese, ancora lui, riesce a toccare indietro per il Ninja, che arriva in corsa. Il "Re" lascia partire uno dei suoi memorabili tiri da lontano, il pallone incontra la gamba di un giocatore della Samp e subisce una leggera deviazione di rotta, forse non decisiva o forse sì. Ma non importa, importa invece che il fulmicotone di Nainggolan abbia bruciato Audero e la rete alle sue spalle.
I sampdoriani non hanno "sgonfiato il pallone", come simpaticamente avrebbe voluto Ranieri e i rossoblu si sono ripresi, almeno, uno dei tre punti che avrebbero ampiamente meritato.
14 marzo 2021. Cagliari-Juventus 1-3. Una partita con poca storia. Per un'ora buona il Cagliari non ha saputo rispondere al gioco veloce e profondo della Juventus con azioni altrettanto incisive. Ad onore del vero, i rossoblu non hanno giocato male, la loro manovra è stata abbastanza fluida e condotta con ordine; ma è mancato lo spirito combattivo, la sana cattiveria agonistica che avrebbe potuto mettere in difficoltà la retroguardia di Pirlo. La difesa bianconera ha vissuto l'unico momento di apprensione intorno al 30 minuto, quando Chiellini si è dovuto impegnare non poco per anticipare Joao Pedro, lanciato verso la porta di Szczesny. Al Cagliari è mancato anche lo squalificato Pavoletti; senza il livornese al suo fianco, Joao non esprime la stessa pericolosità. Ed è mancata la travolgente spinta di Nandez sulla fascia destra, che il suo vice, Zappa, non può eguagliare. A sinistra l'uruguaiano non è lo stesso giocatore, ma l'assenza di Lykogiannis e la ancora insufficiente condizione di Asamoah hanno obbligato Semplici a quella scelta.
Dall'altra parte del fronte, Rabiot, Chiesa, Morata, Kulusevski e Ronaldo non hanno trovato una difesa sufficientemente attenta e reattiva. Ronaldo, in particolare, tutte le volte che è entrato in area di rigore ha potuto fare tutto quello che ha voluto, compresa la tripletta personale e il disegno dei suoi tacchetti stampato in faccia a Cragno. A proposito di questo fatto, il fallo di Ronaldo è stato molto pericoloso e avrebbe meritato il cartellino rosso, ma il portoghese è stato soltanto ammonito. Si è trattato di un grave errore del pool arbitrale, perché forse il direttore di gara non era nella posizione migliore per vedere, ma nessuno dei suoi collaboratori, VAR compreso, lo ha aiutato a cogliere la gravità di quanto accaduto. E non dico questo solo perché l'espulsione di Ronaldo avrebbe cambiato la partita, ma soprattutto perché Cragno ha rischiato seriamente l'incolumità fisica.
Sulla partita c'è poco altro da dire. Il gol di Simeone ha svegliato almeno l'orgoglio dei cagliaritani, che hanno provato a gettare il cuore oltre l'ostacolo, alla ricerca di una rimonta impossibile. Alcuni tiri fuori bersaglio di Nainggolan, una buona occasione per Pereiro al novantesimo, nel mezzo di trenta minuti di attacchi sostanzialmente sterili. Col pericolo di subire altri gol dagli avversari, perché è vero che la Juventus dopo il 3-0 aveva tirato i remi in barca, ma ogni tanto lanciava qualche velenosa frecciata e al 94' Cragno ha impedito il poker del solito Ronaldo.
20 marzo 2021. Spezia-Cagliari 2-1. Una partita che il Cagliari doveva vincere, data la difficile situazione di classifica in cui si trova; una partita che il Cagliari poteva vincere, dato che la cifra tecnica complessiva dei suoi giocatori è superiore a quella dello Spezia. Ma la partita, i rossoblu l'hanno addirittura persa.
Il Cagliari aveva cominciato nel modo giusto, mettendo in campo la determinazione offensiva necessaria. Nei primi 14 minuti tre buone occasioni per Joao Pedro, la fame di gol del quale sembrava un segnale importante nella prospettiva della vittoria. Poi però le cose sono cambiate. Il Cagliari ha lasciato le redini della partita agli spezzini, che hanno preso campo e lo hanno difeso con un pressing alto ben fatto. L'intento di Semplici era forse quello di colpire gli avversari con il gioco di rimessa? Può darsi, ma Duncan ha perso quasi tutti i duelli individuali in mezzo al campo e la manovra cagliaritana non ha mai dato l'impressione di poter superare l'attento ed energico schieramento dello Spezia. I palloni, invece, li recuperavano gli altri e la retroguardia rossoblu ha cominciato a soffrire le incursioni di Farias e Piccoli. Finché, ad inizio di secondo tempo, l'errore tecnico di Klavan ha causato il vantaggio spezzino.
Il Cagliari non ha avuto la reazione rabbiosa che ci si sarebbe aspettati. Lo Spezia ha mantenuto il controllo del gioco almeno fino al 25', quando il subentrato Pereiro ha tirato per il gol del pareggio, evitato dalla bravura di Zoet. Poco dopo, il secondo errore tecnico determinante per la partita del Cagliari, quando Simeone, anche lui subentrato, si è trovato da solo davanti alla porta avversaria, ma ha tirato alto. Intanto lo Spezia non era rimasto a guardare e al 35' trovava pure un gol fortunoso ma pesantissimo con Maggiore. I restanti 14 minuti, comprendendo il recupero, sono stati quasi un assalto all'arma bianca verso la porta spezzina e Pereiro ha trovato il suo meritato gol. Allo scadere solo l'illusione del pareggio, dopo l'annullamento della segnatura di Joao Pedro (fuori gioco di Simeone).
Salviamo quei venti minuti finali della partita, quando si è finalmente vista la volontà di ottenere un risultato positivo. E' questo l'atteggiamento giusto, che il Cagliari avrebbe dovuto mostrare per tutta la gara e che dovrà mostrare in tutte le prossime dieci partite, altrimenti la salvezza rimarrà un miraggio.
3 aprile 2021. Cagliari-Verona 0-2. Ancora una volta, niente da fare per il Cagliari. Ancora una volta, la squadra di Semplici ha cominciato in modo troppo attendista e invece di imporre il proprio gioco, ha finito per subire quello intraprendente e sicuro del Verona. Ancora una volta, i rossoblu hanno prodotto una reazione e il tentativo di prendere in mano le redini della gara soltanto dopo avere subito il gol avversario.
Peraltro, mostrando i consueti limiti nella costruzione e nella finalizzazione della manovra. Questa volta l'allenatore aveva deciso di puntare su Cerri come catalizzatore dell'azione offensiva, nella speranza che l'ariete aprisse varchi per Joao Pedro e per l'inserimento di qualche centrocampista, ma si è capito quasi subito che la tattica non avrebbe funzionato. Ben disposto in campo, solido in difesa, veloce e pratico nelle ripartenze, il Verona di Juric ha facilmente sterilizzato i tentativi offensivi e il debole pressing del Cagliari, poi, all'inizio del secondo tempo, lo ha colpito con Barak.
C'è un palo colpito da Simeone sullo 0-1, che grida vendetta? forse, ma ci sono pure altre due palle-gol nitide per gli scaligeri, prima del raddoppio in contropiede firmato da Lasagna.
Soprattutto, c'è un Cagliari che sembra incapace di lottare per imporsi, prima che lo faccia ai suoi danni l'avversario di turno. Di Francesco non c'è più, ma i problemi di identità di questa squadra, quelli ci sono ancora tutti e nemmeno Semplici sembra in grado di risolverli.
Dopo la sconfitta odierna e stante la fragilità mentale del gruppo, non sembra più possibile credere nella salvezza. Oggi, forse, i rossoblu hanno alzato la bandiera bianca.
11 aprile 2021. Inter-Cagliari 1-0. Semplici e i suoi giocatori sono decisi a non mollare, questa è la buona notizia, confermata anche dopo la nuova sconfitta di Milano. Il Torino, quartultimo, ora ha un vantaggio di 5 punti sui rossoblu, ma Joao Pedro ha dichiarato senza mezzi termini che il Cagliari non si sente ancora spacciato.
Anche sul campo del Meazza si è notata la voglia di lottare per inseguire la salvezza. I rossoblu hanno giocato la consueta partita prudente e attenta, con l'evidente obiettivo di imbrigliare il forte avversario e non permettergli di entrare in area di rigore con facilità. In questa partita di conservazione i giocatori cagliaritani si sono comportati bene e una menzione speciale meritano Vicario e Carboni. Il portiere ha effettuato alcune parate importanti, specialmente su due tiri da lontano di Eriksen e su un tiro angolato di Sensi. Se Cragno dovesse lasciare Cagliari, il suo attuale vice è in grado di sostituirlo degnamente. Il difensore ha reso la vita molto difficile a Lukaku, che di fatto è riuscito a rendersi pericoloso solo una volta, ma tirando da fuori area e Vicario è stato pronto anche in quel caso.
Molto buona e generosa anche la prova di Nandez in copertura, mentre in fase di spinta si è visto meno del solito. Nainggolan è stato molto concreto e sicuramente più presente rispetto alle partite precedenti, sia in appoggio alle punte, sia in supporto alla difesa.
Il rovescio della medaglia è ormai noto: il Cagliari non riesce a sviluppare manovre offensive pericolose. In tutto il primo tempo soltanto Nainggolan ha tirato nello specchio della porta interista, impegnando Handonovic in una respinta con i pugni. Nel secondo tempo l'Inter ha aumentato la pressione verso la porta sarda, impiegando anche Hakimi e Lautaro Martinez, inizialmente risparmiati da Conte. Il Cagliari non è più riuscito a produrre nemmeno i pochi contropiede manovrati messi in mostra nei primi 45' e poco dopo la mezzora ha subito il gol di Darmian. Poi il solito generoso tentativo di recuperare lo svantaggio, anche stavolta non riuscito.
Il cerchio di Semplici si chiude sul cerchio già tracciato da Di Francesco. La squadra viene schierata in campo con l'obiettivo di non subire gol e la speranza di farne almeno uno in contropiede. Finora questa si è dimostrata una tattica poco produttiva e il Cagliari non riesce a fare passi in avanti in classifica. C'è da augurarsi che da sabato prossimo, contro il Parma, si scenda in campo per fare la partita, per cercare il gol con maggiore determinazione e non per lasciare l'iniziativa all'avversario di turno.
17 aprile 2021. Cagliari-Parma 4-3. La partita della vita, l'ultima spiaggia... Espressioni abusate, ma in questo caso più che mai aderenti alla realtà. I rossoblu sapevano di non avere alternativa alla vittoria, ma lo sapevano anche i parmensi. E proprio gli emiliani sono partiti nel modo migliore, col piede sull'acceleratore. Il duello sulla capacità di entrare subito in partita è stato vinto in maniera bruciante dalla squadra di Roberto D'Aversa, che dopo soli 5 minuti ha segnato con Pezzella. Il Cagliari non è rimasto passivo, ha reagito subito, si è portato in avanti, ma poche volte è riuscito a tirare verso la porta gialloblu. Il centrocampo e la difesa del Parma erano bene organizzati e, con un buon pressing e vari falli di gioco, rendevano complicato lo sviluppo della manovra d'attacco cagliaritana. D'Aversa l'aveva studiata bene, perché i suoi giocatori riuscivano spesso a recuperare palla e a ribaltare l'azione con lanci lunghi per il centravanti-boa Cornelius, incaricato di spizzare per l'inserimento di qualche compagno. Questa tattica fruttava il raddoppio dei parmensi intorno al 30', grazie al tiro ravvicinato di Kucka.
Pavoletti suona la carica. Un duro colpo, ma il Cagliari non poteva smettere di attaccare e, inevitabilmente, di esporsi ancora al pericoloso contropiede del Parma. Lo sforzo rossoblu cresce d'intensità e alla fine viene premiato, al 39', quando Pavoletti, su un preciso cross di Carboni da sinistra, può finalmente saltare per andare a intercettare il pallone con il suo (quasi) infallibile colpo di testa e battere Sepe. Il centravanti livornese carica i compagni, li incita, la partita è riaperta e il Cagliari conclude il primo tempo in avanti.
L'orgoglio e il coraggio. I rossoblu ripartono all'inseguimento del pareggio, ma si trovano sempre di fronte alla robustezza del fortino parmense e alle veloci e insidiose ripartenze dei giocatori di D'Aversa. Joao e Pavoletti si fanno sentire davanti alla porta di Sepe, ma verso il quarto d'ora è ancora il Parma a colpire, dopo una folata di contropiede che mette Man nella condizione di violare la rete di Vicario. 1 a 3 è un risultato pesante, ma il Cagliari non vuole arrendersi, Semplici prende il coraggio a due mani e dopo avere sostituito Zappa con Lykogiannis, mette in campo Pereiro e Simeone al posto di Rugani e Duncan. Praticamente ora il Cagliari gioca con quattro attaccanti sostenuti da Marin, Nandez e Nainggolan, che nel secondo tempo diventa un gigante, difendendo, recuperando palloni e spingendo in avanti senza sosta. Da una sua iniziativa nasce il gol di Marin (21'), che riapre per la seconda volta la partita con un tiro teso da fuori area. E il Cagliari insiste, perché vuole fortemente il risultato, anche se è sempre molto difficile superare il baluardo del Parma, anche se i giocatori di Semplici fanno sempre più fatica a spingersi in avanti, anche se la stanchezza scalda i nervi e alla fine saranno quattro i cagliaritani ammoniti.
C'è la buona sorte... Cinque minuti dopo il gol di Marin il Cagliari, sbilanciato in avanti, subisce un'altra incursione parmense. Ne nasce un calcio d'angolo in favore degli ospiti. La difesa cagliaritana, impegnata anche ad appoggiare la spinta offensiva, è stremata dai continui ripiegamenti. Godin e compagni si fanno cogliere in un momento di poca lucidità e Kurtic, sullo spiovente dalla bandierina, viene a trovarsi completamente libero davanti a Vicario. Il quarto gol, che sembrava ormai fatto, avrebbe stroncato forse definitivamente la volontà di rimonta del Cagliari, ma lo sloveno in gialloblu tira incredibilmente alto sopra la traversa.
...ma c'è anche Pereiro. Lo scampato pericolo sembra dare ancora più energia alla rincorsa cagliaritana. Gaston Pereiro sale in cattedra. Colpevolmente poco utilizzato, sia da Di Francesco che da Semplici, l'uruguagio sfodera tutta la qualità tecnica di cui è capace e trasforma in poesia calcistica le azioni d'attacco cagliaritane, che fino ad allora erano state volenterose ma confuse, pasticciate. Siamo appena entrati nei cinque minuti di recupero assegnati dall'arbitro, Pereiro riceve il pallone da Marin, punta un difensore, lo sbilancia e poi accarezza il pallone con il piede sinistro. Sepe non ci arriva: 3 a 3. Gli ultimi quattro minuti della partita sono da convulsioni. Prima Vicario compie una parata importante su Mihaila e poco dopo, quando ormai mancano una quarantina di secondi al 95', ancora Pereiro si mette in mostra. Riceve questa volta da Nainggolan, punta l'avversario diretto e riesce a crossare per la testa di Cerri, appena entrato al posto di Nandez. L'attaccante supera nello stacco due difensori e mette in rete il pallone della vittoria, il pallone della ritrovata speranza, il pallone che rigenera la convinzione di potere lottare fino all'ultimo minuto per rimanere in serie A.
21 aprile 2021. Udinese-Cagliari 0-1. La strada obbligata della vittoria, ormai è questo e soltanto questo il percorso che aspetta il Cagliari. Certo, è importante capire se le squadre che lo precedono in classifica sapranno a loro volta andare avanti spedite, ma l'inseguitore è il Cagliari e quindi i rossoblu devono pensare innanzitutto a non perdere colpi. Come ripete da tempo Semplici, la possibilità di restare in serie A dipende solo dal Cagliari.
A Udine i giocatori rossoblu hanno dimostrato di avere ben chiaro tutto questo. Prima con la lucida determinazione di prendersi il gol del vantaggio, poi con la volontà incrollabile di difenderlo e portarsi a casa la vittoria. E non è stato per niente facile, perché l'Udinese (priva della sua stella, De Paul) forse non aveva l'obiettivo irrinunciabile di vincere, ma certamente non voleva perdere. Di fronte ad un Cagliari proiettato fin dai primi minuti alla ricerca del gol - palo di Pavoletti al 5' e tiri di Asamoah, Marin, Nainggolan, Nandez e Joao Pedro (gol annullato al brasiliano per intervento VAR) - i bianconeri di Gotti hanno fatto muro e contrapposto qualche ripartenza di alleggerimento, che ha fruttato solo un tiro di Arslan ben respinto da Vicario (25'). Questa robustezza difensiva (e un pizzico di fortuna) ha consentito all'Udinese di terminare indenne il primo tempo. Ma nel secondo, dopo 10', un fallo di mano in area di rigore friulana viene punito, sempre a seguito di intervento VAR, con il calcio di rigore. Joao Pedro non lo sbaglia e il Cagliari si prende il vantaggio a lungo inseguito.
A quel punto però inizia un'altra partita, perché i bianconeri reagiscono e cercano di mettere alle corde il Cagliari. Ci riescono in realtà, i rossoblu sembrano anche stanchi per lo sforzo prolungato alla ricerca del gol e cedono gradualmente campo ai padroni di casa. Le parti si invertono, adesso è l'Udinese che comprime il Cagliari all'indietro, ma i rossoblu riescono a spezzare di tanto in tanto la pressione avversaria e a rifiatare. Per riprendere il risultato, Gotti manda in campo tre attaccanti, Nestorovski, Braaf e Llorente, che affiancano Okaka. Il primo ha due ottime occasioni per segnare, ma la traversa (20') e un suo incredibile errore di tiro (25') negano il pareggio. Duncan, Zappa e Rugani entrano (per Deiola, Marin e Pavoletti) a rinforzare la difesa, Simeone a dare fiato a Joao Pedro. Gli altri rossoblu non si fermano. Nainggolan, che è entrato in tutte le azioni più pericolose del Cagliari, continua a battersi accanto a Nandez in fase di contenimento. Godin e Ceppitelli, insieme ad Asamoah, tengono in piedi la difesa. Vicario deve sfoderare una sola vera parata, su tiro di Braaf (36').
Alla fine dei 95 minuti di gioco, la solida prestazione dei rossoblu riceve il meritato premio. E si pensa già a domenica, contro la Roma.
25 aprile 2021. Cagliari-Roma 3-2. Terza vittoria di fila per il Cagliari di Semplici. I nove punti conquistati hanno permesso ai rossoblu di agganciare al quartultimo posto Benevento e Torino (i granata però hanno due partite da recuperare). Le possibilità di salvarsi sono aumentate considerevolmente e lo scontro diretto con i giallorossi dell'ex Sau, previsto fra due settimane in Campania, sarà una sfida cruciale. Prima però ci sarà la trasferta di Napoli, proibitiva sulla carta, ma che questo Cagliari rigenerato nello spirito e nel morale potrà affrontare con la consapevolezza di chi, finalmente, crede nei propri mezzi.
Come ha capito, a sue spese, la Roma. Gli uomini di Fonseca volevano fare una partita di livello europeo, mettendo il Cagliari dietro, a subire la manovra avvolgente e il possesso palla prolungato della squadra romanista. Gli undici rossoblu hanno spezzato subito questo tentativo, andando in rete dopo quattro minuti con Lykogiannis, uno dei migliori in campo, molto bravo ad inserirsi in area in seguito ad una strepitosa penetrazione di Nandez sul lato destro. Ma, passati in vantaggio, i cagliaritani hanno deciso di affidarsi unicamente al gioco in contropiede, aspettando i romanisti nella propria metà campo e disturbandoli appena con un pressing un po' timido a ridosso della fascia mediana. Errore, pagato con il ritorno arrembante della Roma, che prima ha ripreso possesso del campo e poi ha cominciato ad insidiare l'area e la porta dei sardi. Perez è diventato la spina nel fianco dolorosa, prima ha spaventato Vicario con un tiro fuori di poco (17'), poi lo ha battuto ribadendo in rete il suo tiro inizialmente respinto dal palo (27'). Ancora un pericolo è arrivato da un colpo di testa di Fazio, ma in questo caso Vicario lo ha sventato in calcio d'angolo (36'). Il Cagliari è riuscito a farsi vedere pericolosamente in attacco solo una volta, poco dopo la mezzora, quando Joao si è liberato della marcatura di Mancini e ha tirato forte, obbligando Pau Lopez a respingere con difficoltà.
Così si correva il rischio di replicare varie partite già viste in questo campionato e, purtroppo, finite male per il Cagliari. Ecco allora il cambio di strategia, con il Cagliari coraggioso, disposto a correre il rischio di lasciare spazio alle ripartenze giallorosse, per cercare il gol del nuovo vantaggio. Dopo un altro salvataggio di Vicario su tiro di Borja Mayoral, i rossoblu hanno cambiato marcia. Simeone, un po' in ombra nel primo tempo, è diventato il punto di riferimento per tutte le manovre offensive, specialmente quando si trattava di ripartire velocemente, in tandem con Nandez, per rovesciare il fronte del gioco. Deiola e Marin sono cresciuti molto in fase di interdizione e recupero palla, il Cagliari è cresciuto molto nell'organizzazione della manovra d'attacco e proprio il rumeno ha colpito al decimo della ripresa con un destro forte e angolato da fuori. La Roma reagisce e Fonseca mette in campo Spinazzola, Cristante, Karsdorp e Mkhitaryan per cercare di segnare subito. Il Cagliari stavolta non molla di un metro, mantiene forte il pressing, riparte e intorno al 20' Joao Pedro colpisce di testa un pallone proveniente dal corner e batte ancora il portiere della Roma.
I giallorossi aumentano ancora di più la loro spinta offensiva e Fazio, dopo l'ennesimo calcio d'angolo, spedisce in rete alle spalle di Vicario. Ma il Cagliari, ormai, c'è. Sa stringere i denti, sopportare e ripartire. Pavoletti minaccia la porta romanista, poi, stanco, lascia il posto a Cerri, che a sua volta si batterà su ogni pallone, senza risparmio. Zappa dà il cambio a Lykogiannis, Duncan a Marin. La missione è chiara a tutti: tenere il risultato. Entra anche Rugani a rinforzare la difesa, esce il generoso Simeone. Restano tutti gli altri, Vicario chiude la porta in faccia a Veretout, ennesimo innesto offensivo di Fonseca, Godin e Carboni sembrano quattro, non due, e gli attaccanti romanisti non passano più. La vittoria, grande e meritata, è del Cagliari.
2 maggio 2021. Napoli-Cagliari 1-1. Il Cagliari di Semplici, per la prima volta, è sceso in campo con una sola punta, Pavoletti. Dopo la partita, l'allenatore ha spiegato perché: secondo lui, i rossoblu non potevano giocare questa gara a viso aperto, quindi un attaccante in meno, un centrocampista in più, Nainggolan alle spalle di Pavoletti e tanta attenzione difensiva. Ma anche prontezza e lucidità per ribaltare l'azione e trasformare la difesa in attacco. C'è riuscito, il Cagliari. Il Napoli, come previsto, ha tenuto più a lungo il possesso del pallone, ha pressato alto e ha fatto gara d'attacco. Gli uomini di Gattuso sono riusciti anche a segnare abbastanza presto con Osimhen (ma i rossoblu gli hanno dato una mano, regalando il pallone in seguito ad una rimessa laterale sbagliata), però il Cagliari non si è abbatte. Anzi, negli ultimi venti minuti del primo tempo è il Napoli a correre i rischi maggiori, prima salvato dal palo su un tiro ravvicinato di Zappa (28'), poi salvato dalla bravura di Meret sulle conclusioni di Pavoletti e Nandez (43').
La lotta continua di Pavoletti contro i difensori napoletani e la spinta di Nandez e Nainggolan, ma anche l'apporto degli esterni, Zappa e Lykogiannis, e il grande impegno nei recuperi di Duncan e Deiola sono state le armi con le quali il Cagliari ha cercato di rimettere in equilibrio la partita, secondo quanto disposto da Semplici. L'allenatore poi ha capito che era necessario osare di più. I primi dieci minuti della ripresa hanno rischiato di essere fatali, con il Napoli arrembante e Osimhen, Zielinski (paratona di Cragno) e Demme (traversa) vicini al raddoppio. Allora Semplici ha cambiato, fuori Ceppitelli (botta alla testa) e dentro... un altro difensore? no, un attaccante, Simeone (Joao, diffidato, resta in panchina in vista di Benevento). Difesa a quattro (Zappa-Godin-Carboni-Lykogiannis) e centrocampo a tre (Nandez-Deiola-Duncan) con il Ninja alle spalle degli attaccanti. I minuti passano, il Cagliari diventa sempre più aggressivo, il Napoli comincia a soffrire la pressione come raramente gli capita, ma il pareggio non arriva. Ci vuole di più. Fuori un altro difensore, Lykogiannis e dentro un'altra punta, Cerri. Al 43' Pavoletti, in mezzo all'area, colpisce forte di testa e Meret sfodera un'altra respinta da campione. Ci sono sei minuti di recupero, i rossoblu insistono, c'è il pericolo delle ripartenze napoletane ma il Cagliari non arretra, sono entrati anche Calabresi e Asamoah a far rifiatare Zappa e Deiola. Un minuto e poco più alla fine, Duncan disegna un lancio profondo e preciso per gli attaccanti, sulla traiettoria si getta Nandez in anticipo su tutti e il meritato premio è raggiunto.
Il Cagliari, finalmente, ha imparato ad attaccare, ora lo si può dire e questo è un fatto di grandissima importanza in vista delle ultime sfide di questo campionato, che dovranno portare i punti che servono per la permanenza nella serie A.
9 aprile 2021. Benevento-Cagliari 1-3. La sfida, più che probabilmente, decisiva per la permanenza in serie A l'ha vinta il Cagliari. L'ha vinta nettamente, al di là del risultato, perché la squadra di Semplici ha saputo arginare con poche sbavature il pesante assalto all'arma bianca dei campani e ha saputo essere letale tutte le volte che ha voluto esserlo.
Subito, all'inizio, dopo un solo minuto di gioco, con un'azione fluida, ben manovrata da calcio d'angolo e conclusa in rete da Lykogiannis con una pennellata da fuori area. Il greco sta disputando un campionato ottimo, non sembra nemmeno il lontano parente del giocatore disorientato che arrivò a Cagliari qualche anno fa. La reazione, tutta nervi e orgoglio, dei padroni di casa c'è stata, ma i giocatori di Inzaghi sono arrivati al pareggio solo grazie al grave errore in disimpegno commesso da Ceppitelli, che ha spianato la strada a Lapadula (16'). Il Cagliari ha lasciato sfogare i giallorossi, secondo una tattica ormai pienamente metabolizzata dai rossoblu, arretrando entro la propria metà campo e affidandosi ai recuperi di Nainggolan e Nandez, supportati da Deiola e Marin. Casomai è stata un po' sotto tono la prestazione di Ceppitelli e Carboni, mentre Godin se l'è cavata meglio. E poi il solito, solido Cragno ha sfoderato le parate giuste, due volte su Caprari e una su Schiattarella, quando i beneventani sono riusciti a minacciare la sua porta.
Ad inizio secondo tempo Semplici ha tolto dal campo il frastornato Carboni e ha inserito Zappa. Difesa a quattro, con Lykogiannis arretrato a sinistra e catena di destra che ha cominciato a muovere pericoli verso l'area del Benevento. Intorno al 20' Zappa e Nandez, appunto, hanno costruito la proiezione offensiva che ha abbattuto i padroni di casa. L'uruguaiano ha ricevuto dal terzino destro e ha crossato per l'infallibile testa di Pavoletti. Nandez, diventato imprendibile per la difesa giallorossa, ha riportato la vittoria nelle mani del Cagliari e poi lui stesso l'ha blindata. Il Benevento, più cuore che tecnica, continuava a battere contro la retroguardia cagliaritana. In realtà Cragno non corre grossi rischi, anche perché Ionita si impappina davanti all'ex compagno (44'), però è meglio mettere al sicuro il risultato, visto che ci sono pure cinque minuti di recupero.
Ma come fare, se Marin è un po' sottotono e non riesce a vivacizzare la manovra offensiva, se Joao non sembra il solito Joao, se i tanti palloni lanciati in avanti non trovano più Pavoletti? Ci pensa ancora el leon uruguayo. Prende palla e se ne va a due difensori con velocità doppia, entra in area da destra, dà palla all'indietro per l'accorrente Joao e il gol definitivo è fatto. Poi sono seguite una montagna di polemiche per il rigore concesso al Benevento dall'arbitro ma cancellato, giustamente, dal VAR. Presidente, allenatore, ambiente beneventani si sono prodotti in un'assurda crociata "pro-Sud" contro il sistema arbitrale che vorrebbe danneggiare le squadre meridionali (ma forse si voleva intendere, più propriamente, campane...). E il tutto basato sulla contestazione di un rigore - obiettivamente - inesistente.
Facciano pure. Resta la limpida e meritata vittoria della squadra più forte.
12 maggio 2021. Cagliari-Fiorentina 0-0. Vincendo questa partita il Cagliari avrebbe potuto festeggiare la permanenza in serie A con due giornate d'anticipo sulla fine del campionato. Pareggiando questa partita la Fiorentina ha festeggiato la permanenza in serie A. Il pareggio stava dunque benissimo alla squadra di Iachini, che è scesa in campo mettendo subito in chiaro di non avere nessuna intenzione di giocare a viso aperto, bensì chiusa all'indietro e pronta a lanciare minacciose ripartenze. Il pareggio, ovviamente, non stava altrettanto bene al Cagliari, che però non è riuscito a tradurre in fatti il desiderio di vincere. Lo ha lasciato capire chiaramente Semplici nel dopo-partita, i rossoblu sono rimasti bloccati dal timore di non riuscire a sfondare il fortino viola e di subire in contropiede un gol che poi sarebbe stato molto difficile recuperare. Quindi meglio non rischiare e portare a casa un punto sicuro, che avvicina la squadra alla salvezza.
Questa è la sostanza di una partita che in termini di gioco ha detto molto poco. Si potrebbe ricordare un colpo di testa di Pavoletti su cross di Joao Pedro, uscito oltre la traversa; uno spunto di Zappa, il cui tiro è stato respinto in angolo dalla difesa fiorentina; qualche duello spigoloso tra Nandez e Bonaventura e tra Nainggolan e Pulgar. Nient'altro, nessuno dei portieri ha fatto una sola parata degna di questo nome, nessuna delle due squadre ha tirato pericolosamente in porta. Nella parte finale del secondo tempo Semplici ha provato a scuotere i suoi, riportando definitivamente Joao Pedro in posizione di punta, dopo averlo inizialmente schierato da esterno a sinistra. Il tecnico Fiorentino ha poi aggiunto il terzo attaccante, Cerri, ma i rossoblu non sono riusciti a produrre niente di più di un forcing abbastanza disordinato, con vari errori di impostazione e di rifinitura.
Ora si va nella tana del Diavolo, partita dal pronostico chiuso per i cagliaritani (almeno sulla carta), e poi si chiuderà il campionato alla Sardegna Arena contro il già matematicamente salvo Genoa. Contro i liguri dovranno venire i punti necessari a confermare i rossoblu in serie A, sempre che nel frattempo i risultati delle dirette concorrenti non abbiano già assegnato la terza retrocessione a Benevento, Spezia o Torino.
16 maggio 2021. Milan-Cagliari 0-0. Quando è iniziata la partita del Meazza, Benevento-Crotone era già finita col risultato di 1-1. Il solo punto ottenuto dai campani significava l'aritmetica salvezza per il Cagliari, che quindi non aveva più bisogno di fare punti a Milano. Allora vari commentatori si aspettavano un Cagliari con la testa già in vacanza e disposto a non opporsi più di tanto al Milan. Forse anche i rossoneri pensavano che il Cagliari gli avrebbe dato via libera per la vittoria, vittoria che avrebbe messo i milanisti sul treno per la Champion.
Invece no, il Cagliari ha fatto la sua onesta partita, ha difeso bene, con ordine e senza subire quasi mai pericoli, tanto è vero che Cragno ha dovuto fare una sola parata importante, nel primo tempo, su un tiro potente ma centrale di Saelemaekers. Di più, il Cagliari ha costruito due palle-gol nel secondo tempo e soltanto la bravura di Donnarumma ha impedito che i colpi di testa di Pavoletti e Godin facessero centro. Bene così Cagliari, già salvo con anticipo ma capace di andare a prendere un punto in casa del Milan dopo ben 22 anni. Ora non resta che chiudere in bellezza alla Sardegna Arena contro il Genoa.
22 maggio 2021. Cagliari-Genoa 0-1. E il Cagliari ci ha provato a chiudere il campionato in bellezza, ma questo tentativo è durato lo spazio dei pochi minuti iniziali. In effetti i rossoblu sono partiti molto bene, con azioni ben congegnate e non sono stati fortunati quando quel colpo di testa di Joao Pedro è stato respinto dalla base del palo. Poi il Cagliari ha cominciato a commettere diversi errori, ad iniziare da quello di Marin, che ha perso palla, dando il via ad una veloce ripartenza genoana, conclusa in gol da Shomurodov. Nella circostanza si è rivista la linea difensiva cagliaritana nella sua versione peggiore, lenta nel ripiegare e incapace di chiudere sulla corsa dell'attaccante avversario.
La manovra offensiva del Cagliari non è stata più brillante come ad inizio partita, anzi, in molte occasioni si è quasi arenata di fronte all'attenta disposizione difensiva del Genoa. Nonostante questo, i rossoblu hanno avuto buone opportunità di pareggiare con Marin, Cerri, Zappa e ancora Joao Pedro, ma nessuno di loro è stato in grado di infilare la rete di Paleari. Errori tecnici individuali, errori di reparto e di squadra, ma anche Semplici ha la sua precisa responsabilità in questa sconfitta, per avere deciso di non mettere in campo la formazione migliore, per avere deciso di utilizzare Cerri invece di Pavoletti, per avere deciso di affidare la difesa centrale a Klavan e Rugani invece che a Godin e Ceppitelli, per avere deciso di fare giocare Nandez solo per il primo tempo. Aggiungiamo che l'uscita di Nainggolan per infortunio non ha certo dato una mano all'allenatore fiorentino.
Così finisce questa stagione. Ed è già tempo di programmare la prossima.
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