Prima della partita. Il Genoa sembra avere interrotto la sequenza di risultati negativi che l'hanno relegata al terzultimo posto della classifica. I due pareggi consecutivi ottenuti dai liguri a Firenze e a Bergamo dicono di una squadra che, quantomeno, ha cominciato a lottare con convinzione per provare a raggiungere la salvezza. Il Cagliari quindi non avrà vita facile a Genova, ma a sua volta deve tornare a vincere se vuole conservare il sesto posto. Il Verona si è confermato un concorrente di tutto rispetto dopo il pareggio conquistato in casa della Lazio, mentre con la sorprendente vittoria in casa della Roma, il Bologna ha sorpassato il Cagliari e si è preso, almeno momentaneamente, la sesta posizione della classifica. Una posizione che è contesa ai rossoblu, oltre che da Parma e Milan, ormai anche dal Napoli, visto che la squadra di Gattuso ha un grande potenziale tecnico ed è decisamente in ripresa. In poche parole, da domenica in avanti i rossoblu di Maran non dovranno sbagliare più un colpo.
La partita. Il Cagliari ha fallito. Doveva vincere e invece ha perso. Doveva mettere in campo la determinazione di chi sa che non può avere altro traguardo che la vittoria, invece i rossoblu - tra i quali solo Nainggolan, Pisacane e Cragno raggiungono la sufficienza piena - hanno prodotto forse la peggiore prestazione di questa stagione. Più di qualcuno dirà che il doppio infortunio di Faragò e Cacciatore nel corso del primo tempo ha mandato all'aria i piani di Maran. Forse, ma anche se i due avessero proseguito la partita, secondo me, la prova del Cagliari non sarebbe cambiata nella sostanza.
Non capisco l'idea del tre-cinque-due; non capisco l'idea di affrontare questa partita con cinque difensori in campo. Davanti c'era il Genoa, squadra che merita sportivo rispetto ma che non poteva indurre Maran a rinunciare al trequartista dietro le punte. Gli infortuni di Faragò e Cacciatore hanno offerto l'occasione di tornare al più collaudato e proficuo quattro-tre-uno-due, ma il tecnico ha scelto di continuare sulla strada che aveva deciso di seguire alla vigilia, dopo il forfait di Oliva, che avrebbe dovuto giocare in mediana al posto di Cigarini. Qualcuno ancora dirà che se Oliva avesse giocato, allora il modulo sarebbe stato il solito. Forse, ma Oliva poteva essere rimpiazzato da Nainggolan e nel ruolo del trequartista avrebbe potuto giocare Pereiro. La squadra avrebbe mantenuto il quattro-tre-uno-due e l'atteggiamento offensivo che si richiedeva per vincere questa partita. Pereiro è entrato alla fine, l'uruguaiano ha reso più vivace l'azione offensiva del Cagliari, ma non c'era più abbastanza tempo e ogni speranza si è spenta al 92', quando il tiro di Nainggolan è stato deviato e poi respinto dalla traversa, e il successivo colpo di testa di Joao è volato alto.
Il Genoa ha confermato di essere una squadra modesta, ma ha vinto con merito di fronte alla pochezza del Cagliari di oggi.
Dopo la partita. Leggendo le dichiarazioni post gara del presidente e dell'allenatore, si ricavano due precise convinzioni.
Prima convinzione. L'avversario ha vinto perché il Cagliari non è stato aiutato dalla fortuna.
Giulini: “Oggi non posso rimproverare nulla ai ragazzi, hanno dato tutto come sempre e sicuramente il Cagliari ha avuto più occasioni del Genoa per vincere la gara. I liguri sono stati meno pericolosi di noi, hanno fatto sicuramente una partita gagliarda ma non meritavamo di perdere”. E poi: “C'è molto rammarico perché la fortuna non ci sta aiutando, in sei anni di mia presidenza al Cagliari non era mai capitato di avere tre infortuni in una giornata: prima la febbre di Oliva stamattina, poi Faragò e Cacciatore in avvio di gara”.
Maran: “Sabato scorso l’ultima azione ci è costata cara, noi all'ultima occasione abbiamo preso la traversa. In questo momento non siamo fortunati e lo si è visto anche all'inizio, quando ho dovuto fare a meno di Oliva prima del fischio di inizio e ho perso due giocatori nei primi venticinque minuti. Tutte queste sostituzioni forzate ci hanno scombussolato, abbiamo cercato di sopperire continuando a giocare come l’avevamo preparata e nonostante tutto la squadra ha costruito più palle gol del Genoa e non ha rischiato nulla. La rete del Genoa è arrivata su un cross, non la considero nemmeno una vera occasione”.
Quindi il Genoa avrebbe vinto per un puro caso. Io però ho contato le occasioni per segnare totalizzate dalle due squadre: il Cagliari ne ha avute sette; il Genoa - oltre a quella trasformata in gol da Pandev - ne ha avute altre sette.
Seconda convinzione. E' tutto a posto, la squadra lavora bene e dà sempre il massimo.
Giulini: “In classifica ora siamo tutti lì, adesso siamo noi a dover inseguire, lo faremo con voglia, sacrificio e tutti quegli elementi che il Cagliari ha mostrato anche nelle ultime partite dove non è riuscito a vincere. Guardare adesso la classifica ha poco senso, ciò che conta è tornare a vincere pensando gara dopo gara, allenamento dopo allenamento. Stiamo onorando e sudando la maglia, dobbiamo continuare a farlo fino all'ultima goccia di sudore e all'ultimo istante di ogni partita, prima o poi la ruota girerà, bisogna limare qualche dettaglio e lavorare ancora di più per svoltare”.
Maran: “Dobbiamo crescere in alcuni aspetti ma stiamo facendo un gran lavoro”. Poi i consueti richiami: “Ho visto delusione, sono sentimenti che devono animarci durante tutta la settimana e che poi dobbiamo riversare nella prossima gara contro il Napoli. Domenica vogliamo rendere i tifosi orgogliosi di questa maglia. Tra cinque minuti iniziamo a preparare questa partita. Dobbiamo metterci lucidità, personalità, compattezza, fare ricorso a tutti gli aspetti morali che ci hanno caratterizzato sin qui”.
Quindi, in realtà, il presidente e l'allenatore riconoscono che per certi “aspetti” è necessario migliorare. Bisognerebbe capire se si tratti davvero di “qualche dettaglio” o, invece, di questioni di sostanza. Ad esempio, di natura tattica, come sembra a me. E su questo punto si dovrà aprire un dibattito serio, prima o poi.
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