Tutto troppo facile per l'Italia di fronte ad un avversario tecnicamente modesto e impostato sulla difensiva. La tattica dei greci ha avuto un certo successo per i primi quindici-venti minuti della gara, durante i quali gli azzurri, pur tenendo in mano il gioco, non sono riusciti a rendersi pericolosi. La squadra di Mancini ha provato a lungo a superare lo sbarramento greco, portando avanti il pallone attraverso passaggi fitti e ripetuti tra i centrocampisti, guidati da Verratti e Jorginho, e appoggiati dai due centrali difensivi, Chiellini e Bonucci, sempre molto vicini alla linea mediana. L'azione ha trovato spesso sfogo a sinistra, grazie alle frequenti incursioni di Emerson. Però ci è voluto uno spunto individuale per perforare la difesa greca, quello di Belotti, che ha propiziato il gol di Barella. Allora gli azzurri hanno dilagato e sono arrivate anche le reti di Insigne e Bonucci. La partita è finita lì, dopo trentacinque minuti, perché la squadra ellenica non è stata capace di reagire e in tutto il primo tempo ha tirato in porta solo una volta, senza peraltro impensierire Sirigu. Anzi, ancora un ottimo Barella avrebbe potuto segnare il quarto gol.
Il secondo tempo non ha avuto molta storia. Ancora l'Italia ha costruito le occasioni migliori per segnare, ad esempio con Insigne, tornato ad alto livello di rendimento, ma anche con Chiesa e Florenzi, fermati da ottime parate del portiere greco. I padroni di casa si sono resi pericolosi solo intorno alla metà del tempo, quando gli azzurri hanno commesso qualche errore in fase di disimpegno, forse a causa di un certo (comprensibile) rilassamento e calo di attenzione. In quella fase di gioco, Sirigu è stato molto bravo a respingere un tiro di Fortounis, che aveva approfittato di un pallone perso da Bonucci a ridosso dell'area di rigore. Poi però l'Italia è tornata ad essere padrona assoluta delle situazioni di gioco fino alla conclusione della partita.
Al di là della poca consistenza degli avversari, l'Italia di Mancini piace. La squadra sa giocare compatta, corta ed evita il tentativo di pressing avversario con passaggi brevi e ad alta frequenza, resi possibili dalla qualità tecnica di Barella, Insigne, Chiesa, Verratti e Jorginho. Bravo anche Chiesa che giocando largo a destra ha aperto il campo alle incursioni centrali di Barella, ma pronto a sua volta a convergere verso l'area, come pure Insigne sul lato opposto. Un meccanismo quasi perfetto, che però sarà messo davvero alla prova quando l'Italia si troverà di fronte squadre più consistenti di quelle che sta affrontando nel girone di qualificazione.
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