Simone Padoin non farà più parte del Cagliari, a causa della sua non più verde età. Ma al di là delle prestazioni tecniche, quasi sempre almeno sufficienti, Padoin è stato soprattutto un importante uomo-spogliatoio.
Le dichiarazioni da lui fatte subito dopo la vittoria sul Parma, quella che ha dato l'avvio alla riscossa del Cagliari nel girone di ritorno, sono emblematiche della forza psicologica dell'esperto calciatore, che ha voluto indicare ai compagni come affrontare, mentalmente, il resto del girone di ritorno. Il jolly del Cagliari ha definito quella vittoria "un punto di partenza", cioè a dire: nessuno si sogni di mollare nelle prossime partite, di sentirsi appagato. E poi ha aggiunto: "Abbiamo messo in campo entusiasmo e voglia di vincere”, riconoscendo, con tanta onestà, che i tifosi avevano ragione a lamentarsi per lo scarso impegno che la squadra aveva dimostrato in tante partite precedenti. Se la sentiva Padoin, la vittoria e la delusione di chiudere il primo tempo in svantaggio dopo avere fatto la partita, impedendo al Parma di colpire in contropiede, come invece era successo nella gara di andata, non poteva fermare i rossoblu. Perché quella "sensazione che avevamo tutti dentro, difficile da spiegare a parole", veniva dalla consapevolezza di avere svoltato mentalmente, di avere compreso che se non hai sufficienti mezzi tecnici e tattici per superare certi avversari, devi supplire con più testa, cuore e gambe. Bisogna dire che lui, Padoin, è proprio l'uomo giusto per fare capire a tutti quanto sia importante la capacità e la volontà di sacrificarsi per raggiungere gli obiettivi. Lui che nasce centrocampista destro e che a Cagliari ha fatto prima tante partite da centrocampista sinistro, poi ha fatto il terzino sinistro e infine pure il terzino destro. Sempre senza un mugugno, sempre mettendo tutto quello che aveva, a volte riuscendo bene e altre volte meno bene, ma dando sempre l'idea di essere lì con convinzione. E quasi sempre è stato uno dei migliori in campo, a incitare la risposta caratteriale della sua squadra.
Anche se la sua tenuta atletica non gli permette più di spendersi in campo come ha sempre fatto, la sua figura di motivatore sarebbe ancora utile ai compagni di squadra. Credo che nello spogliatoio rossoblu mancherà un uomo come lui, capace di dare esempio.
Le dichiarazioni da lui fatte subito dopo la vittoria sul Parma, quella che ha dato l'avvio alla riscossa del Cagliari nel girone di ritorno, sono emblematiche della forza psicologica dell'esperto calciatore, che ha voluto indicare ai compagni come affrontare, mentalmente, il resto del girone di ritorno. Il jolly del Cagliari ha definito quella vittoria "un punto di partenza", cioè a dire: nessuno si sogni di mollare nelle prossime partite, di sentirsi appagato. E poi ha aggiunto: "Abbiamo messo in campo entusiasmo e voglia di vincere”, riconoscendo, con tanta onestà, che i tifosi avevano ragione a lamentarsi per lo scarso impegno che la squadra aveva dimostrato in tante partite precedenti. Se la sentiva Padoin, la vittoria e la delusione di chiudere il primo tempo in svantaggio dopo avere fatto la partita, impedendo al Parma di colpire in contropiede, come invece era successo nella gara di andata, non poteva fermare i rossoblu. Perché quella "sensazione che avevamo tutti dentro, difficile da spiegare a parole", veniva dalla consapevolezza di avere svoltato mentalmente, di avere compreso che se non hai sufficienti mezzi tecnici e tattici per superare certi avversari, devi supplire con più testa, cuore e gambe. Bisogna dire che lui, Padoin, è proprio l'uomo giusto per fare capire a tutti quanto sia importante la capacità e la volontà di sacrificarsi per raggiungere gli obiettivi. Lui che nasce centrocampista destro e che a Cagliari ha fatto prima tante partite da centrocampista sinistro, poi ha fatto il terzino sinistro e infine pure il terzino destro. Sempre senza un mugugno, sempre mettendo tutto quello che aveva, a volte riuscendo bene e altre volte meno bene, ma dando sempre l'idea di essere lì con convinzione. E quasi sempre è stato uno dei migliori in campo, a incitare la risposta caratteriale della sua squadra.
Anche se la sua tenuta atletica non gli permette più di spendersi in campo come ha sempre fatto, la sua figura di motivatore sarebbe ancora utile ai compagni di squadra. Credo che nello spogliatoio rossoblu mancherà un uomo come lui, capace di dare esempio.
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