La partita di ieri pomeriggio è finita con un pareggio e ci è andata ancora bene. Ancora una volta abbiamo visto un Cagliari troppo attendista, che si è messo a difendere il gol del vantaggio segnato dal solito Pavoletti, invece di spingere per cercare il raddoppio e mettere al sicuro il risultato. In generale poi, soprattutto nel secondo tempo, è stato un Cagliari con poca voglia di combattere, quasi alla mercé dell'Empoli, che non è certo una squadra irresistibile.
La prova dei rossoblu è stata al di sotto di quella prodotta qualche giorno fa in Coppa contro l'Atalanta. Il risultato non ci è piaciuto (due a zero per i bergamaschi e Cagliari eliminato), ma quella partita era stata bella. Una partita di corsa e combattimento, condotta con dinamismo da entrambe le squadre. Dinamismi diversi però. L'Atalanta ha un motore dai pistoni potenti, che spinge avanti la macchina in modo costante e fluido, mentre il Cagliari funziona ad energia eolica. La squadra di Maran è come il maestrale di questi giorni, che inizia forte e poi sembra spegnersi, ma d'improvviso si ripresenta con altre raffiche sferzanti quanto caotiche. Fino a placarsi del tutto. La partita è stata molto equilibrata nel primo tempo e all'inizio del secondo, con occasioni da gol buone per tutte e due le squadre. Poi nel corso del secondo tempo l'Atalanta ha preso il sopravvento e l'uscita di scena di Pavoletti ha lasciato il Cagliari senza forza offensiva. La nostra difesa si è comportata bene e non era semplice arginare gente come Gomez, Zapata e soprattutto Ilicic. Se proprio devo fare dei distinguo, Srna mi è piaciuto un po' meno degli altri compagni di reparto per certe indecisioni in marcatura e per i troppi retropassaggi in fase di costruzione del gioco. Il solito instancabile Barella ha giganteggiato sugli altri centrocampisti, mentre Ionita mi è sembrato insufficiente. Purtroppo il Moldavo è così, non dà continuità alle buone prestazioni, condite anche da qualche gol, che in certi momenti del campionato ci ha fatto vedere.
Tutto sommato la prova del Cagliari era stata sufficiente, considerando che questa squadra non può fare di meglio nella composizione attuale, soprattutto quando si trova di fronte un bolide come quello guidato da Gasperini. I due allenatori avevano dichiarato di volere superare il turno, non per niente la partita è stata equilibrata per almeno un'ora di gioco. Poi il maestrale si è placato, l'energia eolica si è interrotta (siamo sicuri che la preparazione atletica sia condotta nel modo migliore?) e sono emersi i limiti tecnici del Cagliari. Alcuni dei suoi calciatori, quando l'atletismo non li sostiene più, sembrano di categoria inferiore. Ma il limite più evidente è la mancanza di una seconda punta vera, cioè di ruolo e capace di segnare. Pavoletti non può fare tutto da solo, ha bisogno di un partner che lavori al suo fianco dentro l'area di rigore. Joao Pedro è bravo, ma il suo mestiere è un altro e spesso se ne ricorda, restando chilometri indietro rispetto al centravanti. Sau è stato dimenticato e forse meriterebbe di giocare, perché lui è nato con il numero nove sulle spalle e i gol li faceva. Farias potrebbe fare il centrocampista esterno (l'ala, come si diceva un tempo) ma non può fare la punta, visto che segna solo occasionalmente.
Bisogna dire però che il pareggio contro l'Empoli è arrivato proprio grazie a Farias, anche se la fortuna gli ha dato una grande mano. Già un paio d'anni fa, contro la Sampdoria, Diego ci aveva salvati dalla sconfitta casalinga grazie ad un vero e proprio colpo... di sedere. Ricorderete senz'altro il rinvio sballato del portiere ospite che andò a colpire in pieno i glutei di Farias, schizzando poi all'indietro e rotolando in fondo alla rete. Ieri Farias non aveva nessuna possibilità di prendere quel pallone, perché il difensore empolese era in vantaggio nella corsa e poteva rifugiare comodamente in fallo laterale o in angolo. Ed è quello che ha cercato di fare, ma mentre ci provava il calciatore toscano si è prodotto in un "vai col liscio" che la Gialappa's non vide mai, lasciando il pallone al nostro attaccante per il facile gol.
Bisogna riconoscere a Farias almeno la grande buona volontà che mette in campo, sempre alla ricerca del pallone e dell'occasione buona per colpire. Senza questa sua dote avremmo perso anche la sfida con l'Empoli.
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